Spalletti: L'Italia deve stare a cuore a tutti, anche a Sarri. Su Kean...

Il ct azzurro parla in conferenza stampa nel primo giorno di raduno che porterà la Nazionale agli impegni contro Malta ed Inghilterra
Spalletti: L'Italia deve stare a cuore a tutti, anche a Sarri. Su Kean...© Getty Images

COVERCIANO - Parla in conferenza stampa Luciano Spalletti nel primo giorno di raduno della Nazionale a Coverciano per prepararsi alle sfide delle qualificazioni ad Euro 2024 contro Malta ed Inghilterra. Il ct azzurro interviene sulle parole di Sarri che aveva dichiarato di preferire i giocatori a Formello al ritiro con l'Italia: "Sarri lo stimo perchè è uno di quelli che ha sentimento per questo sport, che ha amore, alla ricerca di cose nuove per dare slancio a prendere le cose migliori. Penso che abbia detto una cosa giusta, anche io quando ero nei club quando i giocatori andavano in Nazionale ero dispiaciuto, magari che tornavano infortunati. Il messaggio è che vogliamo mandarli indietro migliorati e che la maglia della Nazionale deve stare a cuore a tutti, anche a Sarri. L'Italia è al primo posto per importanza dalla quale tutti si può prendere cose per fare un calcio migliore. Il lavoro del club Italia va a braccetto, il mio tentativo è quello di trovare le soluzioni alle difficoltà".

Spalletti e le parole su Kean

Sull'attacco della Nazionale Spalletti spiega: "Immobile ci è giunta la comunicazione del medico della Lazio che aveva un problema di natura fisica e che non sapevano se avrebbe recuperato. Ho telefonato a Martusciello e Sarri che mi hanno risposto con disponibilità, dopo aver parlato con loro ho parlato con il calciatore e abbiamo tutti insiee contribuito alla conclusione che era meglio farlo restare a riposo. Non ha neppure giocato con l'Atalanta. Kean non so che comportamento abbia avuto precedentemente. Per me i miei calciatori sono creature speciali e li tratto da tali, però allo stesso tempo voglio risposte speciali, perchè qui non si viene a ridacchiare dietro a quello che si fa in campo". Poi aggiunge sull'attaccante bianconero: "Qui viene a stare sereni a divertirsi se possibile, un gioco che richiede serietà e professionalità e andando a fare delle ricerche. "Niente teste di cazzo", il libro degli All Blacks sarà il mio regalo di Natale. Se noi viviamo intensamente un rapporto poi ci rimarrà quando saremo in pensione, abbiamo usato il tempo in maniera corretta. Poi conta il risultato, dobbiamo trovarlo per arrivare al giorno dopo. Dobbiamo impegnarci e totalmente per il tempo che abbiamo a disposizione".

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Spalletti e Allegri: "Mi sta simpatico"

Sul ruolo del centravanti chiarisce: "In questo calcio che s'è evoluto c'è necessità di motore e scocca, ma anche tecnica. C'è da riempire lo spazio dei 95 minuti con cose che tutti devono mettere dentro. La fisicità e il motore che hai è un presupposto di partenza: potessi scegliere, lo scegliere come due centravanti che ho già qui, ovvero Kean e Scamacca. Scamacca è forse un po' più pulito tecnicamente, come tocco di palla e qualità nello stretto. Kean è uno più fisico, più massiccio dal punto di vista d'impatto, di copertura di campo e di metri. Fa più strada. Da quando sono andato a trovare Allegri e ci ho parlato mi ha fatto una grandissima impressione. Con Allegri io non ho assolutamente nulla, anzi, mi sta molto simpatico. E Kean ha fatto vedere che può essere un calciatore che può vestire questa maglia. Poi verrò a conoscenza anche dei suoi comportamenti qui dentro e ne parlerò con lui: divento un soggetto scomodo con coloro che non hanno subito chiaro ciò che deve essere il loro comportamento qui. Raspadori ha tutte e due le cose degli altri, gli manca probabilmente un po' d'altezza per la palla buttata perché poi molte partite si vincono sui piazzati, sui colpi di testa, quando le squadre si mettono col blocco difensivo basso. Lui ha tecnica da vendere, destro e sinistra, inventiva e imbucate, è un centravanti con altre caratteristiche può giocare anche con un altro centravanti. Per concludere, sono messo benissimo, ho tutto ciò di cui ci necessità".

