Emanuele Filiberto, un Savoia compra il Savoia: "Tre anni e siamo in C. Poi la B"

Presentato il progetto: "Metteremo sulla maglia lo stemma della casa reale. E valuteremo il restyling dello stadio"
Emanuele Filiberto, un Savoia compra il Savoia: "Tre anni e siamo in C. Poi la B"© ANSA

Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele di Savoia e di Marina Doria, non ha mai nascosto il suo tifo per la Juventus. Restano celebri le sue apparizioni, strettamente in collegamento video per via dell’esilio dall’Italia (durato sino al 2002, quando la restrizione ai membri della dinastia venne revocata) alla popolarissima trasmissione di Fabio Fazio: “Quelli che il calcio”. Quell’esperienza gli diede nei fatti una popolarità differente a quella stereotipata di un aristocratico snob dal sangue blu. Con l’impressione consolidata di un verace tifoso della sua squadra del cuore. Oggi, a quasi trent’anni dalla prima messa in onda del programma, tutto, o quasi, è cambiato. Ma non la passione per il calcio di Emanuele Filiberto, prossimo all’acquisizione di quella che tranquillamente potrebbe essere definita la squadra del suo destino. Dopo aver pensato al Napoli quando il club era ad un passo dal fallimento ad inizio millennio, Emanuele Filiberto si appresta ora a rilevare il Savoia, la storica società di Torre Annunziata. Dopo la costituzione della spa: “Casa Reale Holding”, ecco quindi il progetto in cui verrà assistito da Nazario Matachione (ex Presidente del club nel 2003), dall’ingegnere Roberto Passariello, dall’avvocato Elio D’Aquino e dall’imprenditore Marco Limoncelli. Si parte il primo dicembre, quando sarà ufficialmente possibile acquistare a titolo gratuito la squadra. Ieri la presentazione del progetto direttamente dalla Madonna delle Neve. Con Emanuele Filiberto che ha speso parole al miele per il Savoia: «Ogni città d’Italia per me è una bella esperienza. Io ero già venuto a Torre Annunziata due o tre volte. Qui ho trovato una bellissima accoglienza. A dire il vero ho scoperto il Savoia calcio quando ero venuto in Italia per la prima volta, mi nominarono socio onorario. Pensai: “Che bello”. Non hanno nemmeno cambiato il nome dopo il ’46. Da allora ho guardato al club con affetto. Metteremo sulla maglietta lo stemma di casa Savoia». E ancora: «Le recenti vicende giudiziarie che hanno indirettamente coinvolto il club (una serie di estorsioni ai danni della società da parte della criminalità organizzata, ndr) mi hanno spinto ad agire subito: voglio il Savoia. In 3-4 anni punteremo alla serie C e poi al ritorno in B, dove merita di stare questa piazza. Voglio farlo per la città e per i tifosi». Ma non è finita qui. C’è pure un chiaro e ammirevole messaggio extra-calcio: «Prendere i giovani, che sono il nostro futuro, e toglierli dalla strada, mostrare loro cosa è la nobiltà dello sport e del lavoro. La nobiltà di sudare facendo sforzo. Contiamo molto su di loro, abbiamo l’idea di creare un’Accademia dello sport giovanile e mettere intorno a noi tanti giovani del Sud Italia, farne un vero vivaio e prendersi cura di loro con borse di studio». La squadra, che attualmente milita in Eccellenza, disputa le gare allo stadio Giraud (dedicato ad un ex calciatore del Savoia, il bisnonno dell’attrice Michela): «Appena entreremo in possesso del titolo di Eccellenza, inizieremo anche a pensare al restyling dell’impianto oltre che al campionato in corso». Finalmente quindi il Savoia, club in cui tra l’altro ha militato pure l’ex dirigente della Juventus Fabio Paratici, guarda con fiducia al futuro (secondo gli inquirenti l’ultima proprietà era stata costretta a pagare il pizzo e a versare oltre 130 mila euro alla malavita).

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