Golden Boy e Atp Finals: "È una Golden...Torino"

Pondini (Consorzio d’Asti): «Gli eventi sportivi come Finals e Golden Boy valorizzano la città e fanno conoscere i prodotti a partire dai nostri vini»
Golden Boy e Atp Finals: "È una Golden...Torino"

Torino più calda che mai, alla faccia degli stereotipi e dei luoghi comuni. Le Atp Finals a metà novembre, che hanno portato gli occhi del mondo al Pala Alpitour dove Sinner ha sfiorato la vittoria per poi rifarsi con gli interessi in Coppa Davis e, a inizio dicembre, la 21ª edizione del Golden Boy di Tuttosport a incoronare Jude Bellingham, hanno fatto rivivere alla città emozioni in stile Olimpiadi invernali 2006. Non solo Juventus e il Torino, ma anche altre declinazioni dello sport fanno brillare gli occhi sotto la Mole. Se ne sono accorti tutti, gli stranieri che attirati dall’idea di vedere le 8 migliori racchette al mondo hanno conosciuto le bellezze sabaude impreziosite dal tanto verde del Valentino e coloro che dagli schermi della tv sono rimasti abbagliati dall’aura di Bellingham. Che con uno smoking rivisitato in stile moderno ha sfilato nella affascinante cornice delle Ogr per ricevere il più prestigioso riconoscimento internazionale cui un giovane talento calcistico possa ambire.

A cotanta effervescenza ha voluto abbinare la propria, una eccellenza del territorio che da decenni risponde presente quando si tratta di festeggiare e liberare i sentimenti. Non ha voluto mancare il doppio appuntamento il Consorzio d’Asti, come spiega con orgoglio Giacomo Pondini, direttore del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato Docg: «Le occasioni sportive sono quelle che maggiormente richiamano occasioni di brindisi e celebrazioni. Vista la nostra peculiarità che ci vede così profondamente legati al territorio piemontese per le nostre origini è evidente che siamo attenti a tutte le opportunità che i grandi eventi sportivi possono dare per sposare il nostro brand. Così possiamo legare in maniera ancora più stretta il rapporto con le nostre zone utilizzando i grandi appuntamenti sportivi come vetrine per farci conoscere e apprezzare ancora di più non solo in Piemonte ma in tutta Italia, in tutta Europa e nel mondo. Del resto oltre il 90 per cento del Moscato Docg e Asti Spumante viene commercializzato fuori dall’Italia. Da Torino, sede di due appuntamenti top come Atp Finals e Golden Boy, abbiamo avuto la possibilità di lanciare il nostro marchio attraverso lo sport che è un veicolo dal punto di vista emozionale senza confronti. Tra l’altro i nostri cavalli di battaglia sono ideali per i momenti dei festeggiamenti e del brindisi e sono apprezzati per le loro qualità aromatiche in situazioni che più piacevoli è impossibile immaginare. Tra l’altro la bassa gradazione alcolica rende le nostre bottiglie adatte per qualsiasi momento in cui si vuole celebrare e festeggiare la felicità».

Nonostante le congiunture macroeconomiche non favorevoli, nel 2023 il settore dei vini ha tenuto, sgocciolando una flessione di pochi punti percentuali: «Anche il 2023 ci vede in linea con le aspettative per cui ci attesteremo poco sotto al soglia di 100 milioni di bottiglie, intorno ai 95, con una leggera contrazione rispetto al 2022. Stiamo cercando di riattivare l’espansione nei mercati asiatici che col triennio del Covid ha visto rallentare le nostre attività. Anche in Cina viene percepito in maniera positiva il nostro vino, soprattutto tra i giovani che lo scelgono per i momenti conviviali di gruppo». Espandersi nel mondo nei Paesi anche più lontani è uno degli obiettivi del Consorzio che raggruppa circa tremila viticoltori piemontesi per circa 250 gli imbottigliatori, con i contadini alle prese con le bizze ambientali: «Come sta incidendo il clima? A livello di qualità del vino non ci sono penalizzazioni. Dal punto di vista delle produzioni, invece sì, ci sono cali per via delle scarse precipitazioni e tra l’altro non è facile reperire l’acqua e la normativa non prevede che le viti possano essere irrigate a meno che non ci sia il rischio che la pianta muoia. Ma l’acqua scarseggia a prescindere». Cosa invece non scarseggia in Sinner e Bellingham è il talento: «Bellingham potrebbe essere un Asti Spumante e Sinner un Moscato d’Asti. L’inglese è più effervescente con la sua creatività, Jannik anche per il colore dei sui capelli lo abbinerei al Moscato d’Asti che è ben strutturato come il suo gioco solido». Infine una battuta sulla sua Juventus: «Non possiamo che essere felici per questo momento di rinascita. Io dico che il posto per la Champions non ci sfugge e potremmo anche centrare il bersaglio grosso». A quel punto, poi, ha voglia di cin cin in Italia….

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