Spalletti e il primo mese a Coverciano

Queste le parole di Spalletti sul suo primo intero mese da ct: "Le considerazioni sono influenzate dal piacere di viere questa posizione professionale. Sono tutte molto belle e positive, qualsiasi pensiero. Si possono trovare problemi e complicazioni, però fanno parte del gioco e ci sono in tutte le professioni. Come vivere le esperienze dipende da me e il mio dipendere è sempre positivo. E' uno stile di vita che mi sono ritagliato per stare bene dentro la tuta che indosso giornalmente, poi se la tuta ha questo colore e sei chiamato ad indossare l'uniforme dell'Italia è una roba bellissima. Conoscenze le ho approfondite, anche se si resta a casa in questo mese, con Emiliano ci siamo sentiti minimo due volte al giorno, col presidente tutti i giorni, con tutti i componenti abbiamo approfondito una conoscenza del lavoro da fare. Mi ha permesso di venire in contatto con molti dei miei colleghi, anche di quelli che non conoscevo. Poterli veder lavorare sul campo, per cui è un lavoro bellissimo che ti permette di lavorare per diventare migliori degli altri. Le conoscenze, i rapporti, quello che si percepisce, ti fanno diventare migliore. Debbo impegnarmi ogni giorni di più".

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Spalletti e le condizioni di Chiesa e Zaccagni

Sul forfait di Zaccagni: "A sinistra c'è Kean, Raspadori, Zaniolo. Spero ci siano anche Chiesa e Zaccagni: quest'ultimo l'ho lasciato a casa perché ieri sera gli hanno fasciato la caviglia, potevo mica obbligarlo a venire? Lo riguardano loro oggi, senza fretta, perché poi tanto è lui. Probabilmente la società spera nel discorso di cui Sarri è portavoce, ma poi ci sono anche i ragazzi che vengono qui volentieri e se sta bene è chiaro che lo portiamo. Se poi è titubante, resta a casa. Perché non si vogliono qui giocatori che vengono forzati: chi vuole restare in vacanza ce lo dice e noi siamo disponibili. Non vogliamo chi non ha a cuore le sorti della Nazionale". Mentre su Chiesa precisa: "L'altra volta ci è successo che lo abbiamo mandato via e ha giocato. Secondo la società c'è pochissimo, poi conta lui. Vedrà le diagnosi, parlerà con i medici di Juve e Nazionale, lui risponderà e poi prenderemo la decisione se rimane o se va via. Fiducia con i club, noi vogliamo andare a sentire come la pensano, a valutare. La Juventus non è rimasta sorpresa da questa convocazione. Abbiamo fatto ulteriori approfondimenti, tanta stima tra i medici, oggi si valuta".

Spalletti, Bonaventura e la sfide a Malta e Inghilterra

Sulla chiamata di Bonaventura Spalletti è diretto: "L'altra volta ho fatto fatica a non chiamarlo, è un po' il Pellegrini della situazione. E' il centrocampista più offensivo che sa stare trequartista, sa buttarsi esterno. Ha una gestione della palla totale. Ha tiro da fuori area, gol, inserimento, ciò che ci ha fatto vedere anche ieri. L'unica cosa su cui ero titubante era l'età, ma se quelli di questa età fanno vedere queste cose bisogna portare anche lui". Nel mirino Malta e Inghilterra: "Grande autostima e senza rispetto ci rende presuntuosi, il contrario ci rende deboli. Per cui abbiamo davanti due partite difficili, attraverso comportamenti ben visibili possiamo dare forza all'immagine della Nazionale. Non snobbiamo nessuno e non abbiamo difficoltà a presentarci a Wembley a fare quelal che sarà la nostra partita. Abbiamo nel mirino tutte e due le gare, cercheremo di fare le formazioni per avere i calciatori puliti per fare una squadra forte. Non si prendono decisioni a lungo termine sulle basi di emozioni momentanee".

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Orsolini e la non convocazione di Spinazzola

"Le seconde squadre dipendono dall'uso che se ne fa. Molte soluzioni che possono venire internamente, per noi può essere quelli dell'Under 21 come seconda squadra. Due tre di quelli allertati sono dell'under 21. Con Orsolini ci ho parlato dopo la partita e gli ho spiegato il mio modo di ragionare anche dopo una tripletta. Ha contribuito anche l'altra volta ad essere uno facile di richiamare. Qui poi ci si vuole allenare, averne 28 è difficile perchè qualcuno è scontento se non gioca. Udogie se servirà un centrocampista più fisico può giocare, Spinazzola l'ho lasciato a casa malvolentieri e ci ho parlato. Dimarco può giocare a cinque, Biraghi invece è abituato a quattro. Sono tante le motivazioni per le scelte fatte nei convocati".

