"Cannavaro-Gattuso, big match nel segno di Lippi": parla Vladovich

Fabio e Rino si sfideranno  domenica  con Dinamo  Zagabria  e Hajduk Spalato. Mauro  conosce bene i due campioni  del mondo: "Marcello li ha formati. Uno era il principe della difesa, l’altro re della grinta"
"Cannavaro-Gattuso, big match nel segno di Lippi": parla Vladovich
© lapresse

MILANO - Domenica alle 15, a Zagabria, andrà in scena il big match tra la Dinamo di Fabio Cannavaro – terzo in classifica a quota 38 - e l’Hajduk Spalato di Rino Gattuso - secondo in graduatoria con 44 punti, a meno 1 dal Rijeka capolista -. Un match infuocato a livello locale, un derby tra due ex compagni, amici e campioni del mondo con l’Italia nel 2006, per entrambi gli (ex) azzurri. Mauro Vladovich, attuale segretario organizzativo del Club Italia, è stato dal 1994 al 2018 (anche) il segretario della Nazionale A, motivo per cui ha vissuto in prima persona l’esaltante mondiale tedesco, entrando in confidenza con gli eroi di quella spedizione calcistica.

Signor Vladovich, perché a Berlino consigliò a Cannavaro di alzare la Coppa con stile?

"Quella frase è rimbalzata da una parte all’altra e sembrava quasi strano a tutti. In realtà bisogna contestualizzare quel momento. Prima del 2006 non è che ci fossero molte foto fatte bene della squadra con la Coppa in mano, anzi ce n’erano poche. Per questo dissi a Fabio di godersi il momento, si trattava di immagini che sarebbero rimaste nella storia: volevo venisse fuori un bello scatto".

L’importante è stato alzare la Coppa al cielo.

"L’abbiamo proprio voluta. Sono emerse le caratteristiche dei 23 che formavano quella squadra, prima l’uomo e poi il giocatore. Lippi li aveva individuati oltre alle caratteristiche tecniche per le doti umani e caratteriali. Non è stato il Mondiale delle stelle, ma anche le stelle si sono messe a disposizione del gruppo. Tutti gregari, tutti a inseguire quella vittoria. Sentivamo di essere forti già nei mesi precedenti, col gruppo che si è rafforzato nonostante Calciopoli. Partimmo da Coverciano col bus con una persona a salutarci, concludemmo il tutto riempendo il Circo Massimo. Sicuramente Cannavaro e Gattuso si porteranno ancora oggi dietro ricordi importanti".

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L'influenza di Lippi su Cannavaro e Gattuso

Cosa hanno preso i due da Lippi?

"Cannavaro e Gattuso, come tutti gli altri della rosa, sono stati completati nella formazione tecnica e caratteriale: Marcello è stato un esempio che loro hanno seguito. Fabio era il principe della difesa, Rino ha messo la sua determinazione al servizio degli altri".

E ancora oggi si portano dietro certi insegnamenti.

"Credo di sì. Il calcio si evolve velocemente. Sia Fabio, che Rino hanno vissuto delle avventure all’estero, dobbiamo entrare nell’ordine delle idee della globalizzazione. Cannavaro ha fatto benissimo in Cina e poi ha trasmesso le sue idee all’Udinese, prima di essere assunto dalla Dinamo. Gattuso, come lui, ha accettato questa scommessa coraggiosa, accettando l’incarico in Croazia. Non hanno paura di niente, si mettono lì e fanno il proprio calcio. Non è una cosa da tutti".

Cosa proveranno domenica?

"Vorrebbero abbracciarsi per un quarto d’ora e trasferirsi tutte le emozioni, ma parleranno gli occhi. Sono due ragazzi per i quali conta molto il valore del gruppo, perché simile a quello che attribuiscono alle famiglie".

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Famiglia vuole dire anche cibo.

"Esatto, per loro anche nel 2006 era importante creare un ambiente familiare. Se è vero che Cannavaro faceva arrivare in Germania la mozzarella e Gattuso dei prodotti calabresi? Beh, uno mangia quello che gli piace e ci aveva fatto bene evidentemente (ride, ndr). Magari oggi un nutrizionista sconsiglierebbe qualcosa, ma erano altri tempi".

Si aspettava che sarebbero diventati allenatori?

"Pensavo che tutti i 23 fossero contagiati dal fascino di Lippi e dal suo metodo di lavoro. Poi Gattuso, grazie alla sua proverbiale grinta, ha sicuramente mostrato determinazione nel voler arrivare. Fabio ha lavorato anche con Marcello in Cina, lo ha davvero preso a modello".

Ci sarà anche stato tempo per lo svago.
"Cannavaro non scherza con le mani, Rino sì perché più portato al contatto fisico. Fabio ama godersi la vita, Gattuso è un lottatore, il giorno in cui vincerà lo scudetto sarà comunque incazzato per qualcosa".

Avranno successo in Croazia?

"Intanto Cannavaro ha già battuto in Champions il Milan. Vedrà che Sucic, il centrocampista dell’Inter, crescerà grazie a lui. Rino ha mostrato con Perisic (ceduto a inizio stagione, ndr) come non guardi in faccia nessuno".

Chi vince domenica?

"Un pareggio con gol, questa me l’ero preparata (ride, ndr)".

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MILANO - Domenica alle 15, a Zagabria, andrà in scena il big match tra la Dinamo di Fabio Cannavaro – terzo in classifica a quota 38 - e l’Hajduk Spalato di Rino Gattuso - secondo in graduatoria con 44 punti, a meno 1 dal Rijeka capolista -. Un match infuocato a livello locale, un derby tra due ex compagni, amici e campioni del mondo con l’Italia nel 2006, per entrambi gli (ex) azzurri. Mauro Vladovich, attuale segretario organizzativo del Club Italia, è stato dal 1994 al 2018 (anche) il segretario della Nazionale A, motivo per cui ha vissuto in prima persona l’esaltante mondiale tedesco, entrando in confidenza con gli eroi di quella spedizione calcistica.

Signor Vladovich, perché a Berlino consigliò a Cannavaro di alzare la Coppa con stile?

"Quella frase è rimbalzata da una parte all’altra e sembrava quasi strano a tutti. In realtà bisogna contestualizzare quel momento. Prima del 2006 non è che ci fossero molte foto fatte bene della squadra con la Coppa in mano, anzi ce n’erano poche. Per questo dissi a Fabio di godersi il momento, si trattava di immagini che sarebbero rimaste nella storia: volevo venisse fuori un bello scatto".

L’importante è stato alzare la Coppa al cielo.

"L’abbiamo proprio voluta. Sono emerse le caratteristiche dei 23 che formavano quella squadra, prima l’uomo e poi il giocatore. Lippi li aveva individuati oltre alle caratteristiche tecniche per le doti umani e caratteriali. Non è stato il Mondiale delle stelle, ma anche le stelle si sono messe a disposizione del gruppo. Tutti gregari, tutti a inseguire quella vittoria. Sentivamo di essere forti già nei mesi precedenti, col gruppo che si è rafforzato nonostante Calciopoli. Partimmo da Coverciano col bus con una persona a salutarci, concludemmo il tutto riempendo il Circo Massimo. Sicuramente Cannavaro e Gattuso si porteranno ancora oggi dietro ricordi importanti".

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