Yamal esclusivo: “Che gioia il Golden Boy. Juve top club, ho visto Yildiz e…”

Intervista a Lamine: “Questo trofeo è un punto di partenza. Voglio il Mondiale con la Spagna, la Champions, altre Liga e il Pallone d’Oro: col mio Barça posso riuscirci”

Hanno esaurito gli aggettivi. E già da un pezzo. Almeno dal 14 luglio scorso, quando con la maglia della Spagna ha alzato al cielo da neo diciassettenne il cosiddetto “Trofeo Henri Delaunay”, la Coppa riservata a chi conquista il Campionato Europeo per Nazioni. Il più giovane calciatore di sempre (nato il 13 luglio 2007) ad andare a segno in una fase finale fra Europei e Mondiali. È accaduto durante la semifinale di Euro ’24 contro la Francia a Monaco di Baviera. Il supertalento mancino Lamine Yamal ha segnato lo scorso 9 luglio a 16 anni, 11 mesi e 28 giorni mentre un certo Pelé, “O Rei”, aveva autografato la sua prima rete in Coppa del Mondo (Svezia ’58, contro il Galles) a 17 anni, 7 mesi e 18 giorni. E in precedenza aveva già sbriciolato ogni record di precocità possibile e immaginabile in fatto di presenze e gol. Anche nel Golden Boy ha cancellato tutti.

Yamal, record su record

Addirittura il mitico Messi. Essì, perché il trionfatore di questa edizione 2024 si issa sul trono del miglior Under 21 dell’anno a soli 17 anni, 4 mesi e 14 giorni contro i 18 anni, 5 mesi e 20 giorni dell’argentino. Un primato che resisteva dal 2005, terza edizione del Golden Boy. Lamine è l’indiscutibile superstar del Barcellona. Il più richiesto, il più gettonato, il più fotografato: il ragazzo che ha scatenato un “hype” clamoroso. Con buona pace del 36enne capocannoniere della Liga e della Champions, Robert Lewandowski, e del suo “delfino” Raphinha. Il “nuovo messia”, la “perla della Masía” sta per raggiungere i 25 milioni di “followers” su Instagram. Impressionante l’avvio del fenomeno d’origine africana nonostante un infortunio (distorsione alla caviglia destra) che l’ha tenuto fermo 24 giorni a novembre: 6 gol e 12 assist (uno solo meno del leader in questa graduatoria Vinícius Júnior) nelle sue prime 20 presenze in tutte le competizioni stagionali. Cifre che ne illustrano l’importanza e il valore all’interno del gruppo “blaugrana” guidato dal tecnico Flick.

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Un 'teenager' allegro

Un “teenager” allegro, sorridente, che ama scherzare come e con i suoi coetanei. E che comunque, seppur proiettato precocemente nel mondo dello “showbiz”, cerca di condurre una vita il più normale possibile per una persona della sua età anche se ovviamente ci sono cose che non può più permettersi di fare. Come per esempio passeggiare più liberamente con gli amici senza doversi tappare col cappuccio per non farsi riconoscere. Alla vigilia della premiazione ufficiale in programma oggi a Torino, il numero 19 del Barça e della Spagna ci ha concesso un’intervista esclusiva. Una chiacchierata nella quale traspare il carattere d’acciaio di questo teeneger che la prossima estate, cioè al compimento della maggiore età, potrebbe essere blindato con un contratto fino al 2031 (l’attuale scade nel 2026) e relativa clausola rescissoria anti-Psg da 1 miliardo di euro.

Lamine 'Letal' e l'idolo Neymar

Una lucidità di pensiero, un’immediatezza di ragionamento e una concretezza sorprendente per un ragazzo della sua età che ci hanno fatto ricordare il “modus operandi” del giovane Cristiano Ronaldo, in particolare quando passò 18enne dallo Sporting Lisbona al Manchester United sotto la regia del superagente lusitano Jorge Mendes che non a caso è l’impresario di Lamine. Anche se in campo il baby-atomico “blaugrana” ricorda di più il brasiliano Neymar, fra l’altro suo idolo d’infanzia. Lamine “Letal”, così l’ha soprannominato la stampa iberica, si è presentato puntuale all’appuntamento via Zoom. Per la precisione con soli 5 minuti di ritardo, giustificati dal fatto che porta in bocca l’apparecchio fisso con i “brackets” e, come consigliatogli dallo specialista, deve lavarsi a fondo i denti tutte le volte dopo aver mangiato. Esercizio che esegue con rigorosa disciplina. In effetti aveva appena terminato il pranzo con la squadra dopo l’allenamento.

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Yamal, l'intervista esclusiva

Lamine, qual è stata la prima persona a dirti che avevi vinto il Golden Boy 2024? E con chi hai condiviso subito la notizia? «Ero alla “Ciutat Esportiva Joan Gamper” di Sant Joan Despí dove ci alleniamo. Me l’hanno comunicato gli addetti dell’ufficio stampa del Barcellona prima di pranzo. Ero felicissimo, ma forse non posso parlare di sorpresa assoluta perché i media scrivevano da tempo che ero il grande favorito, anche se mancava l’ufficialità. La prima persona a cui l’ho detto è stata mia mamma Sheila».

