Spalletti in lacrime, figuraccia Gravina, situazione Italia grottesca. E, sì, lo chiamano progetto

Ct esonerato senza avere un'alternativa, unico obiettivo del sistema è conservare il potere

La Spagna gioca un altro sport (e pure il Portogallo), noi intanto mandiamo a casa il ct. Anzi no, lo lasciamo in panchina per una partita, dopo che lui stesso ha annunciato la risoluzione consensuale del contratto. Nel frattempo non c’è un’alternativa pronta, perché mentre pensavano di divorziare da Luciano Spalletti, i vertici federali non avevano in mano niente di più che l’idea di chiamare Claudio Ranieri, tra l’altro senza avere nessuna certezza di riuscire a strapparlo al progetto Roma che i Friedkin gli hanno assegnato. Se poi fosse vera l’ipotesi, circolata ieri pomeriggio senza essere smentita, che Ranieri possa tenere il doppio incarico, ovvero consulente della proprietà giallorossa e commissario tecnico della Nazionale, le sfumature grottesche dell’intera vicenda assumerebbero toni ancora più accesi. Ma aspettiamo e vediamo. Nel frattempo viene da chiedersi se la Federazione che vanta la più importante università del calcio mondiale, Corverciano, si debba rifugiare in Ranieri, che è un grande, davvero grande, uomo e un eccellente allenatore, ma ha 73 anni e aveva annunciato il ritiro qualche settimana fa. Poi, per carità, sia benedetto Ranieri (meglio con un incarico solo, però) e la sua saggezza, merce rarissima nel nostro calcio, soprattutto quello della Nazionale.

Italia, Spalletti saluta contro la Moldavia

Ma è tutto improvvisato, tutto clamorosamente estemporaneo: si vive alla giornata, con il respiro cortissimo. L’obiettivo del sistema calcio italiano, oggi, è battere la Moldavia e c’è chi spaccia il teatrino di ieri, con il ct che si autoesonera in conferenza stampa, come un modo per dare la scossa a una squadra apparsa agonisticamente abulica contro la Norvegia. "Fatemi uscire bene", avrebbe chiesto Spalletti ai giocatori che, stasera, saranno chiamati a una prestazione eroica per strappare le ultime lacrime al ct. Contro la Moldavia, 154ª nel ranking Fifa. Vi rendete conto?

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Italia, il "progetto" è fallito

Tutto questo accade in un contesto che era stato battezzato a più riprese come "progetto", nato per cancellare l’onta delle due mancate qualificazioni al Mondiale. Forse sarebbe cosa buona e giusta (nostro dovere... eccetera) inserire nelle Noif una norma che riguardi proprio l’utilizzo di quella maledetta parola, "progetto", assimilandola alla bestemmia. Se c’è la prova audio o video di un tesserato che la pronuncia, deve scattare la giornata di squalifica (o il patteggiamento con multa se la pronuncia il centravanti dell’Inter). Perché non c’è vocabolo più abusato nei discorsi e meno praticato nei fatti che quello lì, "progetto". La norma dovrebbe funzionare da deterrente, almeno da non prendere ulterioremente in giro le persone. Perché a volte più che dei manager, nel nostro calcio sembriamo avere dei jazzisti.

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Italia, il sistema calcio come il sistema Paese

D’altra parte, la mancanza di progettualità o la capacità di cambiare veramente le cose, con riforme attuate e non solo promesse, rende il sistema calcio maledettamente simile al sistema Paese, dove l’unico obiettivo è la conservazione del potere. La paura di perdere consenso accorcia in modo terrificante la profondità dell’orizzonte. Se il tuo obiettivo è tenere nei sondaggi o vincere la successiva tornata elettorale (foss’anche l’ultima amministrativa di provincia) non potrai mai guardare più in là di sei mesi, altro che riformare. Oggi il problema del calcio italiano è la Moldovia o, al massimo, riuscire ad andare ai Mondiali: in nome di quell’obiettivo si può fare tutto anche cacciare un ct che ha delle colpe, ma non può essere l’unico colpevole se, dei nostri giocatori, forse solo un paio giocherebbero, faticando, nelle nazionali di Spagna, Germania, Inghilterra e Francia, quelle con cui ci siamo sempre confrontati alla pari.

