"Credo che dire no alla Nazionale sia costato a tutti, ma non potevo fare due lavori. Ho un contratto con la Roma e non ho potuto accettare quello che voleva la Federazione". A dirlo è Claudio Ranieri, invitato a rispondere sul suo no alla panchina dell'Italia dopo l'esonero di Luciano Spalletti. Un rifiuto arrivato in uno dei momenti più caldi nella gestione degli Azzurri, affidati ora al campione del mondo nel 2006 Rino Gattuso e chiamati a non soccombere per la terza volta consecutiva alle qualificazioni per il prossimo Mondiale, in programma dall'11 giugno al 19 luglio presso le 16 città designate in Canada, Stati Uniti e Messico. L'ex tecnico giallorosso, ora consigliere dei Friedkin, ha ribadito di avere voluto rispettare il contratto che lo lega alla società anche per evitare conflitti di interesse con la Nazionale.
Ranieri: "Con me ci sarebbero stati problemi"
Queste le parole di Ranieri: "La Nazionale ha bisogno di una persona libera di poter scegliere e di poter convocare chi vuole - ha dichiarato ai microfoni Rai - . Con me ci sarebbero stati troppi problemi, a ogni convocazione. Se un giocatore avesse giocato novanta minuti e poi avesse affrontato la Roma. Insomma, era troppo. Lì ci deve essere un uomo libero. Gattuso è uno che la Nazionale l'ha conosciuta, l'ha lottata, l'ha sofferta. Per cui gli auguro ogni bene". Ranieri ha poi risposto sul nuovo ciclo della Roma sotto la guida di Gian Piero Gasperini: "Sono arrivato in un momento particolare, ma grazie all'aiuto e all'apporto di tutti quanti siamo riusciti a rimettere le cose a posto. Gasp? Sono il consigliere dei Friedkin e spero di far bene il mio lavoro. Gasperini ha un compito importante, piano piano le cose si metteranno bene".