I giovani mondiali che guarda la Juventus

Dai solidi Gvardiol e Antonio Silva all’estroso Gakpo, il Mondiale è una gioielleria per il futuro: gli occhi delle big sui talenti e futuri crack
I giovani mondiali che guarda la Juventus

Sognando Mario Gotze. L'allora calciatore del Bayern Monaco aveva appena compiuto 22 anni quando segnò, in Brasile, la rete più importante della sua vita, frustrando, pochi minuti prima dei calci di rigore, le ambizioni mondiali del più forte in assoluto, Lionel Messi: «Vai e fai vedere al mondo che sei più forte di lui», gli aveva sussurrato Joachim Löw prima di buttarlo dentro, quando mancavano pochi minuti alla fine dei tempi regolamentari. Correva l'estate 2014: tre anni prima il talentuoso canterano del Borussia Dortmund aveva conquistato il Golden Boy e non erano in pochi, in quel momento, ad assicurare che, in massimo tre anni, avrebbe vinto anche il Pallone d'Oro. Andò in maniera diversa perché, come tutti sappiamo, la sua carriera non è stata all'altezza delle aspettative che aveva creato sul suo conto, riuscendo a mantenere ben poche delle promesse che aveva fatto con un pallone tra i piedi. Tuttavia, nessuno potrà mai togliergli la soddisfazione di aver regalato una gioia immensa, la più grande dal punto di vista sportivo, al proprio paese.

L'ultimo mondiale per Ronaldo e non solo

Quello cominciato, ieri, potrebbe essere il suo ultimo Mondiale, ma anche l'ultimo dei calciatori che hanno vinto tutti i Palloni e le Scarpe d'Oro assegnati negli ultimi quindici anni: dallo stesso Messi a Cristiano Ronaldo, Robert Lewandowski, Karim Benzema, Luka Modric e Luis Suárez. Una generazione di campioni esagerati (i primi due epocali), talmente forti e longevi che, di fatto, ne ha bruciato un'altra: quella, solo per fare alcuni nomi, dei Kevin De Bruyne, Harry Kane, Mo Salah, Thomas Müller e dello stesso Neymar junior che, per quanto siano stati grandi, non sono riusciti a segnare un'epoca come, probabilmente, avrebbero potuto fare se avessero avuto la fortuna di nascere cinque anni più tardi.

Dai campioncini affermati ai giovanissimi in rampa di lancio

Fortuna che, invece, hanno avuto molti dei calciatori che sfrutteranno il Mondiale come un vero e proprio trampolino di lancio. Sono davvero tanti, infatti, gli Under 23 da tenere d'occhio nelle prossime quattro settimane. Alcuni di loro sono già diventati pedine fondamentali nei propri club. Di certo, nessuno scoprirà in Qatar i vari Pedri, Gavi, Jude Bellingham, Youssoufa Moukoko, Julian Alvarez, Nicola Zalewski, Jamal Musiala, Aurelien Tchouaméni, Eduardo Camavinga, Randal Kolo Muani, Ansu Fati, Ronald Araujo, Karim Adeyemi, Vinicius junior, Rodrygo, Vitinha, Nuno Mendes o dello stesso Phil Foden. Dei campioncini appena menzionati, qualcuno ha già vinto il Golden Boy, qualcun altro potrebbe vincerlo in futuro e, perché no, un paio potrebbero vincere, con il permesso di Kylian Mbappé e Erling Haaland, anche il Pallone d'Oro. Qui e ora, però, vogliamo provare a scommettere su giovanissimi che, pur non essendo degli sconosciuti assoluti, sono arrivati in Qatar in sordina. Qualcuno è stato, addirittura, convocato all'ultimo momento per sostituire un compagno infortunato.  

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Josko Gvardiol (Lipsia)

Tra i ventenni d'oro più interessanti c'è, senza dubbio, il nuovo kaiser della Croazia. Non sarà di certo semplice, per Modric e compagni ripetere quanto di buono fatto in Russia nel 2018, tuttavia, la nazionale balcanica ha già trovato il leader della propria difesa per i prossimi dieci anni. Se il Lipsia si è rialzato, dopo un avvio di stagione disastroso, una parte importante del merito è anche della solidità che è riuscito a trasmettere il giovanissimo difensore centrale alla retroguardia di Marco Rose.

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Bukayo Saka (Arsenal)

Noto alle cronache azzurre per aver sbagliato uno dei calci di rigore che hanno consentito all'Italia di Roberto Mancini di conquistare l'Europeo dello scorso anno. Tuttavia, ci vuole un bel coraggio a presentarti sul dischetto a Wembley a soli vent'anni mentre qualche tuo compagno di squadra ben più esperto si sta nascondendo in panchina. È uno dei tanti "segreti" di Mikel Arteta e potrebbe diventarlo anche di Gareth Southgate.

