Pedri, destino Torino: dalla Juve al Golden Boy

Il talento del Barcellona ha cominciato l’ascesa un anno fa allo Stadium contro i bianconeri e il 13 dicembre verrà incoronato miglior Under 21 d’Europa durante il gala alla Nuvola Lavazza
Pedri, destino Torino: dalla Juve al Golden Boy

BARCELLONA - Da Torino a Torino. Il mondo del pallone scoprì Pedri il 28 ottobre dello scorso anno allo Juventus Stadium. Prima della sfida di Champions League contro gli allora campioni d'Italia, infatti, la sensazione generale era che quell'imberbe diciassettenne dai piedi buoni fosse diventato uno dei titolari fissi dell'undici di Ronald Koeman soltanto perché il Barcellona non poteva permettersi niente di meglio. E invece no. Grazie a una vera e propria esibizione, il centrocampista spagnolo si meritò gli applausi a scena aperta dello Stadium conquistando l'ammirazione di chi, sino a quel momento, lo aveva sottovalutato.

L'escalation

Quella sera il Barça superò i bianconeri per due gol a zero. Una vittoria che, ai fini della classifica, si rivelò inutile perché la squadra allora diretta da Andrea Pirlo riuscì comunque a riacciuffare il primo posto del girone battendo, qualche settimana più tardi, i blaugrana al Camp Nou per tre reti a zero. Poco male: una stella era nata e la verità è che anche chi aveva creduto in lui sin dal primo momento non avrebbe mai potuto immaginare di assistere a quello che sarebbe, poi, accaduto nei mesi successivi. Oltre a diventare, infatti, una delle pedine insostituibili negli schemi di Koeman, il canterano del Las Palmas è riuscito a convincere il ct della nazionale spagnola, Luis Enrique, a consegnargli una maglia da titolare. E se la sua progressione con la camiseta blaugrana è stata inarrestabile ma costante nel tempo, l’impatto sulla Roja è stato devastante.

Subito in nazionale

Altro che gavetta, líder máximo sin dal primo minuto. Prova ne sia la doppia soddisfazione personale che Pedri si è tolto alla fine dell'Europeo itinerante della scorsa estate quando, oltre a conquistare il premio di miglior giovane della competizione, è stato inserito nell'undici ideale del torneo.

Che classe

Il grande merito di Pedri è stato quello di essere riuscito ad accaparrarsi i riflettori pur non giocando in squadre vincenti e senza nemmeno essere un goleador: appena quattro reti e sei assist nei 73 incontri disputati la scorsa stagione. Il suo calcio, però, non ha bisogno di numeri altisonanti per imporsi. La sua caratteristica principale, infatti, è quella di rendere migliori i propri compagni di squadra. È davvero molto raro vedergli sbagliare un passaggio o nascondersi quando ad avere la palla è uno dei suoi. In fase di possesso, Pedri ha una soluzione a tutti i problemi, ma anche quando si tratta di rincorrere gli avversari il fantasista spagnolo non leva mai la gamba né lesina energie. L’ex Las Palmas ha fatto in tempo a giocare con Lionel Messi per una stagione, prima del trasferimento dell’argentino sotto la Tour Eiffel (Psg), e con il numero dieci ha conquistato la Coppa del Re.

Maratoneta

L'unico errore della sua splendida stagione d'esordio nel calcio che conta - sebbene con il senno di poi sia facile a dirsi - è stato quello di esigere troppo dal proprio corpo: «Amo troppo il calcio per dire di no alle Olimpiadi». E così, dopo aver imposto il proprio stile al Barça e alla Roja, Pedri è stato arruolato dalla Rojita con la missione di riportare in patria un oro olimpico che, in Spagna, manca dai Giochi celebrati nel 1992 a Barcellona. Missione quasi compiuta: soltanto il Brasile super favorito del capitano Dani Alves, suo nuovo compagno di squadra al Barça, è riuscito a impedirglielo dopo una battaglia finale durata 120 minuti. A Yokohama il campioncino blaugrana ha disputato la settantatreesima e ultima partita della propria lunghissima stagione: una in più di Bruno Fernandes, l'altro maratoneta della campagna 2020-2021, con la differenza che il crack del Manchester United ha otto anni in più di lui. Non è un caso, infatti, che un motore che in condizioni normali dovrebbe essere considerato ancora in rodaggio abbia finito per surriscaldarsi, costringendo la sua esile carrozzeria a prendere la via dei box.

Ai box

Un pit stop iniziato contro il Bayern Monaco, lo scorso 14 settembre, a causa di un infortunio muscolare al quadricipite della gamba sinistra che non è ancora stato smaltito per via della maledetta fretta che lo ha riportato in campo appena 15 giorni più tardi, a Lisbona contro il Benfica. Da allora non ha più rimesso piede su un terreno di gioco e, quasi sicuramente, il suo 2021 - un anno che non dimenticherà mai - è già finito.

2021 d'oro

Nel frattempo, però, oltre ad aggiudicarsi lo storico premio di Tuttosport al miglior Under 21, che lo riporterà a Torino il 13 dicembre per la premiazione alla Nuvola Lavazza, la spettacolare esplosione di Pedri è stata confermata anche da France Football che lo ha inserito al ventiquattresimo posto della classifica del suo Pallone d’Oro, primo fra i calciatori spagnoli. E la sensazione è che siamo soltanto all’inizio.

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