C’è una persona a cui vorresti dedicare il Golden Boy 2024? Magari il tuo fratellino Keyne o tua nonna paterna Fatima? «Sì certo, ma soprattutto alla mia famiglia in generale. Ognuno dei miei familiari ha avuto la sua parte e ha dato il suo contributo nel conseguimento del Golden Boy: mio padre che mi ha guidato all’inizio della carriera, mia nonna che mi ha cresciuto da bambino, il mio fratellino che ha bisogno del nostro supporto, ma che a sua volta mi dà l’affetto di cui ho bisogno. Lui è uno sprone per me, un piccolo-grande motivatore».

Qual è stato l’elogio più particolare, speciale, raro, che hai ricevuto per aver vinto il Golden Boy? «L’apprezzamento delle gente per strada. Passanti. Purtroppo non posso uscire molto perché non è facile, con l’abbraccio incessante dei tifosi. Ma è bello sentirsi apprezzato anche dalla gente comune oltre che dai sostenitori più caldi. Una sensazione piacevole. E soprattutto da donne anziane, nonne, che dicono cose rare, per esempio alle loro nipotine: “Ispìrati a lui e vincerai anche tu”... Troppo divertente».

Il tuo giovanissimo papà Mounir Nasraoui, 32 anni, è nato a Larache in Marocco (mamma d’origine equatoguineana): parli anche l’arabo? «Wakha (ndr: sì). Ho parecchi amici marocchini, ho trascorso parecchio tempo da piccolo con mia nonna paterna, sono stato in Marocco, i miei cugini e anche mio papà mi parlano in arabo... ».

Allora... Al salàm u’alaykum. «Wa ’alaykum al salàm».

Molto bene, proseguiamo. Come ti chiamano i tuoi genitori e i tuoi amici? Lamine o Yamal oppure hai un soprannome? «In vari modi, sì. Dipende. Mia madre mi chiama Lamine oppure Mio Bambino, papà mi dice direttamente Figlio, mia nonna Yamal (ndr: in arabo significa Bello mentre Lamine vuol dire Protettore, Custode e di conseguenza Onesto). Diciamo però che la maggior parte della gente che mi conosce si rivolge a me chiamandomi Lamine».

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"Il Golden Boy? Una grande felicità"

Guardando l’albo d’oro del premio ci sono alcuni nomi impressionanti. Che effetto ti fa, a soli 17 anni, essere accanto a stelle planetarie come quelle che ti hanno preceduto? «Una grande felicità, un onore. Il primo passo di una grande carriera che spero di avere. Anche se so bene che i premi individuali sono figli di quelli collettivi. Quindi io voglio continuare a far bene nel Barça e nella Spagna in modo da poter accumulare altri trofei. Di squadra e individuali. E in ogni caso la conquista del Golden Boy è un gran bel punto di partenza per un giovane calciatore. Tutti i ragazzi nel mondo ambiscono a vincerlo».

Il regolamento dice che il Golden Boy può essere vinto solo una volta nella vita: quale sarà il tuo prossimo obiettivo individuale per il futuro? «Se vinco con il Barça, soprattutto la Champions, avrò più possibilità per puntare al trofeo individuale che corona la carriera di un giocatore: il Pallone d’Oro (ndr: quest’anno s’è piazzato all’ottavo posto immediatamente dietro Lautaro Martínez ma davanti a “pezzi da novanta” come gli “over 30” Kane e Kroos). Nessun giocatore conquista premi individuali se non riesce a vincere nulla collettivamente con la sua squadra. Dunque vincendo a livello collettivo sarò più vicino ai premi individuali perché una cosa è la conseguenza dell’altra».

Chi sarà secondo te il favorito per la vittoria del Golden Boy 2025? Cubarsí è fenomenale, è stato etichettato come il nuovo Piqué, ma è un difensore e i difensori di solito ricevono molti meno voti rispetto agli attaccanti o ai centrocampisti: in 22 anni di Golden Boy solo una volta il successo è arriso a un difensore, l’olandese De Ligt quando era capitano dell’Ajax. «Io sono convinto che Cubarsí, mio coetaneo classe 2007, abbia tutte le carte in regola per conquistare il Gol den Boy 2025 anche se è un difensore. Potrà essere il secondo difensore a vincerlo. Io che gioco con lui e mi alleno tutti i giorni con lui, noto che il suo livello è incredibile. Penso sia già da considerare come uno dei più forti difensori d’Europa, nella Top 5».

Un altro candidato forte potrebbe essere il turco Yildiz della Juventus, vincitore del Golden Boy Web: il preferito dai tifosi. Che te ne pare? «È un gran giocatore, uno di grande qualità. L’ho visto in azione in tv con la Turchia agli Europei. Una mezza punta che parte dalla sinistra e fa cose egregie. Poi gioca in un grande club come la Juventus».