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Nico Williams (Athletic Bilbao) e Alejandro Balde (Barcellona)

Uno attaccante, l'altro difensore. Entrambi, però, hanno già dimostrato di poter essere decisivi. Il piccolo dei fratelli Williams potrebbe risolvere i problemi sotto porta di Luis Enrique, mentre il terzino blaugrana, arrivato dopo il ko di Gayá, potrebbe soffiare la maglia da titolare a Jordi Alba. Al Barça ci è già riuscito. Tra gli altri canteranos blaugrana, occhio al marocchino Ez Abde (20).

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Xavi Simons e Cody Gakpo (Psv)

Anche il riccioluto Simons è cresciuto alla Masia, ma è esploso soltanto quest'anno a Eindhoven, dove si trova in prestito dal Paris Saint Germain che stava cominciando a perdere la fiducia in lui. Assieme a Gakpo, 22 gol in due in quest'avvio di stagione, l'Olanda potrebbe essere, per una volta, targata Psv e non Ajax.

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Antonio Silva e Gonçalo Ramos (Benfica)

Sconosciuti fino alla scorsa estate. Oggi, invece, sono due dei leader della squadra rivelazione della fase a gruppi della Champions League: il Benfica di Roger Schmidt. Davvero incredibile il mestiere e il carattere dimostrati da Silva in questi primi tre mesi di stagione. Non è facile vedere un diciannovenne prendere in mano la difesa di un club così importante.

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Yunus Musah (Valencia) e Kang In Lee (Maiorca)

Entrambi sbocciati all’ombra di Paterna, sede del settore giovanile del Valencia ed entrambi con qualità da vendere. Il sudcoreano sta ancora cercando il modo di canalizzare al meglio la propria magia. Lo statunitense, invece, ha già dimostrato una consapevolezza enorme nei propri mezzi a tal punto che Gennaro Gattuso lo ha già scelto come uno dei leader del proprio centrocampo.

 

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Sognando Mario Gotze. L'allora calciatore del Bayern Monaco aveva appena compiuto 22 anni quando segnò, in Brasile, la rete più importante della sua vita, frustrando, pochi minuti prima dei calci di rigore, le ambizioni mondiali del più forte in assoluto, Lionel Messi: «Vai e fai vedere al mondo che sei più forte di lui», gli aveva sussurrato Joachim Löw prima di buttarlo dentro, quando mancavano pochi minuti alla fine dei tempi regolamentari. Correva l'estate 2014: tre anni prima il talentuoso canterano del Borussia Dortmund aveva conquistato il Golden Boy e non erano in pochi, in quel momento, ad assicurare che, in massimo tre anni, avrebbe vinto anche il Pallone d'Oro. Andò in maniera diversa perché, come tutti sappiamo, la sua carriera non è stata all'altezza delle aspettative che aveva creato sul suo conto, riuscendo a mantenere ben poche delle promesse che aveva fatto con un pallone tra i piedi. Tuttavia, nessuno potrà mai togliergli la soddisfazione di aver regalato una gioia immensa, la più grande dal punto di vista sportivo, al proprio paese.

L'ultimo mondiale per Ronaldo e non solo

Quello cominciato, ieri, potrebbe essere il suo ultimo Mondiale, ma anche l'ultimo dei calciatori che hanno vinto tutti i Palloni e le Scarpe d'Oro assegnati negli ultimi quindici anni: dallo stesso Messi a Cristiano Ronaldo, Robert Lewandowski, Karim Benzema, Luka Modric e Luis Suárez. Una generazione di campioni esagerati (i primi due epocali), talmente forti e longevi che, di fatto, ne ha bruciato un'altra: quella, solo per fare alcuni nomi, dei Kevin De Bruyne, Harry Kane, Mo Salah, Thomas Müller e dello stesso Neymar junior che, per quanto siano stati grandi, non sono riusciti a segnare un'epoca come, probabilmente, avrebbero potuto fare se avessero avuto la fortuna di nascere cinque anni più tardi.

Dai campioncini affermati ai giovanissimi in rampa di lancio

Fortuna che, invece, hanno avuto molti dei calciatori che sfrutteranno il Mondiale come un vero e proprio trampolino di lancio. Sono davvero tanti, infatti, gli Under 23 da tenere d'occhio nelle prossime quattro settimane. Alcuni di loro sono già diventati pedine fondamentali nei propri club. Di certo, nessuno scoprirà in Qatar i vari Pedri, Gavi, Jude Bellingham, Youssoufa Moukoko, Julian Alvarez, Nicola Zalewski, Jamal Musiala, Aurelien Tchouaméni, Eduardo Camavinga, Randal Kolo Muani, Ansu Fati, Ronald Araujo, Karim Adeyemi, Vinicius junior, Rodrygo, Vitinha, Nuno Mendes o dello stesso Phil Foden. Dei campioncini appena menzionati, qualcuno ha già vinto il Golden Boy, qualcun altro potrebbe vincerlo in futuro e, perché no, un paio potrebbero vincere, con il permesso di Kylian Mbappé e Erling Haaland, anche il Pallone d'Oro. Qui e ora, però, vogliamo provare a scommettere su giovanissimi che, pur non essendo degli sconosciuti assoluti, sono arrivati in Qatar in sordina. Qualcuno è stato, addirittura, convocato all'ultimo momento per sostituire un compagno infortunato.  

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