Moggi: «Ventura? Opera di Lotito. Al posto di Tavecchio vedrei bene Agnelli»

L'ex dirigente della Juventus racconta la nomina del tecnico a ct dell'Italia: «Doveva andare alla Lazio. Poi però hanno richiamato Simone Inzaghi da Salerno...»
Moggi: «Ventura? Opera di Lotito. Al posto di Tavecchio vedrei bene Agnelli»© LaPresse

TORINO - «Mi trovavo in tribuna per Milan-Juve e Gian Piero venne a salutarmi. Mi disse: 'Ti conquisterò'. Ma cosa doveva conquistare? Gli dissi che doveva soltanto motivarla e portare avanti quanto aveva iniziato Antonio Conte. È capace di farlo? Io non credo. L'Italia è un club in cui ci dovrebbero essere dei dirigenti capaci che aiutano l'allenatore. Ventura che non ha mai vinto campionati, che ha sempre tenuto squadre dalla metà in giù, è esagerato. Doveva andare alla Lazio, poi hanno richiamato Simone Inzaghi da Salerno e lui l'hanno mandato in Nazionale. C'entra Lotito? Questo lo possono capire le persone». Luciano Moggi commenta così, nel corso di un’intervista a Piazzapulita, l'esclusione dell’Italia al prossimo Mondiale in Russia. L’ex dirigente della Juventus racconta la nomina di Ventura a ct della Nazionale: «Capito all'hotel Quadrifoglio, arriva il dirigente della Salernitana con Ventura e poco dopo arriva Lotito. Poi Tavecchio annuncia che dirà chi è l'allenatore della Nazionale, già sapevo sarebbe stato Ventura». Sul presidente della Lazio dice: «Mio erede? Lotito è bravo però il danno che ha arrecato è enorme».

«AGNELLI IN FIGC» - La ricetta di Moggi per risollevare le sorti della Nazionale? «I settori giovanili sono curati meno e nei settori giovanili ci sono gli stranieri. È il male del calcio italiano, bisogna evitare l'entrata di stranieri di seconda scelta. Io prendevo Trezeguet, Henry, Zidane, giocatori che potevano fare la differenza. Il calcio italiano era più in salute. Non c'è riconoscenza per quei dirigenti. Con il sottoscritto si vincevano i Mondiali, da lì in avanti siamo stati eliminati al primo turno o non ci siamo andati». E sul nuovo presidente della Figc ha un’idea: «Andrea Agnelli. Non sarebbe l’unico di parte».

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