© EPACome difensore è un mostro, questo ragazzone di vent’anni che a fine gara si toglie la maschera e corre dalla mamma (sugli spalti) per abbracciarla. Josko detto Pep perché di cognome fa Gvardiol è un supereroe mascherato. Centrale del Lipsia, piede mancino per palati fini, un muro dietro, un motorino quando corre in avanti, una sentenza quando c’è da fare un intervento da Ave Maria. Disperato, come la scivolata su Lukaku che lo anticipa nell’ultima azione utile per il Belgio. «Se avessimo segnato un gol sarebbe stato più facile arrivare alla fine del match senza soffrire», ammette candido il difensore a fine gara.
Migliore in campo
Lui si porta a casa la palma di migliore della sfida, ma in effetti tra gli uomini della Croazia, dopo tre gare, è probabilmente quello che sta impressionando di più. Alla faccia di Lukaku e compagnia, che ieri gli hanno rimbalzato addosso come palline di gomma su una superficie di marmo. «Il Belgio ha avuto un sacco di occasioni sul finale, ci ha chiusi in area. Se devo essere sincero, penso che dovremmo essere soddisfatti percome è finita - ha proseguito Gvardiol -. L’intervento finale su Lukaku? Beh, l’avevo detto prima della partita: se fossimo riusciti a stare compatti e a muoverci tutti insieme dietro, sarebbe stato più facile». Sarà, ma a vederlo giocare sembra che certe cose vengano facili solo a lui.
Le parole del ct Dalic
Infatti poco dopo Dalic in conferenza stampa lo incorona. «Da quello che ho visto finora, Josko è il miglior difensore del mondo - ha detto il ct della Croazia -. Alla sua età giocare con tanta sicurezza è qualcosa di fantastico». Un parere forse un po’ di parte, quello di Dalic, ma sicuramente in questo momento la Croazia può ben godersi colui che sta dimostrando a mani basse di essere il centrale migliore al Mondiale. Infatti le big di mezza Europa lo guardano leccandosi i baffi con cupidigia, in attesa dell’apertura del mercato. E pensare che qualcuno pensava che Gvardiol potesse essere una riserva del veterano Vida - acciaccato, e che ora rischia di venire serenamente pensionato una volta finita la rassegna in Qatar.