Italia, un laboratorio di idee tra modulo e giovani: 54 debuttanti per Mancini

La Nazionale riparte puntando su esperienza e volti nuovi. Il ct ha lavorato sul gruppo anche a livello morale e motivazionale: a Tirana si è visto un innovativo 3-4-3
Italia, un laboratorio di idee tra modulo e giovani: 54 debuttanti per Mancini© Getty Images

INVIATO A TIRANA - È perfino fisiologico che in certe situazioni si fatichi a sintonizzarsi subito sulla frequenza giusta della realtà dei fatti. Come è capitato alla Nazionale che ha iniziato la gara contro l'Albania in evidente apnea mentale, con lo stesso Roberto Mancini che ha metabolizzato il fischio d'inizio restando seduto in panchina in maniera inusuale, lui che subito prende possesso dell'area tecnica per far sentire la propria vicinanza alla squadra. Fisiologico perché erano davvero antitetiche le premesse psicologiche di avvicinamento alla gara: entusiasmo e carica per l'evento quello dell'Albania; depressione latente e pensiero stropicciato al Mondiale sfumato quello dell'Italia. Non è un caso, del resto, che due delle quattro gare vinte dall'Italia in rimonta coincidano con altrettanti momenti psicologici di bassa intensità: con la Turchia giusto due giorni dopo la maledetta eliminazione contro la Macedonia e la seconda, appunto, a Tirana nell'approssimarsi del Mondiale. Fisiologico, umano persino. Ciò che invece non è affatto scontato, e che fa ben sperare per il cammino futuro della Nazionale, è la reazione che si è vista in entrambi i casi. Lo scuotimento morale e psicologico che ha innescato, appunto, le due rimonte, segno che il lavoro del ct non trascura, tanto nella scelta quanto nel lavoro, di curare l'aspetto emozionale e motivazionale.

La ricerca dei giovani

Anche a questo, crediamo, mira l'inesausta ricerca di giovani da inserire nei quadri azzurri accanto allo zoccolo duro che gli garantisce qualità e personalità (da Bonucci a Verratti, da Jorginho a Locatelli, da Chiesa - tornato dopo l'infortunio al ginocchio - e ora a Grifo). Perché, oltre a “godere” per queste scoperte da rabdomante del talentocalcistico, è convinto di come i giovani possano portare freschezza e non risultino zavorrati dalle sovrastrutture che appesantiscono pensieri e azioni dopo le sconfitte e, ahinoi, anche dopo le vittorie. Così anche a Tirana è proseguito l'innesto dei giovani virgulti: da Fagioli a Pinamonti sino al record di Pafundi. Una lavoro profondo e vasto, come sintetizzano i numeri: 54 debuttanti su 99 giocatori convocati di cui 87 impiegati. Questa nuova ripartenza Manciniana ha portato anche a una modifica tattica con l'attuazione della difesa a tre, uno dei sistemi più utilizzati in campionato ma che il ct ha pensato di declinare secondo le proprie predilezioni offensive innestandolo su un centrocampo a quattro, e non a cinque, e un tridente in attacco. Un sistema interessante e piacevole in fase offensiva, ma da verificare contro avversari più probanti perché il centrocampo così assettato non garantisce gran protezione alla difesa. Soprattutto se i due centrali non hanno l'abitudine a lavorare parecchio in fase di filtro. Si è vista, per esempio, la differenza in tal senso quando è entrato Ricci, che è più “costruttore”, al posto di Tonali. A proposito: il centrocampista del Milan sta meglio, dopo la botta alla testa. ma ha lasciato il ritiro per andare a proseguire le cure a Milano, tanto più che domenica a Vienna non avrebbe giocato per turnover. Sarà un'altra gara, quella al Prater - nella quale sarà assente anche Pasquale Mazzocchi vittima di un infortunio ieri in allenamento - che richiamerà comunque tanti tifosi davanti alla tv come è successo mercoledì sera: 4,4 milioni in tv per uno share di 21,7 che hanno reso il programma più seguito della prima serata. Sì, un altro motivo per smoccolare, da domenica in avanti

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