Italia, Conte rivela: «Premier? Mi voleva il Manchester United»

Il ct: «Premier? Mi voleva una squadra inglese forte che ha preso un allenatore moto forte che allenava una nazionale. Cassano ha rifiutato la Juve? Lo hanno chiamato a mia insaputa. Il lavoro sul campo è molto poco, il cruccio che mi porto dentro. Ogni tanto lo esterno quando inizio a scocciare e chiedo gli stage»
COLOGNO MONZESE (MILANO) - Il "poco lavoro sul campo" è il cruccio del ct della Nazionale Antonio Conte che, ospite di 'Grand Hotel Chiambretti', ha confermato di essere stato corteggiato durante la scorsa estate da una squadra inglese, molto probabilmente il Manchester United. "Lascia la Nazionale?", gli ha domandato Piero Chiambretti. "No, io vorrei lavorare. Il lavoro sul campo è molto poco, il cruccio che mi porto dentro. Ogni tanto lo esterno quando inizio a scocciare e chiedo gli stage", ha risposto Conte durante la registrazione del programma in onda questa sera su Canale 5.

CONTE E LO UNITED - E quando il conduttore lo ha incalzato sull'offerta di una squadra della Premier League, ha ammesso: "È una squadra inglese forte che ha preso un allenatore moto forte che allenava una nazionale", proprio come il Manchester United, che si è affidato all'ex ct dell'Olanda Louis Van Gaal. "La Nazionale è una sfida a livello personale, per il fatto di poter diventare allenatore in un posto dove di solito devi selezionare - ha aggiunto l'ex allenatore della Juventus -. La sfida più importante è far diventare questa nazionale una squadra, è il primo modo per raggiungere obiettivi importanti".

CONTE SU CASSANO - "C'è sicuramente da lavorare sulla testa dei calciatori, non solo Balotelli, per fargli capire delle cose. Io a volte grido": è una delle considerazioni del ct azzurro Antonio Conte sul palco di 'Grand Hotel Chiambretti', in onda questa sera su Canale 5. Intervistato da Piero Chiambretti, Conte ha anche commentato le dichiarazioni di Antonio Cassano, che ha detto di aver rifiutato quattro volte la possibilità di giocare con la Juventus: "Se l'hanno chiamato, l'hanno fatto a mia insaputa - ha sorriso l'ex allenatore bianconero -. È un ottimo giocatore, un grande fantasista, ma abbiamo sempre spostato il nostro interesse su altri obiettivi".

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