La grande lezione di Luis Enrique nel nome di Xana

La grande lezione di Luis Enrique nel nome di Xana© EPA

È uscito dal Mondiale a testa alta, lo stile di vita che contraddistingue Luis Enrique Martinez Garcia, semplicemente Lucho, 52 anni. Ai rigori, la sua Spagna è stata eliminata negli ottavi dal formidabile Marocco e, il giorno dopo, le strade del tecnico e della federazione iberica si sono separate, nonostante la stessa, per tre volte, gli avesse offerto di rimanere. Il ct si è assunto subito ogni responsabiità sulla scelta dei rigoristi, molto criticata in patria e, per prima cosa, ha fatto i complimenti al Marocco, a Regragui e al portiere Bonou che ha parato due penalty su tre. Per i tifosi della , una volta campione del mondo e due volte campione d'Europa, la delusione per la sconfitta del 6 dicembre è stata enorme e impietosi sono stati gli strali della critica. Ora tocca a de la Fuente il compito di ripartire, mentre Luis Enrique avrà presto l'imbarazzo della scelta su dove andare.

Sciascia ha diviso gli uomini in cinque categorie: "Gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando ) piglianculo e i quaquaraquà". Per dirla con il grande scrittore siciliano, se "gli uomini sono pochissimi", non c'è dubbio che Luis Enrique sia fra loro. E' stato un grande calciatore: ha vinto tre volte la Liga, tre Coppe del Rey, 2 Supercoppe spagnole, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa, l'Olimpiade '92, è stato inserito da Pelé nella lista dei 125 migliori giocatori viventi. Da allenatore del Barcellona ha allineato una Champions League, una Supercoppa Uefa, un mondiale per club, due Liga, 3 Coppe del Rey, una Supercoppa spagnola. Nel 2015 la Fifa gli ha assegnato il premio World Coach of Year. Hombre vertical, lo chiamano in Spagna, definizione che gli si attaglia per i valori che Lucho incarna e per la straordinaria, commovente forza d'animo con la quale ha affrontato la tragedia della morte della figlia Xana, portata via dal cancro a 9 anni. Il 27 novembre scorso, era il giorno di Spagna-Germania, ma soprattutto, era il compleanno di Xana. Luis Enrique le ha dedicato questo pensiero: "Questo è un giorno speciale anche perché è il compleanno di Xana che avrebbe compiuto 13 anni. Amore, ovunque tu sia, tanti baci. Trascorri un gran giorno, ti amiamo". Durante il Mondiale, l'allenatore ha tenuto ogni giorno una diretta su Twitch (Mejores momentos'), per raccontare il Mondiale rispondendo in diretta ai tifosi. Senza trucco, senza inganno, mostrandosi così com'è, anche con la barba lunga, le occhiaie e magari raccontando come, la sera, ceni con tre uova bollite e tre uova fritte. Un successone: sino a 150 mila utenti si sono collegati simultaneamente con Lucho. Il quale ha devoluto i 150 mila euro delle sue performances alla Fondazione Villavecchia di Barcellona che cura i bambini malati di tumore.

Durante una delle dirette Twitch, Luis Enrique ha pronunciato parole da scolpire nella pietra: "Ai genitori dico che è molto più importante lasciare che i loro figli si divertano. Lasciate tranquilli i vostri ragazzi. Non interferite con il ruolo dell'allenatore e non sovraccaricate di attenzioni vostro figlio che segni o non segni un gol. Lasciate che si diverta. Solo l'1% e anche meno di tutti i bambini in Spagna raggiungerà il livello professionale. Se l'unico obiettivo che tuo figlio ha e che tu hai per tuo figlio è che sia felice, allora che cresca come persona. All'interno di una squadra di calcio può apprendere quei valori, quegli insegnamenti che si chiamano vita. Si vince e si perde, imparerà a fare l'uno e l'altro. Imparerà a gestire la pressione e la frustrazione. Capirà l'importanza di una squadra e del rapporto coi compagni… perché l'universo non gira solo intorno al tuo ombelico. Quando finisce la partita non chiedetegli come ha giocato o del risultato. Chiedetegli: ti sei divertito? Hai davvero dato tutto? Ditegli che oggi può andare bene e domani male, perché questa è la vita". Siempre contigo, Lucho.

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