Qatar 2022, l'invasore Ferri: "Ho promesso a Infantino di non farlo più"

L'aneddoto del 'Falco' sul presidente Fifa dopo l'invasione in Portogallo-Uruguay. Poi, il post su Instagram: "La mia ultima corsa in un campo di gioco"
Qatar 2022, l'invasore Ferri: "Ho promesso a Infantino di non farlo più"© Getty Images

Il 'Falco' Mario Ferri ha invaso il campo nel corso di Portogallo-Uruguay, partita dei Mondiali in Qatar, con una bandiera arcobaleno e una maglietta a sostegno delle donne iraniane e dell'Ucraina. Già autore di altre invasioni e altri gesti clamorosi in passato, è stato arrestato, rilasciato e poi ha raccontato l'episodio con alcuni particolari dettagli al sito brasiliano Globoesporte. "Quando mi hanno arrestato, Infantino (presidente della Fifa) è sceso e mi ha chiesto 'Perché? Perché?' Si è ricordato delle mie altre invasioni ai Mondiali. Io gli ho detto: 'Perché abbiamo giocato a guardie e ladri. 5000 contro di me'". Ferri ha poi rivelato di aver "firmato una dichiarazione dicendo che non l'avrei fatto più. Ma mi hanno permesso di guardare le partite". "Ho chiesto: 'Posso restare per guardare le partite? Mi hanno detto: 'Sì, sei il benvenuto. Puoi restare in Qatar. Hanno capito bene il messaggio'" ha raccontato Ferri.

Ferri, lungo post su Instagram: "The last dance"

Successivamente, Ferri ha condiviso un lungo messaggio su Instagram. "La chiamerò 'The last dance' la mia ultima corsa in un campo di gioco, ho voluto mandare messaggi importanti per me che ho vissuto sulla mia pelle nei mesi scorsi? Un messaggio per l'Iran dove ho amici che soffrono, dove la donna non viene rispettata? Il mondo deve cambiare, lo possiamo fare insieme con gesti forti, che vengono dal cuore, con coraggio. La Fifa ha vietato le fasce da capitano con l'arcobaleno e le bandiere per i diritti umani sugli spalti, hanno bloccato tutti, ma non me, come un Robinhood 2.0 ho portato il messaggio del popolo. Vogliamo un mondo libero che rispetta tutte le razze e tutte le idee". Ferri ha rivela pure di essere "stato un mese in guerra a Kiev come volontario e ho visto quanto quel popolo stia soffrendo. Vogliamo la pace". Infine, ha concluso: "Grazie per tutti i messaggi d'amore che mi arrivano dal mondo, dall'Iran e dall'Ucraina. Infrangere le regole se lo si fa per una buona causa non e' mai un reato".

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