A 90' dalla conclusione della fase a gironi, può ancora succedere di tutto nel Gruppo B. Attualmente la classifica vede infatti l'Inghilterra davanti a tutti con 4 punti, inseguita da Iran a 3, Stati Uniti (2) e Galles (1). Nessuna è ancora certa del pass per gli ottavi, pertanto l'ultima gara sarà quanto mai decisiva. Ma se Inghilterra e Galles si giocano il derby per la supremazia nel Regno Unito, il match tra Iran e Stati Uniti ha dei risvolti politici piuttosto importanti: non si tratta infatti solo di una partita di calcio ma di ben altro. A caratterizzare i giorni di vigilia è una grande tensione tra i due Paesi. Una tensione che in realtà vige da decenni ma che sembra essere debordata nelle ultime ore. In Iran, infatti, continuano le proteste del popolo islamico contro il regime degli ayatollah che sta reprimendo nel sangue il dissenso di chi non può e non vuole continuare a restare in silenzio di fronte ad omicidi di stato come quello perpetrato a settembre dalla polizia nei confronti della giovane Mahsa Amini, "colpevole" soltanto di non aver indossato in modo corretto il velo per coprirsi il volto.
Iran, i calciatori non cantano l'inno ma poi...
Accadimenti di fronte ai quali gli stessi calciatori iraniani non sono stati indifferenti rimanendo in silenzio durante l'inno, tra l'altro fischiato sulle tribune, in occasione dell'esordio a Qatar 2022 contro l'Inghilterra (per la cronaca è finita 6-2 per la nazionale dei Tre Leoni). Poi, però, probabilmente per paura di ritorsioni per sé e le proprie famiglie, sono tornati sui propri passi intonando regolarmente l'inno nel secondo match, quello contro il Galles vinto per 2-0 e che permette alla squadra di Queiroz di sognare il passaggio agli ottavi.
I giocatori non si fanno più imbavagliare: che bella conquista