L’Iran e la forma che è sostanza

L’Iran e la forma che è sostanza

Niente inno, siamo iraniani. In ginocchio, siamo inglesi. Che forse questo Mondiale non sia poi davvero quella fiera dell’indifferenza che in tanti stigmatizziamo a priori e a prescindere, magari per lenire la frustrazione di non esserci? Saranno pure gesti formali, ma a volte la forma si avvicina molto alla sostanza. E i sudditi di Sua Maestà lo sanno e lo fanno meglio degli altri. S’è allineato persino il governo conservatore. Black lives matter, ma pure i diritti umani e l’inclusività - valori con gravi limiti di cittadinanza in Qatar - contano. «Una dichiarazione forte, nella vetrina più grande», per i nazionali di Southgate. Quelli di Queiroz - fieri, coraggiosi, coerenti - sono rimasti muti mentre risuonavano le note inneggianti alla «eterna Repubblica Islamica dell’Iran». Il pubblico di Doha ha fischiato: speriamo più contro il regime e gli stupri ai diritti delle donne che non contro le bocche cucite, di sicuro non apprezzate dagli integralisti. Come la fascia arcobaleno bandita dalla Fifa (in senso lato) però sfoggiata a bordocampo dalla meravigliosa Alex Scott, ex calciatrice ora voce della Bbc.

In Inghilterra-Iran abbiamo poi scoperto che si possono dare 27 minuti di recupero (14 nel primo tempo per lo stordente infortunio al portiere Beiranvand; 10+3 aggiuntivi per rigore con Var allo scadere). Forse l’arbitro brasiliano Claus s’è fatto un attimo prendere la mano per essere sicuro di centrare un record storico. E il suo connazionale Sampaio, in Olanda-Senegal, ha subito tentato di imitarlo, dandone in totale 11. E alé: altri 13 dal qatariota di Usa-Galles. Nel match inaugurale erano stati 10. In totale, 4 partite e più di un’ora di recupero! La direttiva emerge chiara. Magari di qui a un po’ arriveremo al tempo effettivo. Del resto abbiamo assistito pure alla 6ª sostituzione: proprio quella di Beiranvand, che ha provato a rimanere in campo ma poi si è arreso ai capogiri. Anche il cambio bonus per ko da trauma cranico - esteso per par condicio agli avversari - l’hanno introdotto gli inglesi, e figuriamoci, ma ai Mondiali non s’era mai visto. Forse come forme di protesta ci sono idee più brillanti che tenere la tv spenta.

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