Caos Italia, anche Pioli è un problema: Gravina, ore disperate e spunta Gattuso

Il 'casting' per il nuovo allenatore della Nazionale diventa sempre più un rebus: la situazione

Procede a vele spiegate il viaggio dell'Italia nel mare burrascoso dell'incertezza. La vittoria ottenuta dagli Azzurri dell'ex ct Spalletti ai danni della Moldavia non ha, purtroppo, riportato il sereno, e ad annebbiare ulteriomente la situazione della Nazionale ha contribuito la rinuncia di Claudio Ranieri ad occupare il posto lasciato libero dal tecnico di Certaldo. La domanda, ovviamente, sorge spontanea: chi prenderà adesso il timone dell'Italia?

Gravina, ora chi arriva?

Tutto da rifare. Il gran rifiuto di Claudio Ranieri riapre la corsa per il post Spalletti sulla panchina della nazionale. La Federazione, convinta di aver strappato il sì dell'ex tecnico della Roma, si è improvvisamente ritrovata a dover fare i conti con un improvviso dietrofront, con Ranieri che ha deciso di concentrarsi sul suo futuro ruolo di senior advisor dei giallorossi nonostante le rassicurazioni del presidente Gabriele Gravina sulla compatibilità dei due incarichi. All'indomani del tracollo in Norvegia, costato il posto all'ormai ex ct, la Figc aveva contattato Dan Friedkin per sondare l'eventuale disponibilità di Ranieri, individuato come prima scelta per esperienza e carisma. Ricevuto il via libera da parte del proprietario della Roma Gravina aveva chiamato direttamente l'ex allenatore di Chelsea e Leicester, che inizialmente si era detto entusiasta del progetto e disponibile a parlare del suo ruolo in azzurro. Su richiesta dello stesso Ranieri, consulente della famiglia Friedkin, la Figc aveva affrontato il tema della compatibilità del doppio incarico, nel rispetto delle norme federali e nell'interesse della maglia azzurra. A tal proposito Gravina aveva sottoposto a Dan Friedkin un memorandum con i chiarimenti richiesti, che avrebbero reso compatibili i due ruoli. Lo stesso Friedkin lo aveva poi valutato con Ranieri, che però successivamente ha ritenuto di non percorrere più questa strada declinando la chiamata della Figc. Quel "no grazie, non me la sento", arrivato a Gravina in piena notte complica adesso i piani della Federcalcio, chiamata a individuare il miglior profilo possibile per condurre l'Italia al Mondiale e scongiurare il terzo fallimento consecutivo.

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Pioli si complica. Occhi su Gattuso

Stefano Pioli, altra candidatura presa in considerazione in via Allegri per la successione di Spalletti, è una pista che sta tramontando di ora in ora. Per motivi fiscali l'ex tecnico del Milan, ora all'Al Nassr ma desideroso di tornare ad allenare in Europa, non riuscirebbe a liberarsi prima di luglio - l'Italia tornerà in campo il 5 settembre in casa contro l'Estonia - ma soprattutto Pioli è in trattative avanzate con la Fiorentina, disposta a mettere sul piatto un contratto più lungo e più ricco rispetto a quello della federazione. Sullo sfondo figurano i nomi di alcuni eroi del Mondiale 2006: da Fabio Cannavaro a Daniele De Rossi passando per Rino Gattuso. Tutti allenatori liberi, seppur con meno esperienza e 'pedigree' di Ranieri, tutti tasselli di un rebus di difficile soluzione per la panchina più ingombrante d'Italia. Da lontano osserva, invece, Roberto Mancini, che nei giorni scorsi ha rilasciato parole al miele ("mi sono pentito, tornassi indietro non darei l'addio alla nazionale") ma su cui pesa il traumatico divorzio dell'estate 2023.

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La situazione dell'Italia in ottica Mondiale

Gli Azzurri, in attesa di scoprire il futuro allenatore che condurrà l'ardua impresa di strappare la convocazione ai Mondiali del 2026 negli Stati Uniti, hanno portato a casa una, tanto importante quanto 'striminzita', vittoria ai danni della Moldavia per 2-0 (a segno prima Raspadori e poi l'esterno della Juventus Cambiaso). I primi tre punti guadagnati rilanciano gli Azzurri nella classifica del girone, risollevando un minimo anche le aspettative dell'Italia, chiamata a racimolare il maggior numero di punti e gol possibili, tenendo costantemente sotto controllo la Norvegia, reduce dalla vittoria per 1-0 in casa dell'Estonia.

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Procede a vele spiegate il viaggio dell'Italia nel mare burrascoso dell'incertezza. La vittoria ottenuta dagli Azzurri dell'ex ct Spalletti ai danni della Moldavia non ha, purtroppo, riportato il sereno, e ad annebbiare ulteriomente la situazione della Nazionale ha contribuito la rinuncia di Claudio Ranieri ad occupare il posto lasciato libero dal tecnico di Certaldo. La domanda, ovviamente, sorge spontanea: chi prenderà adesso il timone dell'Italia?

Gravina, ora chi arriva?

Tutto da rifare. Il gran rifiuto di Claudio Ranieri riapre la corsa per il post Spalletti sulla panchina della nazionale. La Federazione, convinta di aver strappato il sì dell'ex tecnico della Roma, si è improvvisamente ritrovata a dover fare i conti con un improvviso dietrofront, con Ranieri che ha deciso di concentrarsi sul suo futuro ruolo di senior advisor dei giallorossi nonostante le rassicurazioni del presidente Gabriele Gravina sulla compatibilità dei due incarichi. All'indomani del tracollo in Norvegia, costato il posto all'ormai ex ct, la Figc aveva contattato Dan Friedkin per sondare l'eventuale disponibilità di Ranieri, individuato come prima scelta per esperienza e carisma. Ricevuto il via libera da parte del proprietario della Roma Gravina aveva chiamato direttamente l'ex allenatore di Chelsea e Leicester, che inizialmente si era detto entusiasta del progetto e disponibile a parlare del suo ruolo in azzurro. Su richiesta dello stesso Ranieri, consulente della famiglia Friedkin, la Figc aveva affrontato il tema della compatibilità del doppio incarico, nel rispetto delle norme federali e nell'interesse della maglia azzurra. A tal proposito Gravina aveva sottoposto a Dan Friedkin un memorandum con i chiarimenti richiesti, che avrebbero reso compatibili i due ruoli. Lo stesso Friedkin lo aveva poi valutato con Ranieri, che però successivamente ha ritenuto di non percorrere più questa strada declinando la chiamata della Figc. Quel "no grazie, non me la sento", arrivato a Gravina in piena notte complica adesso i piani della Federcalcio, chiamata a individuare il miglior profilo possibile per condurre l'Italia al Mondiale e scongiurare il terzo fallimento consecutivo.

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