TORINO - Nello stadio José Alvalade di Lisbona, la Juventus di Max Allegri fa 1-1 e passa alle semifinali di Europa League dove troverà il plurititolato Siviglia, collezionista di questa coppa. Un'impresa di cuore e coraggio, non proprio di tecnica e gioco. Ma è il risultato che conta. E il risultato premia i bianconeri che non mollano mai, che ergono il muro, che sputano sangue nella battaglia campale. Di Rabiot ed Edwards le reti. Poi è corpo a corpo condito di agonismo e di errori madornali. La Juve resiste e può gioire: tutti in campo al fischio finale e sorrisi sguaiati. L'Europa League resta un obiettivo della stagione, con la Coppa Italia e le vittorie in tribunale.
I voti: Cuadrado the best
Allegri può respirare, dopo i 15 punti resta anche in Europa. E il merito è dell'abnegazione del gruppo. Di Cuadrado l'inesauribile: l'unico che abbia dato tutto in difesa e attacco. Anziano chi? Il colombiano, in scadenza, è un esempio. Come Danilo. Come Bremer finché resta in campo. Il muro cade solo su rigore. E poi tanti sprazzi e tanto sudore. Di Maria è un sacrificio continuo: da vero campione del mondo di generosità. Chiesa ha solo sprazzi. Vlahovic resta un incompiuto che non vede la porta. Tocca a Max ridargli una parvenza di centravanti (non che Milik abbia fatto meglio, però). Non era serata per attaccanti, era serata per eroi brutti, sporchi e cattivi: come Alex Sandro che inizia malissimo e finisce con salvare baracca e burattini. L'Europa è ancora lì e può portare a Budapest e anche in Champions.
Le scelte di Allegri, c’è Chiesa
Il tecnico juventino sceglie il tridente e un sistema di gioco 4-3-3 di partenza mobile. Davanti, quindi, con Vlahovic ci sono Chiesa e Di Maria, mentre Miretti è preferito a Fagioli che sconta il crollo emotivo dopo l’ultimo errore contro il Sassuolo. Amorim invece spera nei gol e nelle invenzioni di Pedro Gonçalves.