Golden Boy unico come i campioni

2017 - Kylian Mbappé© PEGASO NEWSPORT
Non è per difendere la categoria dei giornalisti, non è per una sorta di cameratismo o corporativismo: io so bene per esperienza diretta, per aver frequentato i “campi” da oltre vent’anni e per continuare a frequentarli, cosa significhino nel nostro mondo professionalità, competenza, preparazione, documentazione. E so altrettanto bene quale sia la valenza del premio Golden Boy, che Tuttosport assegna da ben 15 anni al miglior Under 21 dell’anno. Un onore per me far parte dei giurati del Golden Boy per conto di “A Bola”. Così come sono lusingato di essere dal 2014 un “jury member” del “Uefa Best Player in Europe Award”, una co-organizzazione fra l’Unione Calcistica Europa e l’European Sports Media.
 
Tornando al Golden Boy, non posso che apprezzarne e confermarne la portata internazionale, il prestigio, l’alta professionalità di chi sa scegliere con la massima competenza il “Ragazzo d’Oro”, il migliore al di sotto dei 21 anni. La strada scelta da Tuttosport è quella giusta: vota una giuria di 30 giornalisti delle più autorevoli testate europee altamente specializzate. Una scelta di campo, di chi conosce a fondo e ha un rapporto diretto - nazione per nazione, giornale per giornale - con i candidati al trionfo finale. In tal senso i giornalisti svolgono per certi versi un lavoro di “scouting”. Chi ama il calcio e vuol scrivere di calcio è sempre attento alla ricerca di nuovi talenti, cercando il maggior numero di informazioni su di loro e la loro evoluzione. E quando devono scegliere il migliore, ben difficilmente si confondono.
 
Stiamo vivendo un’era dove molti trofei individuali cambiano criteri e, conseguentemente, perdono purezza. Il Golden Boy è che non cambia mai e la sua trasparenza è inattaccabile. Piace a tutti, a cominciare dalle promesse del calcio che sognano di conquistarlo. Sarà sempre l’unico, il vero e più convincente premio, per tradizione e garanzia nelle procedure di voto, al fine di definire il miglior Under 21 dell’anno. Tutti i premi alternativi che possono nascere saranno sempre e solo una copia, come il neonato Kopa Trophy di France Football. Preferisco sempre l’originale. Come tutti i grandi campioni: sono una specie a par- te. Diffidare delle imitazioni.
 
*Fernando Urbano, portoghese, 40 anni, giornalista professionista da 20. Ha incominciato la carriera nel 1998 con il “Jornal de Notícias” poi dal 2000 è passato ad “A Bola” dove ha fatto tutta la trafila fino a diventare vice-capo redattore, specializzato in calcio internazionale e, naturalmente, nel club più popolare e più vincente del Portogallo: il Benfica. È giurato del “Uefa Best Player in Europe Award” e del Golden Boy

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