Bonucci, il compagno Juve e il rimpianto: “Se oggi potessi tornare indietro…”

L'ex difensore azzurro si è raccontato in una lunga intervista, tra la sua nuova avventura fino al ricordo di un'amara Italia-Germania

Vedere San Siro pieno ti ‘scalda la miccia’. Sono convinto che anche stavolta ci saranno tantissimi tifosi e che assisteranno ad una bella partita tra due squadre che giocano a calcio. Ci saranno tante occasioni, il pubblico si divertirà". Leonardo Bonucci inizia a infuocare il cammino della Nazionale italiana verso la partita Italia-Germania in programma giovedì 20 marzo allo stadio San Siro. Sfida valida, oltre alla storica rivalità, per l'andata dei quarti di finale della Nations League. In una lunga intervista concessa ai microfoni del sito della Figc, l'ex Juve ha parlato anche della sua nuova esperienza come assistente allenatore della Nazionale Under 20, tornando però al lontano 2012.

Verso Italia-Germania, le parole di Bonucci

L'ex difensore della Juventus, sarà impegnato con gli Azzurrini a Istanbul in un match valido per l’Elite League: “Tra i calciatori di questa Nazionale per caratteristiche tecniche quello che mi assomiglia di più è Bastoni, mentre come leadership Gigio Donnarumma, pur avendo un carattere diverso dal mio, rappresenta un punto di riferimento - ha aggiunto -. Mi sembra si sia creata una buona alchimia tra la squadra e lo staff, un fattore fondamentale per ottenere risultati”. Ma la mente dell'ex calciatore viaggia e arriva fino a uno dei ricordi più dolci della nazionale italiana, questa volta nei panni del tifoso: "Da tifoso il ricordo va a un altro Italia-Germania, alla semifinale del Mondiale 2006 decisa ai supplementari dalle reti di Grosso e Del Piero. Avevo esordito da poco in Serie A e a fine maggio ero stato convocato per uno stage con l’Under 21. Mi avevano dato la maglia numero 13, quella del mio idolo, Alessandro Nesta, che indossai durante le partite del Mondiale. Il giorno della semifinale ero a Viterbo e tifavo davanti alla Tv con il mio gruppo storico di amici. Al gol di Grosso mi affacciai alla finestra per urlare di gioia, ricordo i caroselli e la soddisfazione per aver battuto la Germania a casa sua”.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bonucci, dalla vittoria del 2012 al rigore degli Europei del 2016

Nel 2012 è ancora impressa nei ricordi di tutti gli italiani la roboante vittoria proprio contro la Germania con un Mario Balotelli formato super: “Di quella partita ricordo soprattutto la sofferenza nel finale, se fosse durata altri dieci minuti avremmo perso - ha ammesso Bonucci - Dopo aver giocato un gran primo tempo eravamo stanchissimi, ci guardavamo continuamente con Gigi (Buffon, ndr) sperando che l’arbitro fischiasse la fine. Tanti i duelli degni di nota nelle sfide con la Germania, ma un avversario su tutti faceva dormire sonni poco tranquilli a Leo: “Con Mario Gomez non potevi mai permetterti di perdere il contatto, dovevi cercare sempre l’anticipo. Tra i tedeschi avevo poi un bel rapporto di amicizia con Sami Khedira, che è stato uno dei centrocampisti più forti con cui ho giocato”.  Ma a questa si aggiunge la sfida persa ai quarti di finale di Euro 2016 ai calci di rigore. Nell’immaginario collettivo restano gli errori di Simone Zaza e Graziano Pellé, in pochi ricordano che a sbagliare furono anche Darmian e Bonucci: “Decisi di cambiare angolo rispetto al rigore calciato in partita – ricorda l’ex capitano azzurro – ma l’errore fu interrompere la rincorsa. Se oggi potessi tornare indietro calcerei sempre forte a incrociare, ma senza fermarmi, in modo da rubare il tempo a Neuer. Era il primo rigore della mia carriera che battevo nei novanta minuti, prendermi quella responsabilità credo che mi abbia permesso di fare il salto definitivo per consacrarmi a livello mondiale. Fu una piccola vittoria personale, anche se poi la delusione per la sconfitta fu grande”. L’Italia uscì a testa alta al cospetto dei campioni del mondo in carica e dopo aver eliminato la Spagna agli ottavi: “A livello tecnico e qualitativo non eravamo una delle nazionali più forti, ma grazie a mister Conte e al suo staff era nato un gran bel gruppo, eravamo una famiglia - ha raccontato - Si respirava la voglia di fare qualcosa di storico, ci andammo vicini. Costringemmo la Germania a cambiare modulo per affrontarci e anche quella fu una piccola vittoria”.

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Vedere San Siro pieno ti ‘scalda la miccia’. Sono convinto che anche stavolta ci saranno tantissimi tifosi e che assisteranno ad una bella partita tra due squadre che giocano a calcio. Ci saranno tante occasioni, il pubblico si divertirà". Leonardo Bonucci inizia a infuocare il cammino della Nazionale italiana verso la partita Italia-Germania in programma giovedì 20 marzo allo stadio San Siro. Sfida valida, oltre alla storica rivalità, per l'andata dei quarti di finale della Nations League. In una lunga intervista concessa ai microfoni del sito della Figc, l'ex Juve ha parlato anche della sua nuova esperienza come assistente allenatore della Nazionale Under 20, tornando però al lontano 2012.

Verso Italia-Germania, le parole di Bonucci

L'ex difensore della Juventus, sarà impegnato con gli Azzurrini a Istanbul in un match valido per l’Elite League: “Tra i calciatori di questa Nazionale per caratteristiche tecniche quello che mi assomiglia di più è Bastoni, mentre come leadership Gigio Donnarumma, pur avendo un carattere diverso dal mio, rappresenta un punto di riferimento - ha aggiunto -. Mi sembra si sia creata una buona alchimia tra la squadra e lo staff, un fattore fondamentale per ottenere risultati”. Ma la mente dell'ex calciatore viaggia e arriva fino a uno dei ricordi più dolci della nazionale italiana, questa volta nei panni del tifoso: "Da tifoso il ricordo va a un altro Italia-Germania, alla semifinale del Mondiale 2006 decisa ai supplementari dalle reti di Grosso e Del Piero. Avevo esordito da poco in Serie A e a fine maggio ero stato convocato per uno stage con l’Under 21. Mi avevano dato la maglia numero 13, quella del mio idolo, Alessandro Nesta, che indossai durante le partite del Mondiale. Il giorno della semifinale ero a Viterbo e tifavo davanti alla Tv con il mio gruppo storico di amici. Al gol di Grosso mi affacciai alla finestra per urlare di gioia, ricordo i caroselli e la soddisfazione per aver battuto la Germania a casa sua”.

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