Jorginho e Verratti
"Andiamo a giocare partire importanti, quindi abbiamo bisogno di spessore internazionale e di esperienza. In questo momento è fondamentale il minutaggio. All'inizio di una preparazione, calciatori come quelli che ho lasciato a casa, tipo Verratti o Jorginho, è impensabile portarli dentro".
Sui rapporti con i club e gli allenatori
"So le difficoltà che hanno i club con le convocazioni della Nazionale, ma il club deve sapere che il bene della Nazionale è il bene di tutto il calcio italiano. È qualcosa che gli viene restituita e non dobbiamo essere mai in contrasto. Io dal punto di vista tecnico cercherò di avere un rapporto continuo con gli allenatori, ho già iniziato a chiamare qualcuno. Stessa cosa con i calciatori. Ci sono dei giocatori non convocati che meritavano di essere messi al corrente prima che venisse scritto sui giornali e l'ho fatto. Per quanto riguarda la percentuale di italiani in Serie A, viene facile riprendere un detto indiano: 'Non è dove nasci che rivela la figura alla quale appartieni, ma dove muori'. Quindi bisogna cercare anche in altre parti del mondo. Non contano i documenti in tasca, ma la partecipazione e la voglia di far crescere il nostro calcio. Noi non abbiamo alibi, abbiamo una storia di personaggi come Lippi, Bearzot, Pozzo che ci ha indicato la nostra strada. Non ci sono scuse, non ci sono alibi. Dobbiamo dare continuazione a quella storia. Una storia bellissima e che ci rappresenta benissimo".
L'eredità di Mancini
"Nella mia testa prendo come esempio tutte le cose di cui ho parlato adesso, di tutti i personaggi che mi hanno preceduto. Anche da Mancini eredito una buona Nazionale. Ha vinto un Europeo, ha vinto 37 partite consecutive, un record nel mondo, ha lanciato molti giovani e lo ha fatto in maniera imponente, andare a scoprire talenti che possono esserci utili. Poi, bisogna cancellare assolutamente quell'amarezza di due risultati che ci sono successi (i Mondiali, ndr). Dobbiamo prendere le distanze dal credere di fare parte di un calcio minore, che non appartiene alla nostra storia e poi andare a cercare di fare un calcio che piaccia a tutti. La giusta via di mezzo è quello che riesce a prendere più cose e far partecipare più anime e rendere più redditizio il lavoro che fai. Noi vogliamo fare un calcio che assomigli a quello di una Nazione forte come l'Italia".