Spalletti: ecco il numero degli allertati

Dalla Nazionale il ct si apsetta: "Dedizione, sacrificio e impegno. La felicità di ogni essere umano è quella che riesci a far vivere alle persone che ti vogliono bene. Il pensiero è per quelli che sono partiti all'estero e magari non arrivano a fine mese e ora quando gioca la Nazionale sono i primi davanti alla tv. Il piacere di vincere e sentirsi più vicini al posto dal quale vengono. Non avrà possibilità di esistere un calciatore che non mostra queste qualità quando va in campo. A difendere sempre i figlioli li si rende più deboli, quando si fa un errore si dice". "Gli allertati sono ancora cinque o sei perchè è il numero che ci permette di stare tranquilli. La federazione ha avvertito le società, io non ce la faccio a chiamare tutti, nessuno ha detto no. Nesusno lascia intravedere di essere negativo", aggiunge Spalletti.

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Il modulo della Nazionale: parla Spalletti

"3-5-2 con l'Inghilterra? Bisogna essere pronti a fare qualcosa di differente. Poi avere tra le linee uno tra Perrotta, Del Piero o Baggio ti fa capire che ci sono delle differenze. Le convocazioni di Acerbi, Bastoni, Darmian, Dimarco ci permettono di avere soluzioni perchè giocano insieme tutto l'anno in un determinato modo. Questa non è una bocciatura per chi non è stato richiamato", sulle soluzioni tattiche non si sbilancia il tecnico di Certaldo che aggiunge: "Il centravanti è un discorso complesso, parte dai settori giovanili, dagli stranieri che mettiamo nel campionato. Abbiamo 160-170 calciatori a disposizione, prima erano più di 500. Io non voglio allenare i miei alibi, ho tutto per fare bene nel calcio mondiale. Quello che abbiamo fatto vedere è buono ma no è sufficiente. Dobbiamo dare una risposta comportamentale".

Spalletti, la Serie A e lo slogan

Sulla Serie A attuale Spalletti dichiara: "Dipende che partita vedo e mi diverto o meno. Finalmente ora a calcio si gioca in undici, gioca anche il portiere. E' vero che si fanno bischerate, ma molti gol nascono grazie alla costruzione del portiere. Il suo gioco ti dà sempre superiorità nell'uomo contro uomo". In chiusura rivela: "Questo è il mio slogan. 30% divertimento, 30% fatica, 40% perdita di palloni e riconquista. Su questi 40% dipendono gli altri due, o divertimento o una grande rottura di fatica".

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COVERCIANO - Parla in conferenza stampa Luciano Spalletti nel primo giorno di raduno della Nazionale a Coverciano per prepararsi alle sfide delle qualificazioni ad Euro 2024 contro Malta ed Inghilterra. Il ct azzurro interviene sulle parole di Sarri che aveva dichiarato di preferire i giocatori a Formello al ritiro con l'Italia: "Sarri lo stimo perchè è uno di quelli che ha sentimento per questo sport, che ha amore, alla ricerca di cose nuove per dare slancio a prendere le cose migliori. Penso che abbia detto una cosa giusta, anche io quando ero nei club quando i giocatori andavano in Nazionale ero dispiaciuto, magari che tornavano infortunati. Il messaggio è che vogliamo mandarli indietro migliorati e che la maglia della Nazionale deve stare a cuore a tutti, anche a Sarri. L'Italia è al primo posto per importanza dalla quale tutti si può prendere cose per fare un calcio migliore. Il lavoro del club Italia va a braccetto, il mio tentativo è quello di trovare le soluzioni alle difficoltà".

Spalletti e le parole su Kean

Sull'attacco della Nazionale Spalletti spiega: "Immobile ci è giunta la comunicazione del medico della Lazio che aveva un problema di natura fisica e che non sapevano se avrebbe recuperato. Ho telefonato a Martusciello e Sarri che mi hanno risposto con disponibilità, dopo aver parlato con loro ho parlato con il calciatore e abbiamo tutti insiee contribuito alla conclusione che era meglio farlo restare a riposo. Non ha neppure giocato con l'Atalanta. Kean non so che comportamento abbia avuto precedentemente. Per me i miei calciatori sono creature speciali e li tratto da tali, però allo stesso tempo voglio risposte speciali, perchè qui non si viene a ridacchiare dietro a quello che si fa in campo". Poi aggiunge sull'attaccante bianconero: "Qui viene a stare sereni a divertirsi se possibile, un gioco che richiede serietà e professionalità e andando a fare delle ricerche. "Niente teste di cazzo", il libro degli All Blacks sarà il mio regalo di Natale. Se noi viviamo intensamente un rapporto poi ci rimarrà quando saremo in pensione, abbiamo usato il tempo in maniera corretta. Poi conta il risultato, dobbiamo trovarlo per arrivare al giorno dopo. Dobbiamo impegnarci e totalmente per il tempo che abbiamo a disposizione".

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