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Lamine e gli obiettivi del futuro

Il Barça è la squadra record del Golden Boy con 4 vittorie (Messi, Pedri, Gavi, Lamine): per te c’è una ragione logica in questa statistica? «Direi semplicemente perché il Barcellona è la società che storicamente vanta un vivaio formidabile, il migliore del mondo. La celebre scuola della Masía. Basta guardare quelli che hanno disputato l’ultimo “Clásico” a Madrid: Cubarsí, Fermín López, Casadó, io e Gavi... La scommessa della società su tanti giovani dà loro fiducia ed è per questo che molti del vivaio figurano in questa lista. Rifacendoci al motto del club potremmo anche dire “Més que una cantera”... ».

Qual è l’avversario più difficile che hai affrontato finora? «David Raum, il laterale sinistro della Germania e della RB Lipsia. Un difensore coriaceo, arcigno. All’Europeo nei quarti di finale contro i tedeschi si è dimostrato un rivale ostico da superare (ndr: nel secondo tempo lo spagnolo ha regalato a Dani Olmo l’assist per l’1-0, poi Raum è stato sostituito)».

A parte la partita del febbraio scorso a Napoli in Champions League (ndr: 1-1, andata degli ottavi) eri già venuto in Italia per giocare una partita con la squadra giovanile? «Sì, la prima volta nel 2021 con una Under della Spagna. A Firenze, città fra l’altro bellissima. Disputammo due amichevoli: vincemmo la prima 2-1 e la seconda non ricordo, mi pare di aver segnato il primo gol in gara-uno».

Hai scelto anche di essere “testimonial” di Dolce&Gabbana, “griffe” italiana molto prestigiosa a livello mondiale... «Mi piacciono i capi D&G, incontrano il favore e l’apprezzamento dei giovani a quali mi rapporto. Un stile di abbigliamento che fa tendenza e si sposa con i miei gusti. Trendy, moderno ed elegante».

Pensando ai record che hai battuto e ai titoli che hai già vinto, come vedi la tua carriera professionale quando avrai 20-22-25-27 anni? «Entro i ventun anni il mio obiettivo e quello di vincere il Mondiale con la Spagna, la Champions League e altri due titoli di Lega con il Barça».

Per concludere, quale messaggio ti senti di dare a tanti adolescenti nel mondo che sognano di emularti e di percorrere il tuo cammino professionale? «Quello di lavorare, lavorare duro, non abbattersi, non arrendersi mai. Lottare sempre e strenuamente perché solo così si può arrivare in alto, al top. Pensare positivo e anche divertirsi. Perché il calcio resta un gioco. Ma come dice il proverbio: chi si ferma è perduto».

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Hanno esaurito gli aggettivi. E già da un pezzo. Almeno dal 14 luglio scorso, quando con la maglia della Spagna ha alzato al cielo da neo diciassettenne il cosiddetto “Trofeo Henri Delaunay”, la Coppa riservata a chi conquista il Campionato Europeo per Nazioni. Il più giovane calciatore di sempre (nato il 13 luglio 2007) ad andare a segno in una fase finale fra Europei e Mondiali. È accaduto durante la semifinale di Euro ’24 contro la Francia a Monaco di Baviera. Il supertalento mancino Lamine Yamal ha segnato lo scorso 9 luglio a 16 anni, 11 mesi e 28 giorni mentre un certo Pelé, “O Rei”, aveva autografato la sua prima rete in Coppa del Mondo (Svezia ’58, contro il Galles) a 17 anni, 7 mesi e 18 giorni. E in precedenza aveva già sbriciolato ogni record di precocità possibile e immaginabile in fatto di presenze e gol. Anche nel Golden Boy ha cancellato tutti.

Yamal, record su record

Addirittura il mitico Messi. Essì, perché il trionfatore di questa edizione 2024 si issa sul trono del miglior Under 21 dell’anno a soli 17 anni, 4 mesi e 14 giorni contro i 18 anni, 5 mesi e 20 giorni dell’argentino. Un primato che resisteva dal 2005, terza edizione del Golden Boy. Lamine è l’indiscutibile superstar del Barcellona. Il più richiesto, il più gettonato, il più fotografato: il ragazzo che ha scatenato un “hype” clamoroso. Con buona pace del 36enne capocannoniere della Liga e della Champions, Robert Lewandowski, e del suo “delfino” Raphinha. Il “nuovo messia”, la “perla della Masía” sta per raggiungere i 25 milioni di “followers” su Instagram. Impressionante l’avvio del fenomeno d’origine africana nonostante un infortunio (distorsione alla caviglia destra) che l’ha tenuto fermo 24 giorni a novembre: 6 gol e 12 assist (uno solo meno del leader in questa graduatoria Vinícius Júnior) nelle sue prime 20 presenze in tutte le competizioni stagionali. Cifre che ne illustrano l’importanza e il valore all’interno del gruppo “blaugrana” guidato dal tecnico Flick.

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