Kolo Muani, il Psg apre alla Juve ma non svende. C’è una nuova insidia

Obiettivo Mondiale e super stagione, Randal cerca la dimensione giusta. La priorità, al momento, è netta

Pure in una partita in cui non sembrava esattamente brillare, alla fine il guizzo è arrivato. Ed è stato risolutivo, perché in grado di piazzare Kenan Yildiz esattamente dove vuole stare: a tu per tu col portiere, per poi concludere con un gioco d’astuzia. Sì, Kolo Muani è questa roba qui: può farsi invisibile e poi irrompere, può diventare dal primo minuto l’uomo del match e sciogliersi sul più bello. A dir la verità, almeno alla Juventus, l’ultima versione si è vista molto poco: un grande inizio, una flessione che è parsa inevitabile e comunque in linea con le difficoltà della squadra, e il gran finale per il gran traguardo. Ha portato la sua firma, la qualificazione in Champions League. E ha portato pure la dirigenza a operare sul suo futuro in maniera estremamente pragmatica, ma non per questa poco sognatrice. Anzi: una volta incassato l’okay da parte del Paris - con tanto di intervento della proprietà per ribadire l’amicizia con il club francese - a lasciarlo in (ulteriore) prestito per il torneo negli Stati Uniti, il passaggio successivo è stato un fugace “riparliamone”. Nel senso: la Juve sa benissimo quanto e come Kolo sia valutato dal Psg, che ha vinto tutto e l’ha fatto ovviamente senza di lui, e in questa sensazione generale di precarietà può incastrarsi una trattativa che si preannuncia comunque complicata, complicatissima se non fosse per la percentuale d’importanza della volontà del calciatore.

 

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Pericolo Premier

Dal quale non sembrano arrivare dubbi d’alcun tipo: vuole restare, a prescindere da eventuali proposte pronte a fioccare sul suo tavolo, specialmente dopo questo Mondiale comunque da protagonista. Ecco, a tal proposito: chiamate e contatti sono praticamente all’ordine del giorno, perché a prescindere dagli algoritmi il centravanti francese ha dimostrato come a Parigi fosse esclusivamente decontestualizzato, e quanto ancora abbia da dare, pure ad altissimi livelli. Come si fa a non pensarci? Tutti cercano un calciatore con quelle caratteristiche, le big di Premier un po’ di più. E allora il Chelsea ha alzato la cornetta, in attesa di capire quali margini possano esserci sulla cessione di Jackson - che piace ai bianconeri, ma con una valutazione non inferiore ai 60 milioni di euro - ed eventualmente potrebbe diventare l’alter ego dell’amico Nkunku. Non un fattore da sottovalutare, quello della colonia francese: è stata la fortuna juventina, in grado di convincerlo inoltre per quel motivo.

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Rivoluzione United ed il prezzo Psg

Parte perciò in seconda fila il Manchester United, a sua volta alle prese con l’addio (quasi certo) di Hojlund e con l’ostacolo Zirkzee da superare. Sarà una nuova rivoluzione in casa Red Devils e per uno come Muani, attento all’ambiente dopo essersi scottato con le incongruenze del suo passaggio a Parigi, sarà un aspetto per nulla trascurato. Tutt’altro: la priorità, con il Mondiale al termine della prossima stagione, sarà quella di trovare una comfort zone, una sorta di nido in cui starci veramente bene, perché tutto nasce da lì e da lì arrivano in particolare i gol, il grande elemento di differenza tra una stagione di difficoltà e un’altra da star. Il giochino però ha un costo ed è l’altro motivo per cui ogni cosa in questo momento è ferma e piuttosto fredda: il Psg parte da una valutazione di 50 milioni pur dicendosi disponibile a trattare. La Juventus vorrebbe allungare il prestito per una nuova stagione così da abbassare la quota finale. Va da sé: qualcuno dovrà mollare, in tempi magari rapidi e per questo non esattamente in maniera indolore. Il prossimo passo per i bianconeri sarà dunque quanto di più pragmatico esista: blindare il sì della punta e allontanare le minacce inglesi. Col Paris, in fondo, una stretta di mano è sempre arrivata... 

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Pure in una partita in cui non sembrava esattamente brillare, alla fine il guizzo è arrivato. Ed è stato risolutivo, perché in grado di piazzare Kenan Yildiz esattamente dove vuole stare: a tu per tu col portiere, per poi concludere con un gioco d’astuzia. Sì, Kolo Muani è questa roba qui: può farsi invisibile e poi irrompere, può diventare dal primo minuto l’uomo del match e sciogliersi sul più bello. A dir la verità, almeno alla Juventus, l’ultima versione si è vista molto poco: un grande inizio, una flessione che è parsa inevitabile e comunque in linea con le difficoltà della squadra, e il gran finale per il gran traguardo. Ha portato la sua firma, la qualificazione in Champions League. E ha portato pure la dirigenza a operare sul suo futuro in maniera estremamente pragmatica, ma non per questa poco sognatrice. Anzi: una volta incassato l’okay da parte del Paris - con tanto di intervento della proprietà per ribadire l’amicizia con il club francese - a lasciarlo in (ulteriore) prestito per il torneo negli Stati Uniti, il passaggio successivo è stato un fugace “riparliamone”. Nel senso: la Juve sa benissimo quanto e come Kolo sia valutato dal Psg, che ha vinto tutto e l’ha fatto ovviamente senza di lui, e in questa sensazione generale di precarietà può incastrarsi una trattativa che si preannuncia comunque complicata, complicatissima se non fosse per la percentuale d’importanza della volontà del calciatore.

 

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