Bozzo esclusivo: Tonali-Milan a vita. Haaland in Italia nel 2021

"È unico come ventenne: ha la testa dei giocatori degli anni ‘80. Che orgoglio vederlo incoronato Golden Boy italiano 2020"
Bozzo esclusivo: Tonali-Milan a vita. Haaland in Italia nel 2021© LAPRESSE

MILANO - Non ha fatto in tempo a sognare il Golden Boy con Antonio Cassano, ma soltanto perché il premio di Tuttosport è nato nel 2003, fuori tempo massimo per il talento barese. L’avvocato Beppe Bozzo, storico manager dell’ex fantasista di Roma, Real Madrid, Sampdoria, Inter e Milan, in qualche modo si è rifatto quest’anno: Sandro Tonali, il Golden Boy italiano (primo tra gli azzurri e tredicesimo nella classifica generale), è il gioiellino più luminoso della sua scuderia. Un premio importante per il ragazzo, ma anche per l’agente calabrese, che si conferma sempre una eccellenza nel “made in Italy”. Tonali è stata soltanto l’ultima di tanti grandi trasferimenti: da Cassano al Real Madrid a Alvaro Morata alla Juventus nel 2014 con la famosa clausola di riacquisto a favore degli spagnoli, passando per i vari Fabio Quagliarella, Fabio Grosso, Simone Perrotta, Mateo Kovacic, Federico Bernardeschi, Martin Caceres, Alberto Gilardino...

Buongiorno avvocato Bozzo. Tonali è più contento per essersi classificato primo tra gli italiani o deluso per non aver preceduto Haaland, il Golden Boy 2020?
«Sandro punta sempre in alto, ma è un ragazzo sveglio e intelligente: è consapevole che, non avendo giocato le Coppe europee nella prima parte del 2020 col Brescia, sarebbe stato complicato arrivare primo. È molto contento di aver vinto il Golden Boy italiano raccogliendo l’eredità del suo compagno di squadra Gigio Donnarumma».

Qual è stata la prima reazione di Tonali quando ha saputo del premio?
«Sandro è un freddo, non si scompone mai più di tanto. È molto felice, ma vuole che questo importante riconoscimento di Tuttosport si dimostri uno stimolo e un trampolino per fare ancora meglio in futuro».

Che voto darebbe ai primimesi di Tonali al Milan?
«Il giudizio è positivo. Visto il momento che stiamo attraversando tutti a causa del Covid e il salto che Sandro ha compiuto passando dal Brescia ai rossoneri, sinceramente mi sarei aspettato un po’ di difficoltà. In realtà non ci sono state: Sandro in campo ha dimostrato di essere un giocatore da Milan».

Se ripensa all’operazione estiva Tonali-Milan?
«È stato un affare da 35 milioni di euro, tutt’altro che semplice. L’aspetto più difficile è stato riuscire a far digerire al presidente Cellino, il quale aveva in mano offerte di altre società, che Sandro voleva andare a tutti i costi al Milan e che i rossoneri potevano impostare l’operazione soltanto in prestito con diritto di riscatto. La volontà di Sandro, che sognava di giocare con la squadra del cuore, ha fatto la differenza. Cellino si è dimostrato comprensivo, ha capito la situazione e ha assecondato il desiderio del ragazzo».

Juventus e Inter quanto sono state vicine?
«Molto. Poi, per un motivo o per l’altro, a partire dalla volontà di Sandro, l’ha spuntata il Milan».

Tonali a chi assomiglia dei giocatori con cui ha lavorato in questi anni?
«Sandro è unico. Diciamo che è un non 2000, ma nato nel 2000».

Cioé?
«Sandro ha la testa dei giocatori degli anni ottanta-novanta. Non è legato ai social o alla vita moderna, è focalizzato soltanto sul calcio».

Dove immagina Tonali fra cinque anni?
«Lo vedo al Milan, con un ruolo sempre più centrale in campo e nello spogliatoio. Sandro ha tutte le qualità, morali e tecniche, per diventare un pilastro dei rossoneri. È stato colpito dalla semplicità, dal clima da famiglia e dal profumo di vittoria che si respira a Milanello. Il Milan è un top club, un punto di arrivo per qualsiasi giocatore. Per Sandro anche di più perché il Milan è la sua squadra del cuore fin da bambino. E cosa c’è di meglio che giocare nel club per cui si tifa?».

Tempismo perfetto visto il ritorno ai vertici del Milan. Può essere scudetto già quest’anno?
«Se esistesse uno scudetto per l’entusiasmo, sicuramente lo vincerebbe il Milan. Per il titolo vero e proprio ci sono molte più variabili, ma già tornare a lottare sarebbe un successo per i rossoneri. Chiudere tra le prime quattro sarebbe un gran risultato, se riuscissero addirittura a vincere vorrebbe dire che hanno realizzato qualcosa di fantastico. Ma come dice Paolo Maldini, che ho avuto la fortuna di apprezzare anche come dirigente, perché non pensarci allo scudetto?».

A proposito: com’è trattare con un monumento del calcio come Maldini?
«È stato una bellissima scoperta come manager. Non ha bisogno di grandi parole per spiegarti ciò che pensa o vuole, a Paolo basta uno sguardo. Mi piace molto anche quando parla pubblicamente: è schietto e, rispetto a tanti altri, non si nasconde dietro alla scaramanzia».

Stupito da Ibrahimovic?
«No, perché Ibra è Ibra. È un campione figlio di un altro tempo, di un’altra generazione. È il migliore della Serie A. Meglio anche di Cristiano Ronaldo, che ovviamente è un fenomeno».

Oltre al Golden Boy Haaland e a Tonali, primo degli italiani nellaclassifi ca dei migliori Under 21 d’Europa, lunedì Tuttosport premierà Lewandowski come “Golden Player”, miglior giocatore del 2020.
«Premio giusto e meritato, che va a compensare l’assenza del Pallone d’oro. Lewandowski è il bomber e il simbolo del Bayern che ha vinto tutto».

Quagliarella, altro suo assistito storico, imiterà Ibrahimovic e giocherà fino a 39 anni?
«È possibile, perché fame e ambizione sono le stesse di Ibra».

A bruciapelo: Zaza lascerà il Toro a gennaio?
«No, a Torino sta bene».

Cosa le manca di più di Cassano?
«Antonio è stato il giocatore italiano più forte di tutti i tempi, superiore anche a Totti, Baggio e Del Piero. Mi dispiace che non sia riuscito a conquistare il Pallone d’Oro. Uno con il suo talento lo avrebbe meritato. Si tende a dimenticare che ha vinto tantissime partite da solo, con magie e giocate che si vedono soltanto alla Playstation. È sottovalutato anche perché non ha mai goduto di buona stampa. Se fosse stato disponibile con i media come lo è diventato quando ha smesso, probabilmente avrebbe avuto una carriera più lunga e giocherebbe ancora».

Che mercato si aspetta per gennaio?
«Il Covid inciderà ancora molto: sarà un mercato improntato su prestiti e scambi».

Un colpo top per l’estate 2021?
«Mi piacerebbe arrivasse in Italia Haaland, il Golden Boy».

In quale squadra?
«Dire Juventus sarebbe troppo facile, quindi punto sul Milan».

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