Italia, nuovo corso giovane: Raspadori colpisce, Donnarumma conserva

L'attaccante del Napoli di nuovo a segno dopo il gol all'Inghilterra. Il portiere respinge tutto e ammette: "Ci serviva una serata così"
Italia, nuovo corso giovane: Raspadori colpisce, Donnarumma conserva

Quanto Giacomo Raspadori crea, Gigio Donnarumma conserva. Sono loro i volti più luminosi dell’Italia che ieri sera ha conquistato la Final Four di Nations League andando a vincere alla Puskas Arena di Budapest: 2-0 all’Ungheria e sorpasso al primo posto servito. Altri 90’ di sostanza offerti dalla squadra di Roberto Mancini, dopo quelli di venerdì contro l’Inghilterra. E, cosa più confortante di tutte, da parte di una squadra in cui i giovani abbondavano ancora tra i titolari, terzetto iniziale di difesa escluso. Basti vedere l’attacco, dove al fianco del 2000 Raspadori è partito il 2003 Wilfried Gnonto, per una prima linea fresca e veloce.



E l’attaccante del Napoli ha concesso il bis, dopo la rete che aveva messo sotto gli inglesi a Milano, prima tappa del rinascimento autunnale. Il foliage stagionale si è tinto di azzurro, in una ripartenza inattesa e repentina dopo il 5-2 incassato il 14 giugno dalla Germania e che tanti dubbi aveva sollevato sulla gestione Mancini, unitamente alla botta per l’eliminazione dai playoff mondiali contro la Macedonia del Nord. Raspadori ha offerto una prova opposta a quella di San Siro, quando la splendida rete della vittoria era giunta dopo una serata fino a quel momento tanto generosa quanto frenetica. Ieri no. Il bomber tascabile azzurro è entrato in sintonia da subito con il match, dispensando assist con palla in movimento e su calcio di punizione. Poi si è messo in azione in area ungherese, pronto a colpire dopo l’errore che aveva liberato Gnonto a tu per tu con Gulacsi. Una rete da opportunista, cui hanno fatto seguito altri gioielli, come l’assist per Di Lorenzo (con tiro che faceva urlare al 2-0) e una conclusione respinta dal corpo di Kerkez.



Un primo tempo da applausi, con passaggio di testimone a Donnarumma nell’intervallo. In realtà il portiere del Psg non era stato irreprensibile in precedenza. con una uscita a vuoto al 41’ che non si era tramutata nel pareggio per una serie di circostanze fortunate. Ma, nella ripresa, tutta un’altra musica da subito. E la prima serie di parate è da antologia, in successione sulle conclusioni di Nego, quindi Szoboszlai, poi Styles e, sulla ribattuta, Adam Szalai, negando all’attaccante la gioia di una rete nell’ultima partita in Nazionale. Interventi cui facevano seguito altre due meraviglie, prima di piede su un colpo di testa di Styles e poi su una tiro deviato da Bonucci. Una partita che ha restituito Donnarumma in tutto il suo splendore, ricordando all’Italia di poter contare su un portiere che, ad appena 23 anni, ha già raggiunto 49 presenze in Nazionale: «Ci voleva una serata così - commenta Gigio - per ridare un po’ di entusiasmo all’ambiente. La mancata qualificazione al Mondiale è una ferita ancora aperta: volevamo ripartire per noi, per chi credeva in noi, per l’Italia. Sono state due vittorie fondamentali. Le parate? Serve il dono di Madre Natura e serve tanto lavoro su se stessi. Io l’ho fatto dopo quell’errore contro la Germania: eravamo sul 4-2 per loro, la partita era in discesa e l’ho ammazzata. Il mio modo di stare in campo però non cambia. Sono tranquillo e sereno nello spogliatoio, scherzo e mi concentro al momento di entrare in campo. Per noi portieri è dura quando si sbaglia. L’unica cosa da fare è restare sempre concentrati, sul pezzo».

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