Richarlison con buona pace di Cassano, Luis Enrique di parola, nei panni di Eto'o

Le pagelle Mondiali: spiccano il coraggio del centravanti del Brasile, l'iperattività di Brozovic e il gesto di Bierhoff
Richarlison con buona pace di Cassano, Luis Enrique di parola, nei panni di Eto'o

Fernando Santos 10

Duro fino in fondo. A tutto c'è un limite e Cristiano Ronaldo lo aveva superato. Non era facile, però, lasciarlo fuori dall'undici titolare assieme alle sue cinque Champions League, i suoi cinque Palloni d'Oro, i suoi 118 gol in Nazionale. Al commissario tecnico lusitano, però, non è tremato il polso: l'ha fatto accomodare in panchina e non esattamente in una partita inutile. E gli è andata bene. Benissimo.

Marcelo Brozovic 9

Contro il Giappone ha stabilito il nuovo record di chilometri percorsi in una partita: 16,7. Sarebbe potuto bastare un 8 per premiare la sempre razionale iperattività del centrocampista dell'Inter se non fosse che il precedente primato era pure suo (16,33) e risaliva alla gara disputata quattro anni fa in Russia contro l'Inghilterra.

Neymar 8

Dopo il rigore trasformato contro la Corea del Sud, è a un'incollatura dalle 77 reti di Pelé con la Canarinha. A Graeme Souness (voto 0), però, la sua magia non piace: «Se ci fossimo stati io e Keane l'avremmo massacrato». All'ex doriano qualcuno dovrebbe dire che con le regole di oggi, sia lui che l'ex capitano del Manchester United avrebbe giocato meno della metà delle partite.

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Richarlison 7

Dopo avergli insegnato la danza del piccione, il bomber brasiliano ha promesso a Ronaldo che, in caso di arrivo in finale, si presenterà in campo con lo stesso taglio sfoggiato dal Fenomeno nel 2002. Complimenti per il coraggio, ma anche per essere diventato il talismano del Brasile. Con buona pace di Antonio Cassano, il suo posto nell'undici titolare non è in discussione anche perché ogni volta che ha segnato lui, la Seleçao ha poi vinto: 16 gol, 16 vittorie.

Oliver Bierhoff 6

«Negli ultimi quattro anni non sono riuscito a restituire l'allegria ai tifosi». Con queste parole, il dg della Mannschaft ha lasciato il proprio incarico. Se lo stesso metro di giudizio venisse adottato anche dai dirigenti nostrani, assisteremmo a dimissioni di massa. E non solo nel mondo del pallone.

Luis Enrique 6

È finita ieri la sua avventura su Twitch: «In caso di eliminazione, questo potrebbe essere il mio ultimo stream», aveva ricordato il ct asturiano alla vigilia della sfida contro il Marocco. Ed è andata a finire proprio così.

Samuel Eto'o SV

Sì, senza voto. «Negro di merda, tornatene nella tua piantagione di banane». Sfidiamo chiunque a mantenere la calma davanti a un insulto del genere. Detto questo, ha sicuramente sbagliato perché il suo fallo di reazione avrebbe potuto metterlo ancor di più nei guai. Ma piuttosto che giudicarlo, preferiamo metterci nei suoi panni.

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Fernando Santos 10

Duro fino in fondo. A tutto c'è un limite e Cristiano Ronaldo lo aveva superato. Non era facile, però, lasciarlo fuori dall'undici titolare assieme alle sue cinque Champions League, i suoi cinque Palloni d'Oro, i suoi 118 gol in Nazionale. Al commissario tecnico lusitano, però, non è tremato il polso: l'ha fatto accomodare in panchina e non esattamente in una partita inutile. E gli è andata bene. Benissimo.

Marcelo Brozovic 9

Contro il Giappone ha stabilito il nuovo record di chilometri percorsi in una partita: 16,7. Sarebbe potuto bastare un 8 per premiare la sempre razionale iperattività del centrocampista dell'Inter se non fosse che il precedente primato era pure suo (16,33) e risaliva alla gara disputata quattro anni fa in Russia contro l'Inghilterra.

Neymar 8

Dopo il rigore trasformato contro la Corea del Sud, è a un'incollatura dalle 77 reti di Pelé con la Canarinha. A Graeme Souness (voto 0), però, la sua magia non piace: «Se ci fossimo stati io e Keane l'avremmo massacrato». All'ex doriano qualcuno dovrebbe dire che con le regole di oggi, sia lui che l'ex capitano del Manchester United avrebbe giocato meno della metà delle partite.

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