TREBISONDA (TURCHIA) - Non sembra l’ultimo arrivato. In campo e fuori, Pablo Daniel Osvaldo ha stabilito un nuovo primato di ambientamento nella Juventus. Perfettamente bipartisan, fa crocchio con i sudamericani sfruttando la sua metà argentina, scherza con la folta truppa azzurra, di cui per altro fa parte grazie alla sua metà italiana. Tutti l’hanno accolto bene e lui si fatto accogliere bene. Spaccaspogliatoio, rissoso, aggressivo, indisciplinato, refrattario a qualsiasi tipo di regola: questo era il suo ritratto prima di sbarcare a Torino. Un mese dopo il suo arrivo, verrebbe da pensare che abbia mandato il fratello buono. «Certe etichette non riesci a togliertele nemmeno dopo anni», sospira Sebastian Giovinco riferendosi all’Osvaldo “raccontato” e spiegando l’Osvaldo “reale”: «Giocatore con una tecnica eccezionale, veramente fuori dal comune. Abbiamo giocato insieme nell’Under 21 e anche nella Nazionale maggiore, siamo una coppia ben assortita». Stasera la loro prima volta.
LE LEZIONI -«Deve ancora capire come muoversi senza palla, deve migliorare», lo ammonisce Conte, ma il tecnico è già molto soddisfatto dei rapidi progressi di Osvaldo, che ammette: «Con Conte è dura, ma io sono già abituato a non aspettare la palla e muovermi insieme alla squadra». Da parte sua il tecnico si gode la sfrontatezza sotto porta del ragazzo, perdonandogli qualche libertà tattica di troppo, concessione rara per un suo attaccante. Per Fernando Llorente è stata molto più dura: fra la preparazione atletica e disciplina tattica, lo spagnolo ci ha messo tre mesi per farsi promuovere titolare. Nessuna invidia per Osvaldo, però: «Sono molto contento che sia arrivato in una grande squadra come la Juventus per giocarsi in pieno le sue carte. Mi aveva colpito già quando giocava in Spagna e lo affrontavo da avversario: è fortissimo». E poco importa se gli toglie spazio, anche per il momento lo fa in Europa League.
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LE LEZIONI -«Deve ancora capire come muoversi senza palla, deve migliorare», lo ammonisce Conte, ma il tecnico è già molto soddisfatto dei rapidi progressi di Osvaldo, che ammette: «Con Conte è dura, ma io sono già abituato a non aspettare la palla e muovermi insieme alla squadra». Da parte sua il tecnico si gode la sfrontatezza sotto porta del ragazzo, perdonandogli qualche libertà tattica di troppo, concessione rara per un suo attaccante. Per Fernando Llorente è stata molto più dura: fra la preparazione atletica e disciplina tattica, lo spagnolo ci ha messo tre mesi per farsi promuovere titolare. Nessuna invidia per Osvaldo, però: «Sono molto contento che sia arrivato in una grande squadra come la Juventus per giocarsi in pieno le sue carte. Mi aveva colpito già quando giocava in Spagna e lo affrontavo da avversario: è fortissimo». E poco importa se gli toglie spazio, anche per il momento lo fa in Europa League.
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