L’Iran vuole gli Stati Uniti fuori dal Mondiale: “Violato lo statuto Fifa”

Sale la tensione per la sfida in programma martedì, decisiva per la qualificazione agli ottavi di Qatar 2022. Uno scontro non solo calcistico ma soprattutto politico: ecco cosa è successo
L’Iran vuole gli Stati Uniti fuori dal Mondiale: “Violato lo statuto Fifa”© Getty Images

A 90' dalla conclusione della fase a gironi, può ancora succedere di tutto nel Gruppo B. Attualmente la classifica vede infatti l'Inghilterra davanti a tutti con 4 punti, inseguita da Iran a 3, Stati Uniti (2) e Galles (1). Nessuna è ancora certa del pass per gli ottavi, pertanto l'ultima gara sarà quanto mai decisiva. Ma se Inghilterra e Galles si giocano il derby per la supremazia nel Regno Unito, il match tra Iran e Stati Uniti ha dei risvolti politici piuttosto importanti: non si tratta infatti solo di una partita di calcio ma di ben altro. A caratterizzare i giorni di vigilia è una grande tensione tra i due Paesi. Una tensione che in realtà vige da decenni ma che sembra essere debordata nelle ultime ore. In Iran, infatti, continuano le proteste del popolo islamico contro il regime degli ayatollah che sta reprimendo nel sangue il dissenso di chi non può e non vuole continuare a restare in silenzio di fronte ad omicidi di stato come quello perpetrato a settembre dalla polizia nei confronti della giovane Mahsa Amini, "colpevole" soltanto di non aver indossato in modo corretto il velo per coprirsi il volto.

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Accadimenti di fronte ai quali gli stessi calciatori iraniani non sono stati indifferenti rimanendo in silenzio durante l'inno, tra l'altro fischiato sulle tribune, in occasione dell'esordio a Qatar 2022 contro l'Inghilterra (per la cronaca è finita 6-2 per la nazionale dei Tre Leoni). Poi, però, probabilmente per paura di ritorsioni per sé e le proprie famiglie, sono tornati sui propri passi intonando regolarmente l'inno nel secondo match, quello contro il Galles vinto per 2-0 e che permette alla squadra di Queiroz di sognare il passaggio agli ottavi.

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In questo scenario di guerra civile, mentre la gente continua ad essere uccisa nelle piazze, la federazione degli Stati Uniti si è voluta schierare dalla parte del popolo con un gesto piuttosto eloquente, mandando un messaggio chiaro alle autorità islamiche. Nello scorso weekend i profili social ufficiali della nazionale a stelle e strisce hanno inserito la bandiera dell'Iran senza lo stemma della Repubblica islamica nella classifica del girone alla vigilia dell'ultima giornata. Una mossa che è stata interpretata dal regime iraniano come un'offesa. Gli Usa hanno confermato che il loro intento era proprio schierarsi apertamente con la gente e contro il regine per mostrare "sostegno alle donne in Iran che lottano per i diritti umani fondamentali". Il solo tricolore (verde, bianco e rosso) è stato tenuto per sole 24 ore per poi tornare a mostrare la bandiera ufficiale.

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Giusto il tempo, però, per scaturire le reazioni dell'Iran, intenzionata a chiedere alla FIFA l'espulsione degli Stati Uniti dai Mondiali di Qatar 2022. Il motivo è presto chiarito: "Gli Stati Uniti violano gli statuti della FIFA pubblicando un'immagine distorta della bandiera iraniana. La sezione 13 del regolamento spiega che dovrebbe essere comminata una sanzione di 10 partite", sottolineano i consulenti legali iraniani. Una squalifica che significherebbe dunque addio al Mondiale per la nazionale di Berhalter. In verità già diverse volte sugli spalti sono apparse bandiere iraniane diverse da quella ufficiale in segno di protesta contro il regime, che intanto si scaglia contro gli americani: "Hanno rimosso il nome di Dio dalla loro bandiera nazionale". Safiollah Fagahanpour, consigliere della Federcalcio iraniana, ha ribadito che "le misure prese riguardo alla bandiera della Repubblica islamica dell'Iran sono contro la legge" delle competizioni FIFA. "Devono essere ritenuti responsabili – ha spiegato –. Ovviamente vogliono influenzare la prestazione dell'Iran contro gli Stati Uniti facendo questo". Iran-Usa, insomma, non potrà mai essere solo una partita di calcio.

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A 90' dalla conclusione della fase a gironi, può ancora succedere di tutto nel Gruppo B. Attualmente la classifica vede infatti l'Inghilterra davanti a tutti con 4 punti, inseguita da Iran a 3, Stati Uniti (2) e Galles (1). Nessuna è ancora certa del pass per gli ottavi, pertanto l'ultima gara sarà quanto mai decisiva. Ma se Inghilterra e Galles si giocano il derby per la supremazia nel Regno Unito, il match tra Iran e Stati Uniti ha dei risvolti politici piuttosto importanti: non si tratta infatti solo di una partita di calcio ma di ben altro. A caratterizzare i giorni di vigilia è una grande tensione tra i due Paesi. Una tensione che in realtà vige da decenni ma che sembra essere debordata nelle ultime ore. In Iran, infatti, continuano le proteste del popolo islamico contro il regime degli ayatollah che sta reprimendo nel sangue il dissenso di chi non può e non vuole continuare a restare in silenzio di fronte ad omicidi di stato come quello perpetrato a settembre dalla polizia nei confronti della giovane Mahsa Amini, "colpevole" soltanto di non aver indossato in modo corretto il velo per coprirsi il volto.

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Accadimenti di fronte ai quali gli stessi calciatori iraniani non sono stati indifferenti rimanendo in silenzio durante l'inno, tra l'altro fischiato sulle tribune, in occasione dell'esordio a Qatar 2022 contro l'Inghilterra (per la cronaca è finita 6-2 per la nazionale dei Tre Leoni). Poi, però, probabilmente per paura di ritorsioni per sé e le proprie famiglie, sono tornati sui propri passi intonando regolarmente l'inno nel secondo match, quello contro il Galles vinto per 2-0 e che permette alla squadra di Queiroz di sognare il passaggio agli ottavi.

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