Iran-Stati Uniti, Berhalter e le polemiche su bandiera e Klinsmann

Il ct americano ha gettato acqua sul fuoco in vista del delicato match di Coppa del Mondo. Così invece Queiroz: "Penso solo alla partita, voglio rendere felice la gente"

DOHA (Qatar) - "Non lo sapevamo, né lo staff né i giocatori. A volte le cose sfuggono al nostro controllo. Tutto quello che possiamo fare è scusarci a nome dei giocatori e dello staff". Così, in conferenza stampa alla vigilia della decisiva sfida valida per la terza ed ultima giornata della fase a gironi di Coppa del Mondo, il ct degli Stati Uniti Gregg Berhalter si scusa con la Federazione iraniana per il caso della bandiera, che i social della Federcalcio americana hanno pubblicato senza l'emblema della Repubblica Islamica: "Lo sport dovrebbe unire persone e Paesi. Le Olimpiadi ne sono un buon esempio, così come la Coppa del Mondo".

Berhalter su Klinsmann e il precedente del 1998

"Il precedente del 1998 in Coppa del Mondo tra Stati Uniti e Iran, con la formazione asiatica che si impose 2-1? Questa partita mi è rimasta impressa nella testa. All'epoca vidi una squadra che voleva vincere la partita e un'altra no. Non possiamo ripetere quell'errore. Domani sarà una partita ad eliminazione diretta per entrambi e sono qui per parlare della partita, non delle polemiche o di Jurgen Klinsmann. Per noi è una partita di calcio contro una buona squadra. Tutto qui", conclude Berhalter.

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Queiroz: "Non devo cadere nella trappola delle polemiche"

Così, invece, il ct dell'Iran Carlos Queiroz in conferenza stampa: "Devo restare concentrato e non cadere nella trappola delle polemiche, per preparare i miei calciatori a dare il meglio di loro stessi. Se dopo 42 anni in questo sport credo ancora di poter vincere le partite con quei giochetti mentali, penso di non aver imparato nulla sul gioco e non è così. Quella serie collettiva di eventi che circondano questa Coppa del Mondo spero che sarà una buona lezione per tutti noi in futuro e che nel prossimo evento impareremo che la nostra missione qui è creare intrattenimento per almeno 90 minuti e rendere felici le persone".

Queiroz su Klinsmann

"Quando siamo una squadra che si muove con un senso di armonia, è come un cervello collettivo che pensa e agisce allo stesso tempo. Questo è ciò che nella nostra prima partita contro l'Inghilterra non abbiamo fatto bene, ma siamo tornati alle radici e nella seconda partita siamo stati in grado di attuare il nostro pensiero, sentimento e azione strategica collettiva ed è così che diventiamo più forti. Non ho nessun commento da fare su Klinsmann, solo un riferimento al fatto che ho sempre lavorato e ho sempre creduto nella mia vita che una squadra di calcio debba basarsi sull'etica del lavoro e sui principi di ciò che è una squadra. Quando rispettiamo i valori e i principi di far parte di una squadra, possiamo solo essere migliori, più forti. Questo è ciò in cui credo sempre nella mia vita e lavorerò sempre in quella direzione, per creare un codice di condotta dell'allenatore in termini di principi e valori che possa far credere ai giocatori che ogni singola mattina quando si svegliano, hanno solo una sfida in mente: essere migliori, competere contro se stessi per essere migliori degli altri”.

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DOHA (Qatar) - "Non lo sapevamo, né lo staff né i giocatori. A volte le cose sfuggono al nostro controllo. Tutto quello che possiamo fare è scusarci a nome dei giocatori e dello staff". Così, in conferenza stampa alla vigilia della decisiva sfida valida per la terza ed ultima giornata della fase a gironi di Coppa del Mondo, il ct degli Stati Uniti Gregg Berhalter si scusa con la Federazione iraniana per il caso della bandiera, che i social della Federcalcio americana hanno pubblicato senza l'emblema della Repubblica Islamica: "Lo sport dovrebbe unire persone e Paesi. Le Olimpiadi ne sono un buon esempio, così come la Coppa del Mondo".

Berhalter su Klinsmann e il precedente del 1998

"Il precedente del 1998 in Coppa del Mondo tra Stati Uniti e Iran, con la formazione asiatica che si impose 2-1? Questa partita mi è rimasta impressa nella testa. All'epoca vidi una squadra che voleva vincere la partita e un'altra no. Non possiamo ripetere quell'errore. Domani sarà una partita ad eliminazione diretta per entrambi e sono qui per parlare della partita, non delle polemiche o di Jurgen Klinsmann. Per noi è una partita di calcio contro una buona squadra. Tutto qui", conclude Berhalter.

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