Golden Boy 2022: Miretti senza limiti

Alla Juve dai Pulcini, negli ultimi mesi è diventato titolare in prima squadra e ha conquistato l’Under 21
Fabio Miretti, 322' suddivisi in 7 presenze© www.imagephotoagency.it

Zero titoli, ma una grande scoperta: Fabio Miretti. A dimostrazione che anche una stagione senza trofei, la prima dopo dieci anni di vittorie per la Juventus del ciclo targato Andrea Agnelli, può riservare qualche soddisfazione. Il centrocampista di Pinerolo - classe 2003 - è arrivato in bianconero da bambino e sta dimostrando di avere tutte le qualità per restare a Torino a vita. Come succede nei videogiochi, Miretti negli ultimi mesi è passato da un livello all’altro senza risentirne, anzi... Dalla Serie C con l’Under 23 juventina alla semifinale di Youth League con l’Under 19, la Champions dei giovani, fino alla Serie A. Massimiliano Allegri, che ha un debole per il ragazzo, prima lo ha fatto debuttare in Champions League contro il Malmoe e poi nelle ultime quattro partite di campionato lo ha schierato sempre titolare.

Venezia (1 maggio), Genoa, Lazio e Fiorentina. Prestazioni di spessore e in crescendo. Una escalation pazzesca, coronata con la chiamata del ct dell’Italia Roberto Mancini per lo stage della scorsa settimana e con la convocazione di Paolo Nicolato per l’Under 21. Quello che molti talenti sognano soltanto e altri raggiungono in tre-quattro anni, Miretti lo ha realizzato in meno di dodici mesi. Tutti motivi che permettono al piemontese, quest’estate alle prese anche con la Maturità al Liceo Scientifico, di ambire a un posto nella lista dei 100 del Golden Boy. Listone che, come da tradizione, sarà svelato il 15 giugno (i dettagli sotto).

Derby vinto

Miretti comincia a giocare nel suo Piemonte, nell’Auxilium Saluzzo, e poi si trasferisce al Cuneo. Ma già all’età di 8 anni, durante un torneo, viene notato dagli osservatori della Juventus. I bianconeri vincono il derby di mercato con il Torino, con cui Fabio si era anche allenato in precedenza, grazie alla fede juventina della famiglia e al servizio di navetta Saluzzo-Vinovo organizzato dal club che convince mamma Silvia e papà Livio. «Gioco in bianconero da 11 anni - ha raccontato Miretti -. Ho fatto tutto il settore giovanile nella Juventus». Dai Pulcini alla prima squadra, tanto in Champions («Il momento più intenso sono stati i 4 minuti contro il Malmoe») quanto in Serie A. E sempre con indosso la maglia della squadra del cuore.

Nedved e De Bruyne

Per il 18enne centrocampista della Juventus, Pavel Nedved è molto più che un vicepresidente. Quello della Furia Ceca è stato il primo poster in camera di Fabio, che da bambino dribblava il barbiere per avere i capelli lunghi come il Pallone d’Oro 2003. «Sì, il mio idolo - ha svelato Miretti recentemente - è sempre stato Nedved. Avevo 4 anni e lui mi piaceva tantissimo. Adesso il giocatore che mi affascina di più, e a cui mi ispiro maggiormente, è Kevin De Bruyne del Manchester City. Quello che mi stupisce del suo modo di giocare è la tecnica, ma soprattutto la visione di gioco: sa sempre come, quando e dove passare la palla. È davvero un fuoriclasse, un centrocampista completo sotto tutti i punti di vista».

Come il gioiello belga, anche Miretti è un multiruolo. Un vero e proprio tuttocampista. Un po’ trequartista, ma soprattutto mezzala o centrocampista centrale. Allegri nel finale di stagione lo ha alternato in mezzo al campo o un po’ più spostato sul centro-destra. Identica, però, è stata la risposta del ragazzo cresciuto nel settore giovanile juventino. Testa alta, massimo tre tocchi e palla giocata quasi sempre in verticale. Serenità disarmante, vista l’età, abbinata a una spiccata personalità e ad importanti doti di corsa e tecnica.

Pupillo di Max

Tanto che anche uno come Allegri, sempre abbastanza parsimonioso nei complimenti ai ragazzi, nel caso di Miretti ha faticato a contenersi: «Fabio è un 2003, ma si muove con la serenità di un veterano. Mi ha stupito la sua affidabilità. Gioca con tecnica e in verticale, che è una cosa che a me fa impazzire». Allegri, un po’ come tutti i tecnici che hanno allenato Miretti nella trafila in bianconero, non sembra volersi privare del ragazzo di Pinerolo, che molto probabilmente sarà confermato in pianta stabile in prima squadra nel 2022- 23. E dire che l’inizio tra i due era stato particolare, come testimonia un aneddoto raccontato da papà Livio: «A Napoli, nella prima trasferta in prima squadra, Fabio si è ritrovato in camera il mister steso sul suo letto. Era stupito, non sapeva cosa dire. Gli ha fatto presente che quella fosse la sua camera e Allegri gli ha detto: “Scusami, sono rimbambito”. Ed è andato via ridendo».

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