© Foto Liverani
FIRENZE - Due giorni e mezzo intensi, che hanno soddisfatto (molto) dal punto di vista fisico e atletico. Il lavoro è ripartito dallo stage di metà aprile, con spazio preso dall’ormai famosa casetta di legno, ribattezzata Manaus. Esito positivo per il professor Enrico Castellacci, responsabile dello staff medico azzurro: «Abbiamo fatto i raffronti con i test di aprile, per arrivare in Brasile con 23 atleti. Nella casetta riproduciamo le condizioni climatiche che dovremmo trovare a Manaus, ma non solo: 32, 33° di temperatura e un’umidità del 70%. I giocatori adoperano tapis roulant e cyclette per misurare la resistenza fisica, monitorando la frequenza cardiaca. Li pesiamo prima e dopo per verificare il consumo idrico e facciamo un immediato esame per l’acido lattico. Alla fine immergono le mani in una vasca di acqua gelida per ristabilire la temperatura corporea». Un lavoro basato sull’esperienza in Confederations Cup: «La perdita di liquidi è la cosa più importante. Abbiamo studiato diete che non vengano a noia. Verdure e frutta, per recuperare i sali minerali: se ne consumano così tanti che può essere pericoloso. E abbiamo preparato l’alimentazione anche per i viaggi, che saranno lunghi».
ROSSI-CASSANO OK - Castellacci si è soffermato sui singoli. Giuseppe Rossi, innanzitutto: «Ha fatto tutto quanto proposto. Lo inseriamo giorno per giorno, aspettandolo ai sovraccarichi e ai contrasti». E poi Antonio Cassano: «E’ molto più tirato rispetto a due anni fa, si allena bene, è motivato. Teoricamente è da 90', ma le condizioni deriveranno dall’ambiente. Per chi ha avuto problematiche durante l’anno, ci sono programmi singoli. Maggio? Ha avuto l’ok della commissione dopo il pneumotorace». In Brasile si temono molto le malattie, sulle vaccinazioni (febbre gialla) Castellacci ha lasciato liberi i giocatori: «Ho detto loro di confrontarsi con i medici di club». Su quanto deriva dalla zanzare (dengue e malaria) serviranno accorgimenti: «Vestiti chiari, protezione del corpo». Sul menisco di Luis Suarez, il professore preferisce non approfondire: «Occorre vedere se è interno o esterno, nel secondo casi i tempi si allungano. Ma penso possa farcela per il Mondiale». In mattinata primo controllo antidoping a sorpresa del Coni: sorteggiati sei giocatori, per esame di urine e sangue.
© RIPRODUZIONE RISERVATAROSSI-CASSANO OK - Castellacci si è soffermato sui singoli. Giuseppe Rossi, innanzitutto: «Ha fatto tutto quanto proposto. Lo inseriamo giorno per giorno, aspettandolo ai sovraccarichi e ai contrasti». E poi Antonio Cassano: «E’ molto più tirato rispetto a due anni fa, si allena bene, è motivato. Teoricamente è da 90', ma le condizioni deriveranno dall’ambiente. Per chi ha avuto problematiche durante l’anno, ci sono programmi singoli. Maggio? Ha avuto l’ok della commissione dopo il pneumotorace». In Brasile si temono molto le malattie, sulle vaccinazioni (febbre gialla) Castellacci ha lasciato liberi i giocatori: «Ho detto loro di confrontarsi con i medici di club». Su quanto deriva dalla zanzare (dengue e malaria) serviranno accorgimenti: «Vestiti chiari, protezione del corpo». Sul menisco di Luis Suarez, il professore preferisce non approfondire: «Occorre vedere se è interno o esterno, nel secondo casi i tempi si allungano. Ma penso possa farcela per il Mondiale». In mattinata primo controllo antidoping a sorpresa del Coni: sorteggiati sei giocatori, per esame di urine e sangue.