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L'Italia deve ripartire dalle fondamenta

Abbiamo un problema enorme nella produzioni di calciatori di alto livello, un problema le cui responsabilità vanno divise fra i club, le leghe e la Figc. Gravina cita i successi delle nazionali giovanili, distribuendo speranze gratis, ma dove finiranno quei ragazzi? Siamo campioni d’Europa Under 17, ma nessuno degli azzurrini ha la prospettiva di giocare regolarmente in qualche club di Serie A, nonostante alcuni abbiano un’età a cui nel Barcellona esordisci in Champions League. E poi siamo sicuri che vincere a livello giovanile sia un vero indice di salute del sistema, visto che a 18 anni i nostri giovani scompaiono dai radar? Era stato presentato un programma che voleva uniformare il settore tecnico, il Club Italia e il settore giovanile e scolastico: a che punto siamo? I bambini giocano sempre meno per strada o nei parchi, vanno in scuole calcio dove - pagando! - si allenano per tre ore a settimana, spesso facendo tattica fin dalla giovane età a scapito della tecnica. È così che speriamo di vedere riapparire dei Buffon, dei Del Piero, dei Totti o dei Cannavaro o anche dei Gattuso o dei Barzagli Può darsi che Spalletti andasse cambiato (ma allora perché non farlo dopo l’Europeo, visto che le ragioni del divorzio sarebbero state identiche anche all’indomani della sconfitta Dortmund?) e forse cambiando ct ci riesce il miracolo di andare al Mondiale (Ranieri è uno che di miracoli se ne intende, eccome!). Ma così continuiamo a cambiare il tetto del nostro edificio, mentre stanno crollando le fondamenta.

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La Spagna gioca un altro sport (e pure il Portogallo), noi intanto mandiamo a casa il ct. Anzi no, lo lasciamo in panchina per una partita, dopo che lui stesso ha annunciato la risoluzione consensuale del contratto. Nel frattempo non c’è un’alternativa pronta, perché mentre pensavano di divorziare da Luciano Spalletti, i vertici federali non avevano in mano niente di più che l’idea di chiamare Claudio Ranieri, tra l’altro senza avere nessuna certezza di riuscire a strapparlo al progetto Roma che i Friedkin gli hanno assegnato. Se poi fosse vera l’ipotesi, circolata ieri pomeriggio senza essere smentita, che Ranieri possa tenere il doppio incarico, ovvero consulente della proprietà giallorossa e commissario tecnico della Nazionale, le sfumature grottesche dell’intera vicenda assumerebbero toni ancora più accesi. Ma aspettiamo e vediamo. Nel frattempo viene da chiedersi se la Federazione che vanta la più importante università del calcio mondiale, Corverciano, si debba rifugiare in Ranieri, che è un grande, davvero grande, uomo e un eccellente allenatore, ma ha 73 anni e aveva annunciato il ritiro qualche settimana fa. Poi, per carità, sia benedetto Ranieri (meglio con un incarico solo, però) e la sua saggezza, merce rarissima nel nostro calcio, soprattutto quello della Nazionale.

Italia, Spalletti saluta contro la Moldavia

Ma è tutto improvvisato, tutto clamorosamente estemporaneo: si vive alla giornata, con il respiro cortissimo. L’obiettivo del sistema calcio italiano, oggi, è battere la Moldavia e c’è chi spaccia il teatrino di ieri, con il ct che si autoesonera in conferenza stampa, come un modo per dare la scossa a una squadra apparsa agonisticamente abulica contro la Norvegia. "Fatemi uscire bene", avrebbe chiesto Spalletti ai giocatori che, stasera, saranno chiamati a una prestazione eroica per strappare le ultime lacrime al ct. Contro la Moldavia, 154ª nel ranking Fifa. Vi rendete conto?

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