Kean e le sirene Premier, l'Arabia per Retegui: perché anche Gattuso è in ansia

Le dinamiche della sessione estiva di calciomercato rischiano di rovinare il rendimento delle punte azzurre

Sembra strano, ma in tempo di calciomercato anche un ct come Rino Gattuso può temere di “perdere” dei giocatori. Per la precisione di “perdere” i bomber: Mateo Retegui e Moise Kean, primo e secondo nell’ultima classifica marcatori di Serie A, con 25 e 19 gol. “Perdere” tra virgolette, perché ovviamente nessun’altra Nazionale potrà schierare i due attaccanti azzurri, ma la loro possibile partenza da Atalanta e Fiorentina verso l’estero, probabilmente la Saudi League per Retegui, corteggiato con insistenza dall’Al-Qadsia pronto ad alzare l’offerta da 40 milioni già presentata, e la Premier per Kean, potrebbe essere una svolta preoccupante in ottica azzurra. Preoccupante non in linea generale, sia chiaro: che un giocatore italiano vada all’estero non è di per sé un problema in ottica azzurra. Anzi, affrontare un campionato competitivo come la Premier League può spingere un giocatore a crescere. Nei casi specifici di Retegui e Kean, però, qualche preoccupazione sarebbe lecita, resa tale anche dalla tempistica dell’eventuale trasferimento e dalle probabili destinazioni.

Le preoccupazioni di Gattuso

Un loro addio ad Atalanta e Fiorentina sarebbe preoccupante intanto perché li vedrebbe lasciare dopo una sola stagione le squadre e gli ambienti in cui sono esplosi, trovando una continuità e un’incisività in zona gol che non avevano finora mai avuto. A Bergamo e Firenze hanno trovato un contesto che ha permesso loro di esprimersi al meglio, lo ritroverebbero anche altrove? Forse sì. O forse no, discorso questo che varrebbe anche nel caso di passaggi a Milan e Napoli, club di Serie A interessati rispettivamente a Retegui e a Kean. Un’incertezza tutt’altro che piacevole in ottica Nazionale, visto che aleggerebbe proprio sui mesi in cui l’Italia dovrà guadagnarsi l’accesso al Mondiale. E qui veniamo al problema della tempistica accennato prima. Cambiare Paese e campionato comporta sovente difficoltà di adattamento nella prima stagione, difficoltà che possono chiaramente incidere sull’impiego di un giocatore e sul suo stato di forma psicofisico. Difficoltà con cui Retegui e Kean potrebbero trovarsi a fare i conti (potrebbero perché non è detto che le incontrino, né è ancora certo che lascino Atalanta e Fiorentina) proprio in un periodo decisivo per l’Italia di Gattuso.

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Destinazioni incerte

L’altra preoccupazione specifica riguarda le destinazioni: Saudi League e Premier League. Il campionato arabo è ancora lontano dalla competitività delle maggiori leghe europee e Retegui (o anche Kean, perché è pure sul taccuino di alcuni club arabi), rischierebbe di perdere l’abitudine a confrontarsi a quel livello. La Premier per Kean comporterebbe invece il rischio contratrio, trattandosi del campionato più competitivo al mondo. Se si trasferisse in Inghilterra e non riuscisse a imporsi subito, Gattuso si troverebbe un giocatore meno pronto fisicamente e meno entusiasta mentalmente rispetto a quello esploso a Firenze.

Gattuso, non resta che sperare

Che fare, allora, nei panni del ct? Niente, se non sperare. Sperare da un lato che Retegui e Kean restino negli ambienti dimostratisi ideali di Bergamo e Firenze almeno per un altra stagione, dall’altro che, se proprio la moneta del tasferimento dovesse essere lanciata (cosa che chiaramente potrebbe accadere anche per uno solo dei due), ricada sulla faccia bella. Ovvero che la minor pressione della Saudi League restituisca un Retegui più fresco, soprattutto a fine stagione, e che le difficoltà della Premier anziché frenare la crescita di Kean la stimolino ulteriormente, regalando alla Nazionale un giocatore ancor più completo e ancor più consapevole della propria forza.

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Sembra strano, ma in tempo di calciomercato anche un ct come Rino Gattuso può temere di “perdere” dei giocatori. Per la precisione di “perdere” i bomber: Mateo Retegui e Moise Kean, primo e secondo nell’ultima classifica marcatori di Serie A, con 25 e 19 gol. “Perdere” tra virgolette, perché ovviamente nessun’altra Nazionale potrà schierare i due attaccanti azzurri, ma la loro possibile partenza da Atalanta e Fiorentina verso l’estero, probabilmente la Saudi League per Retegui, corteggiato con insistenza dall’Al-Qadsia pronto ad alzare l’offerta da 40 milioni già presentata, e la Premier per Kean, potrebbe essere una svolta preoccupante in ottica azzurra. Preoccupante non in linea generale, sia chiaro: che un giocatore italiano vada all’estero non è di per sé un problema in ottica azzurra. Anzi, affrontare un campionato competitivo come la Premier League può spingere un giocatore a crescere. Nei casi specifici di Retegui e Kean, però, qualche preoccupazione sarebbe lecita, resa tale anche dalla tempistica dell’eventuale trasferimento e dalle probabili destinazioni.

Le preoccupazioni di Gattuso

Un loro addio ad Atalanta e Fiorentina sarebbe preoccupante intanto perché li vedrebbe lasciare dopo una sola stagione le squadre e gli ambienti in cui sono esplosi, trovando una continuità e un’incisività in zona gol che non avevano finora mai avuto. A Bergamo e Firenze hanno trovato un contesto che ha permesso loro di esprimersi al meglio, lo ritroverebbero anche altrove? Forse sì. O forse no, discorso questo che varrebbe anche nel caso di passaggi a Milan e Napoli, club di Serie A interessati rispettivamente a Retegui e a Kean. Un’incertezza tutt’altro che piacevole in ottica Nazionale, visto che aleggerebbe proprio sui mesi in cui l’Italia dovrà guadagnarsi l’accesso al Mondiale. E qui veniamo al problema della tempistica accennato prima. Cambiare Paese e campionato comporta sovente difficoltà di adattamento nella prima stagione, difficoltà che possono chiaramente incidere sull’impiego di un giocatore e sul suo stato di forma psicofisico. Difficoltà con cui Retegui e Kean potrebbero trovarsi a fare i conti (potrebbero perché non è detto che le incontrino, né è ancora certo che lascino Atalanta e Fiorentina) proprio in un periodo decisivo per l’Italia di Gattuso.

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