Maradona, Agnelli lo avrebbe voluto a tutti i costi: ecco il retroscena

Incontro segreto nel 1984, il blitz ad Avellino e i 100 miliardi
Maradona, Agnelli lo avrebbe voluto a tutti i costi: ecco il retroscena

Era il 4 ottobre del 1987, l’Avvocato era a Capri in vacanza e, preso da un improvvisa voglia di genialità e spettacolo, salì sull’elicottero per farsi portare ad Avellino, stadio Partenio. Giocava la Juventus? No, il Napoli e, soprattutto, Diego Armando Maradona. La Domenica Sportiva ci aveva aperto il suo servizio, intervistando Agnelli che elogiava il campione argentino, di cui era innamorato. E non certo segretamente. Lo voleva alla Juventus, lo aveva sempre voluto. E proprio in quella stagione c’era stato un blitz torinese dello stesso Maradona, come ha ricostruito il giornalista Roberto Ayala di Radio Rivadavia: «Diego è stato a Torino, accompagnato dal suo procuratore Jorge Citerszpyller per discutere con Agnelli la possibilità di un suo trasferimento alla Juventus». Chissà se è lo stesso viaggio lampo di cui ha parlato anche lo stesso Maradona: «Agnelli mi chiamava continuamente promettendo cifre pazzesche, gli risposi che non avrei mai potuto fare questo affronto ai napoletani perché io mi sentivo uno di loro».

E così Agnelli continuò a sognare Diego, in cui rivedeva senza dubbio un altro argentino, Omar Sivori, di cui era stato follemente innamorato e della cui imprevedibile fantasia sentiva sempre la mancanza, al punto di stuzzicare la gelosia di Michel Platini, l’altro suo pupillo. Raccontano che un giorno l’Avvocato al Comunale, dove la Juventus su stava allenando. Avvicinatosi a Platini, lo aveva sfidato: «Mi dicono che Maradona centra la traversa calciando da centrocampo. Lei ne sarebbe in grado?». Platini aveva scoccato uno dei suoi sguardi beffardi, aveva ordinato al magazziniere di portargli un pallone e di aprire la piccola porta di un magazzino che si affacciava sul campo, a circa 70 metri da dove si trovava il francese, che l’aveva ovviamente centrata.

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Giampiero Boniperti, invece, Maradona l’aveva quasi preso. Gli era stato segnalato nel 1978 e lui lo aveva “prenotato” nella speranza di poterlo portare in Italia dopo il Mondiale, ma Figc e Lega non riaprirono le frontiere. In seguito ci aveva riprovato, ma «Grondona si era messo di mezzo, mi odiava e ostacolò il trasferimento», ha raccontato lo stesso Boniperti, riferendosi all’allora presidente della Federcalcio argentina. L’Avvocato, in realtà aveva dato versioni più maligne dei fatti: «Giampiero Boniperti capisce di calcio più di me, ma di sciocchezze ne ha fatte. Gliene dico una divertente: Mondiali di Argentina 1978, telefono a Boniperti e gli dico: “Mi hanno segnalato un giovane con delle doti eccezionali, ti prego di farlo guardare. Si chiama Maradona e dev’essere qualcuno” e la risposta di Boniperti fu: Se fosse qualcuno, lo saprei».

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