Se la Nazionale è imbavagliata dai club

Se la Nazionale è imbavagliata dai club© Marco Canoniero

Dicono che nel calcio la comunicazione sia tutto. Dicono. Soprattutto al tempo dei social, dei post, dei video che in tempo reale infestano il mare magnum della Rete. Anche se l’immenso Umberto Eco, con cognizione di causa e in tempi non sospetti, sosteneva: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». Parole sante. Qui, però si parla di ciò che è accaduto ieri, a Coverciano, nel ritiro della Nazionale già qualificata a Euro 2020 con due turni d’anticipo, impresa memorabile ricordando da quali macerie il bravissimo Roberto Mancini sia stato costretto a ripartire.

Due anni fa come ieri, addì 13 novembre 2017, Milano, stadio Giuseppe Meazza di San Siro, l’Italia di Ventura veniva buttata fuori dalla Svezia nella corsa alla fase finale del Mondiale Evento senza precedenti in sessant’anni. L’opera di Mancini è stata ciclopica: qualificazione all’Europeo guadagnata con due turni d’anticipo; eguagliato lo storico record di vittorie consecutive stabilito da Vittorio Pozzo ottant’anni or sono con facoltà di migliorarlo domani sera nel bosniaco stadio di Bilino Polje; ricostruita l’immagine della Nazionale puntando sul gioco e sull’ondata di talenti dell’ultima generazione; riaccesa la passione dei tifosi. Certo, nessuno è perfetto: lo dimostra l’orripilante terza maglia verde nulla, nel senso che nulla ha a che fare con la storia e il prestigio dell’Italia 4 volte campione del mondo, una volta campione olimpica e d’Europa. Grazie a Dio, ci dicono avrà vita grama. Alle urticanti scelte cromatiche si accompagnano le difficoltà federali di opporsi a quei club che, a seconda dell’aria che tira in casa loro, quando mandano i propri giocatori in Nazionale, li imbavagliano, imponendo di non parlare, di dribblare gli incontri con i mezzi d’informazione.

Stefano Salandin, nostro impeccabile inviato al seguito dell’Italia, ci ha raccontano di come Belotti ieri fosse atteso all’incontro con i cronisti, sebbene non ufficialmente annunciato, ma sia stato incaricato Acerbi di farne le veci. Il compito è riuscito benone al laziale, gran signore e gran giocatore. Rimane la questione: ieri Belotti che, racconta Salandin, magari avrebbe anche avuto una gran voglia di raccontare il suo momento felice, ma si è dovuto adeguare ai chiari di luna granata. Per ragioni diverse, informa sempre Salandin, Donnarumma e Insigne non favellano pubblicamente a Coverciano dove, non volendo dissertare delle vicende milaniste e napoletane, almeno di Italia potrebbero parlare. Invece no. Prevalgono le superiori ragioni dei club. Domanda a Gravina: può la Federcalcio, nella casa della Nazionale, cioè in casa sua, subire o tollerare il bavaglio dei club? Risposta: assolutamente no. Urge cambiare registro.

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