Pagina 3 | Gattuso in pole, Ringhio d'Italia: il piano C di Gravina e le voci su Mourinho

L’Italia deve tornare a ringhiare. Il titolo viene da sè, essendo Rino Gattuso in pole position per la panchina azzurra. Lui, a differenza di Claudio Ranieri (che, tastata la freddezza dei Friedkin non se l’è sentita di dire sì a Gravina e di prendersi sulle spalle le inevitabili polemiche sul doppio ruolo), è un uomo libero e accetterebbe di buon grado la proposta della Federcalcio. Ieri ci sono già stati i primi contatti esplorativi e Ringhio, fresco di risoluzione di contratto con l’Hajduk Spalato, si sente davanti a Fabio Cannavaro e a Daniele de Rossi, gli altri nomi sul taccuino federale.

Il ct più strutturato

Gattuso possiede un curriculum più strutturato in panchina e risponde in pieno alle caratteristiche del prescelto: più che un “giochista”, la Federcalcio cerca un motivatore, un allenatore che possa - per dirla alla Buffon - riaccendere il fuoco nel gruppo. Il mandato sarebbe strettamente legato alla qualificazione mondiale, anche perché un ulteriore fallimento porterebbe all’azzeramento dei vertici federali. Inutile pensare a progettare: il nuovo ct - a meno di suicidi da parte dei norvegesi - avrà le restanti partite di qualificazione per preparare il doppio spareggio di marzo che sarà sempre diviso in due sfide secche ma, visto l’allargamento della platea di squadre al Mondiale, il roster dovrebbe essere relativamente abbordabile (argomento da prendere con le molle da chi è stato eliminato dalla Macedonia del Nord ma, in caso di vittoria a Palermo, nel 2022 saremmo stati attesi dalla “finalissima” in Portogallo).

Il nuovo ct - visti gli identikit monitorati, un erede di Marcello Lippi - dovrà portarci al Mondiale e solo una volta disputata la Coppa del mondo si parlerà di futuro. Inutile sottolineare come i piani fossero altri, ma la Federcalcio è stata presa prima in contropiede dal crollo di Spalletti, quindi dal no - del tutto inatteso - di Ranieri.

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L'idea di Gravina

L’idea di ripiegare su uno degli eroi del 2006 è stata partorita dalla necessità di trovare un piano C in una giornata più nera che azzurra per la Federcalcio. Infatti Gabriele Gravina ha dovuto incassare pure il no di Stefano Pioli che ha deciso di rispettare la parola data alla Fiorentina (con i viola sta trattando un contratto triennale a 3 milioni di stipendio annui). Tra l’altro l’opzione Pioli, pur essendo stata presa in esame, portava da sé alcune controindicazioni: la prima doversi legare a un ct oltre alla tagliola mondiale (gli andava garantito un contratto fino agli Europei 2028), inoltre c’era un ostacolo pure economico viste le cifre in ballo con Commisso.

A corredo, ma questo era un fattore di seconda importanza, sarebbe toccato a Pioli liberarsi dall’Al-Nassr (con cui è legato da un contratto da 12 milioni a stagione in cui sono previste ricchissime penali in caso di addio unilaterale) e comunque, in base alle regole legate alla residenza fiscale, l’allenatore avrebbe potuto firmare soltanto dopo il 10 luglio, ma questo, per la Figc sarebbe stato un non problema.

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L'opzione Mancini

Chi invece sulla panchina azzurra tornerebbe di corsa è Roberto Mancini e l’opzione, se non si fosse lasciato tanto male con Gravina, sarebbe pure benedetta. L’allenatore si sarebbe pure offerto alla Federcalcio, però le ferite per quell’addio così traumatico non si sono ancora rimarginate e, dopo tutto, se siamo in questa situazione, è anche colpa del colpo di testa avuto dal Mancio in una sera di piena estate, per giunta favorito dalla maxi offerta arrivata dall’Arabia Saudita. Nel mare magnum di giornata si è parlato anche di un allenatore straniero: sul web impazzava il nome di José Mourinho (il cui ingaggio però ha cifre non proponibili per la Figc) ma, restando nel campo delle ipotesi, sarebbe stata più credibile quella che portava a Rafa Benitez.

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Chi invece sulla panchina azzurra tornerebbe di corsa è Roberto Mancini e l’opzione, se non si fosse lasciato tanto male con Gravina, sarebbe pure benedetta. L’allenatore si sarebbe pure offerto alla Federcalcio, però le ferite per quell’addio così traumatico non si sono ancora rimarginate e, dopo tutto, se siamo in questa situazione, è anche colpa del colpo di testa avuto dal Mancio in una sera di piena estate, per giunta favorito dalla maxi offerta arrivata dall’Arabia Saudita. Nel mare magnum di giornata si è parlato anche di un allenatore straniero: sul web impazzava il nome di José Mourinho (il cui ingaggio però ha cifre non proponibili per la Figc) ma, restando nel campo delle ipotesi, sarebbe stata più credibile quella che portava a Rafa Benitez.

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