Golden Boy 2021, a Kjaer il Premio Gaetano Scirea

In tutta la carriera si è contraddistinto per l’attaccamento ai valori sportivi e a giugno ha salvato da eroe la vita al compagno di nazionale Eriksen: è un simbolo di esemplare altruismo
Golden Boy 2021, a Kjaer il Premio Gaetano Scirea© EPA

Non si sente un eroe e nemmeno gli piace tanto passare per tale. Eppure, ciò che Simon Kjaer ha fatto in quel terribile 12 giugno al Parken Stadium di Copenaghen è veramente qualcosa di speciale. Cosa può esistere di maggiormente eroico che salvare la vita di un compagno di squadra, pur non avendo competenze mediche specifiche, ma solo puntando sul proprio istinto e sul proprio senso di responsabilità. Quando Christian Eriksen è crollato al suolo esanime, il suo capitano (altro aspetto non secondario della vicenda) si è comportato come un vero condottiero. Prima ha estratto la lingua dalla bocca del centrocampista, poi ha tentato un primo messaggio cardiaco in attesa che arrivassero i soccorsi. E se Eriksen è ancora tra noi, addirittura con la speranza di poter magari un giorno tornare a giocare (non in Italia, quasi certamente, dal momento che le regole sull’idoneità agonistica sono molto più severe che in altri paesi, ma altrove sì) è certamente merito di Kjaer.

Premio scontato

Con queste premesse, è evidente che il Premio Gaetano Scirea, legato al Golden Boy 2021, non potesse che andare al difensore danese. La targa, infatti, viene assegnata a chi dimostra “professionalità, attaccamento ai valori sportivi ed esemplare comportamento in campo”. E Kjaer, in questo senso, è l’esempio più vicino alla motivazione del riconoscimento. Perché c’è una carriera che parla in tal senso, e non solo l’episodio citato in precedenza, per quanto eclatante. Quella che sta vivendo al Milan è la sua quarta esperienza italiana: la prima volta è arrivato ragazzino al Palermo, quando aveva appena 19 anni, grazie a un’intuizione di quel formidabile ds che è stato Rino Foschi. Pagato 3 milioni dal Midtjylland e rivenduto a 12 al Wolfsburg, Kjaer dopo una stagione in Germania è tornato in Italia, per giocare in prestito nella Roma, che però non lo riscatta al termine della stagione 2011-12. Per rivederlo nel nostro campionato, bisogna aspettare il 2019, quando lo ingaggia l’Atalanta. Ma è da quando è passato al Milan che Kjaer è tornato a essere un giocatore di un’importanza fondamentale, capace di mettere equilibrio in un reparto che prima del suo arrivo faceva acqua da tutte le parti. E decisivo pure nella grande cavalcata rossonera che ha portato il Milan a conquistare il secondo posto in classifica, tornando così in Champions League dopo un’assenza di sette stagioni. Si è detto e ridetto che è stato Zlatan Ibrahimovic a trasformare quel Milan che zoppicava, arrivando a gennaio 2020. Ma nella stessa sessione di mercato è arrivato anche Kjaer e non va minimamente sottovalutato il suo impatto nella crescita rossonera.

Fermo ai box

Purtroppo, il destino ha gio cato un brutto scherzo a Kjaer, peraltro con una coincidenza che ha lasciato davvero tutti a bocca aperta. Perché proprio il giorno in cui dalla Danimarca trapelava la notizia che Eriksen per la prima volta dopo la grande paura era tornato ad allenarsi, Kjaer a Marassi, al secondo minuto di Sampdoria-Milan, si infortunava seriamente al ginocchio sinistro, con conseguente operazione in artroscopia per la ricostruzione del legamento crociato anteriore e la reinserzione del legamento collaterale mediale. Lo stop previsto è di almeno sei mesi, logico che per rivedere in campo il difensore si dovrà aspettare la prossima stagione. Soltanto a ottobre Kjaer aveva rinnovato il contratto con il Milan fino al 2024: un altro segnale fondamentale di quanto il club lo consideri importante. Da segnalare ancora che quest’anno è stato inserito tra i 30 candidati al Pallone d’Oro, arrivando poi diciottesimo nella classifica finale. E che anche l’Uefa, oltre a Tuttosport, ad agosto ha voluto premiarlo assieme ai medici della Nazionale danese.

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