Irrompe un nuovo candidato nella corsa al Cartellino Viole Mundial. E’ il centrocampista del Ghana e del Milan Sulley Muntari. L’altro giorno ha chiesto al suo commissario tecnico, Kwesi Appiah, il permesso per lasciare il ritiro: un magnifico hotel sulla spiaggia di Maceio, una località nello Stato dell’Alagoas. In genere, quando i giocatori chiedono di potersi allontanare dall’albergo della squadra, le ragioni possono essere due: o andare a fare shopping o passare a salutare familiari o fidanzate. Muntari, no. Semplicemente voleva rendersi conto di persona delle condizioni di vita della gente nei quartieri più poveri della città. Un giro tutt’altro che turistico. Si è fermato a parlare con i passanti e l’hanno riconosciuto. Allora si è reso disponibile a farsi riprendere, fotografare con i bambini della zona, rilasciare autografi. Ha voluto fare anche un po’ il gradasso: aveva con sé una mazzetta di banconote con l’intenzione di distribuirle fra i più bisognosi. La polizia lo ha fermato. Non era certo una buona idea. Anche per i rischi che comportava. Va comunque apprezzata la sensibilità, sia pure grossolana, di Muntari. Il fair play non è soltanto un modo di comportarsi in campo per un calciatore, ma anche un modo di comportarsi nella vita. Il tentativo del giocatore milanista di scendere dal piedistallo del privile
Da Rio de Janeiro Gianfranco Teotino