Ahia Donnarumma, altro errore capitale: giusto sia titolare dell'Italia?

Da Palermo a Skopje, due errori micidiali del portiere del Psg che, fra i molti dolori, bruciano ancora di più
Donnarumma© Getty Images

Da Palermo a Skopje, la maledizione macedone ha colpito ancora la Nazionale. Doveva vincere, ha pareggiato, ma ha rischiato di perdere e adesso la sua corsa verso l'Europeo si è maledettamente complicata. Frustrante è stato il debutto di Luciano Spalletti, tradito da Donnarumma sulla punizione di Bardhi che l'ha visto partire in ritardo, come quando Trajkovski l'aveva infilato a Palermo. Da Palermo a Skopje, due errori micidiali del portiere Psg che, fra i molti dolori, bruciano ancora di più: è arrivato il momento di interrogarsi se Donnarumma debba continuare a essere titolare.

L'Italia ha giocato un buon primo tempo, è passata in vantaggio con il gol di Immobile all'inizio della ripresa e, subito, si è inopinatamente afflosciata, subendo il ritorno dei macedoni sino al loro meritato pareggio. Le buone intenzioni dell'avvio, le occasioni create, il palo di Tonali, il movimentismo di Immobile che ha degnamente onorato la fascia di capitano avevano illuso che gli azzurri potessero avere ragione dei rivali. Senonché, nella ripresa hanno rovinato quanto di positivo avevano costruito durante i primi quarantacinque minuti. Spalletti ha provato e riprovato a svegliare la brutta addormentata e c'è riuscito, ma non per colpa sua, perché la Nazionale ha commesso l'errore fatale di accontentarsi dell'1-0 e si è svegliata solo dopo essere stata raggiunta. Le partite non finiscono mai, si dice, malauguratamente l'Italia ha pensato che la sua fosse terminata al minuto 47, dopo il gol del capitano della Lazio. La verità è che con Spalletti come già con Mancini, la Nazionale fatica terribilmente a concretizzare le occasioni create e non è un caso se, a parte Malta, nel gruppo C l'azzurra sia la squadra che abbia segnato poco: 4 gol in 4 partite, uno meno dell'Ucraina e della Macedonia del Nord, 12 meno dell'Inghilterra.

Spalletti, ora l'Ucraina

Ora Spalletti ha tre giorni per preparare un'altro giudizio di Dio: l'entusiasmo, l'orgoglio, la passione che l'allenatore ha immediatamente portato nella squadra non sono stati recepiti appieno da un gruppo in palese difficoltà atletica nella ripresa, quando i macedoni correvano e gli azzurri camminavano. A San Siro sarà durissima contro l'Ucraina che ha imposto il pareggio agli inglesi e, soprattutto, ha in corpo motivazioni tali da renderla un'avversaria molto più temibile e molto più forte della Macedonia. Il terreno del Meazza non è certamente il campo di patate dell'Arena di Skopje, ma le patate c'erano sia per gli azzurri sia per i macedoni. Amare per i primi, dolci per i secondi. Sono trascorsi 534 giorni dalla sciagurata notte di Palermo e, stavolta, ci è andata pure bene. Coraggio, Luciano: la montagna da scalare è impervia, ma la devi scalare. Ora più che mai, il nuovo ct ha bisogno del sostegno di tutti. A cominciare dalla Nazionale che manda in campo.

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