Il no di Ranieri ci ha risparmiato un ct con il doppio ruolo e tutte le inevitabili polemiche che sarebbero seguite. Eppure nel volley è capitato. Cosa ne pensa?
«Vado controcorrente rispetto al pensiero diffuso nella pallavolo, dove il ct chiedeva di poter allenare un club nei periodi in cui non c’erano impegni della Nazionale. Io quando sono stato ct ho chiesto che fosse inserito nel mio contratto che ricoprivo rigorosamente un solo ruolo. E nel periodo invernale mi dedicavo a progetti di sviluppo dei settori giovanili, mi ero inventato il tre contro tre per coinvolgere i ragazzi, giravano per le regioni incontrando i tecnici del territorio, seguivo e tenevo corsi di aggiornamento. Allenare una Nazionale deve essere un impegno totalizzante, credo sia doveroso per il Paese che si rappresenta dedicare tutte le proprio energie».
Che sensazione le ha dato la conferenza di Spalletti in cui annunciava il proprio licenziamento?
«Una modalità incredibile, una scena pessima: lui che annuncia quello che di fatto è un licenziamento senza che un dirigente sia al suo fianco e dica qualcosa. Chi occupa quei ruoli ha un ruolo istituzionale, rappresenta un’istituzione, ci vuole rispetto e anche una certa forma. Mandare poi un allenatore licenziato in panchina il giorno dopo è qualcosa che credo non abbia precedenti. Lo so che le storie finiscono, ma la gestisci in un certo modo: blindi la cosa, fai silenzio, giochi la partita e poi annunci. Ma con mestizia aggiungo che è solo un’altra immagine dello scolorimento dei sentimenti nei confronti della Nazionale e di una situazione confusa in cui si è perso il bandolo della matassa non solo su aspetti tecnici ma sulla gestione generale. A me viene il prurito quando vedo le pallavoliste che rinunciano alla Nazionale, la questione Acerbi, anche questa difficoltà a trovare un ct…Sono segnali di una debolezza e una fragilità che fanno troppo male. Indossare l’azzurro deve essere un onore, una forma di rispetto nei confronti di un’istituzione. Come abbiamo perso quella cosa lì? Come abbiamo fatto?».