Dall'eredità di Spalletti alle conferme di Gattuso
La sfida, come sottolineato pure da Gattuso, sarà dare equilibrio alla Nazionale. Considerato che il 3-5-2 è un sistema di gioco che non appartiene al dna del ct (l’ha sottolineato sin dal vernissage romano quando raccolse l’eredità di Spalletti), la nuova Italia potrebbe nascere sotto forma di un 4-4-2 ibrido, con a destra i due del Napoli (Di Lorenzo e Politano) a sinistra Calafiori - che gioca terzino nella difesa a quattro pure all’Arsenal - e Dimarco in un ruolo comunque non suo (alternativa - decisamente più offensiva - potrebbe essere Zaccagni, l’altra sera out per una botta rimediata contro l’Estonia, mentre per le gare più “blindate” potrebbe entrare in gioco Cambiaso). Ci sarà modo di lavorarci a Coverciano già nel prossimo giro azzurro, quando incontreremo - ma a campi invertiti - Israele ed Estonia. L’ideale, ça va sans dire, sarebbe che Gattuso virasse su un 3-5-2 di matrice inzaghiana con Kean-Retegui più Raspadori alla stregua di Lautaro e Thuram e corsie esterne coperte dagli specialisti di Inter (Bastoni-Dimarco) e Napoli (Di Lorenzo-Politano). Gattuso - per ora - cerca risposte altrove, ma non avrebbe neanche immaginato di ritrovarsi tre attaccanti tanto forti e in grado - per caratteristiche - di essere intercambiabili, motivo per cui dal cantiere azzurro potrebbero emergere novità tattiche a oggi inaspettate.
