Elogio del maestro Nicolato

Elogio del maestro Nicolato

Otto vittorie, un pareggio e una sconfitta, 27 gol segnati e 5 subiti; il gruppo 1 delle qualificazioni all’Europeo Under 21 chiuso dagli azzurri con 6 punti di vantaggio sull’Irlanda seconda; Bastoni, Kean, Locatelli, Pellegrini, Tonali, Zaniolo lanciati nell’orbita della Nazionale; Carnesecchi, Colombo, Colpani, Melegoni, Pinamonti, Plizzari, Raspadori, Ricci, Scamacca, Sottil, per citare solo alcuni dei ragazzi che assieme agli altri della Giovane Italia stanno facendo parlare di loro. Qui si tesse l’elogio di Paolo Nicolato, 53 anni, maestro di calcio, pigmalione della nuova generazione del nostro football, tecnico federale da quattro anni, vicecampione europeo Under 19 nel 2018; quarto ai mondiali Under 20 del 2019 dopo avere perso di misura la semifinale con l’Ucraina, poi campione del mondo, a causa dello splendido gol di Scamacca annullato dal Var con una decisione alquanto dubbia.

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Fu a Gdynia, Polonia, quell’11 giugno così amaro che Nicolato fece capire al mondo cosa intendesse per fair play: «Un’ingiustizia? No, al massimo un errore. Dalla panchina mi sembrava non fosse fallo, Scamacca aveva allargato il braccio per difendere la palla e non per fare fallo, ma l’arbitro ha consultato il Var e ha potuto rivedere l’azione, quindi noi ci adeguiamo. Sono molto orgoglioso dei ragazzi, hanno sempre dato tutto». Parole che appartengono al lessico di Nicolato e non sono una frase fatta. Dal 9 ottobre, quando Islanda-Italia venne rinviata causa positività di tre azzurri al 18 novembre, quando contro la Svezia ha mandato in campo una squadra cambiata per nove undicesimi, il ct è stato un campione di resilienza. Come Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili; Alberto Bollini, ct dell’Under 20 e tutti i giocatori dell’una e dell’altra Under che non hanno mai mollato. Participio passato che fa rima con Nicolato.

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