Lo Stramaccioni d’Arabia, il pirata Kim Jong-Un e la maratona Mentana

Lo Stramaccioni d’Arabia, il pirata Kim Jong-Un e la maratona Mentana

Le ultime parole fumose

La prima clamorosa sorpresa del Mondiale è andata in scena in orario mattutino, quando di solito in Italia giocano le squadre Primavera o la Serie A femminile. L’impresa dell’Arabia Saudita ricorda quella del Camerun a Italia ‘90, ma soprattutto rappresenta una micidiale risposta a Scaloni, che nella conferenza di presentazione si era sbilanciato: «Spero che il popolo argentino e gli altri appassionati si divertano a vedere una squadra che gioca a calcio». Evidentemente non parlava dell’Argentina.

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L'esaltazione di Stramaccioni

Seconda voce nella telecronaca, Stramaccioni è diventato di tendenza sui social grazie all’entusiasmo - neanche fosse Renzi - con cui ha accompagnato la rimonta dell’Arabia Saudita. Strama si è a tratti immedesimato nel ct Renard: «Io so cosa vuoi dire, vuoi urlare ai tuoi giocatori con la tua voce, ma non puoi farlo e ti serve l’interprete!». Tutti, va detto, gli hanno riconosciuto una preparazione tutt’altro che scontata sui sauditi. L’emozione per la sconfitta di Messi e compagni ha tradito Simona Rolandi: «La giornata si è subito aperta con una grande sorpresa: la vittoria dell’Argentina sull’Arabia Saudita!».

5 13 6

Non sono personaggi di “The Umbrella Academy”, ma i numeri di Guillermo Ochoa, detto Memo, portiere del Messico, che ieri ha salvato lo 0-0 con la Polonia parando un rigore a Lewandowski. 5 i Mondiali disputati, 13 il numero di maglia - scelto perché è nato venerdì 13 e debuttò in prima squadra il 13 giugno 2004 alle ore 13 - e 6 le presunte dita. Spieghiamo: quando, nel torneo del 2014 Ochoa fu grande protagonista sia contro il Brasile, sia contro l’Olanda, tutti corsero a raccontare il personaggio e qualcuno su Twitter sostenne che il guantone della mano con cui aveva effettuato una super parata su un colpo di testa di Neymar avesse 6 dita. Il portiere, va detto, non ha mai smentito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Separati alla nascita

Segnalavamo ieri la notevole somiglianza tra il tecnico del Senegal, Cissé, e Snoop Dogg. Non è sfuggita neanche al popolo dei social e la cosa è piaciuta assai al popolare rapper, che si è divertito a ritwittare i post in questione.

Il pirata Kim

La Corea del Nord non ha acquistato i diritti per trasmettere il torneo, ma l’emittente di stato mostra ugualmente le partite “piratando” il segnale da altre tv di cui viene cancellato il logo quando vanno in onda le immagini. In un Mondiale in cui molti diritti vengono calpestati con il beneplacito di Infantino, figuriamoci se Kim Jong-Un si preoccupa di quelli televisivi.

La citazione

Le partite sono così lunghe che per il commento la Rai avrebbe contattato Mentana (Unfair Play). 

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Le ultime parole fumose

La prima clamorosa sorpresa del Mondiale è andata in scena in orario mattutino, quando di solito in Italia giocano le squadre Primavera o la Serie A femminile. L’impresa dell’Arabia Saudita ricorda quella del Camerun a Italia ‘90, ma soprattutto rappresenta una micidiale risposta a Scaloni, che nella conferenza di presentazione si era sbilanciato: «Spero che il popolo argentino e gli altri appassionati si divertano a vedere una squadra che gioca a calcio». Evidentemente non parlava dell’Argentina.

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L'esaltazione di Stramaccioni

Seconda voce nella telecronaca, Stramaccioni è diventato di tendenza sui social grazie all’entusiasmo - neanche fosse Renzi - con cui ha accompagnato la rimonta dell’Arabia Saudita. Strama si è a tratti immedesimato nel ct Renard: «Io so cosa vuoi dire, vuoi urlare ai tuoi giocatori con la tua voce, ma non puoi farlo e ti serve l’interprete!». Tutti, va detto, gli hanno riconosciuto una preparazione tutt’altro che scontata sui sauditi. L’emozione per la sconfitta di Messi e compagni ha tradito Simona Rolandi: «La giornata si è subito aperta con una grande sorpresa: la vittoria dell’Argentina sull’Arabia Saudita!».

5 13 6

Non sono personaggi di “The Umbrella Academy”, ma i numeri di Guillermo Ochoa, detto Memo, portiere del Messico, che ieri ha salvato lo 0-0 con la Polonia parando un rigore a Lewandowski. 5 i Mondiali disputati, 13 il numero di maglia - scelto perché è nato venerdì 13 e debuttò in prima squadra il 13 giugno 2004 alle ore 13 - e 6 le presunte dita. Spieghiamo: quando, nel torneo del 2014 Ochoa fu grande protagonista sia contro il Brasile, sia contro l’Olanda, tutti corsero a raccontare il personaggio e qualcuno su Twitter sostenne che il guantone della mano con cui aveva effettuato una super parata su un colpo di testa di Neymar avesse 6 dita. Il portiere, va detto, non ha mai smentito.

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