Guarda l’Argentina davanti alla vetrina: la tenera immagine fa il giro del web

Carlos Bejar, 82 anni, non ha la televisione con il cavo, pertanto ha deciso di munirsi di sedia e acqua e seguire le gesta dell'Albiceleste da solo davanti alla gigantesca Smart TV di un'azienda

A volte la passione può portare a fare davvero di tutto. Il calcio, poi, è in grado di smuovere le anime e spinge i tifosi a far qualsiasi cosa pur di seguire la propria squadra. In questo caso sarebbe più corretto dire la propria nazionale. Sì, perché la storia di Carlos Bejar, 82enne pensionato di Entre Ríos, sta facendo il giro del web. L'uomo, dopo aver assistito alla prima partita di Qatar 2022 dell'Argentina, quella persa contro l'Arabia Saudita, a Buenos Aires, ha deciso di guardare le sfide contro Messico e Polonia in un bar per godersi anche l'aria condizionata che, visto il caldo, non dispiace. I continui commenti e le urla degli altri tifosi, però, hanno portato Carlos ha prendere una decisione piuttosto singolare, dato che dall'ottavo di finale in poi ha seguito le gesta di Messi e compagni in maniera differente.

Argentina, l'incredibile storia di "nonno" Carlos

L'uomo, a Infobae, racconta: "Ho detto a mio figlio che avrei guardato le partite davanti a quei mostruosi televisori e siccome ho una protesi all'anca, mi ha detto di portarmi qualcosa su cui sedermi e stare comodo, quindi ho preso tutto e sono andato lì". Carlos, dunque, si è posizionato sul marciapiede davanti all'enorme Smart TV del negozio di elettrodomestici e da li non si è più schiodato fino al termine del match. Quell'immagine catturata da Ariel Bello, giornalista di Reporte 100.7, è diventata virale e in tantissimi hanno chiesto di regalare all'uomo una televisione. Il "nonnino", infatti, spiega: "Ne ho una in casa, ma è vecchia, di quelle che hanno le manopole per cambiare canale". In quel quartiere Carlos ci vive da sempre e qui ha trascorso tutta la sua vita circondato da tessuti e vestiti a La Preferida: “Sono cresciuto in questo posto. Questo negozio di abbigliamento è il più antico di tutto il Paraná ed è stato fondato da mio padre quando arrivò da Buenos Aires, nel 1940, e vi sono rimasto".

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Argentina, il rito di Carlos Bejar

L'uomo, poi, spiega: “Ho praticato sport per tutta la vita, ho giocato a basket in un club chiamato Talleres e lì sono stato campione diverse volte. Fino a 79 anni sono stato impeccabile, ma per quelli di noi che sono stati atleti, le articolazioni non si fanno sentire dopo, ecco perché non riesco a guardare una partita intera in piedi e volevo anche stare comodo, così quando ho pensato di guardare la partita lì ho preso qualcosa da mangiare, una bottiglia d'acqua per rinfrescarmi e mi sono seduto per guardare la partita con calma. Quella TV è enorme!. Lì mi diverto! È così grande che sembra di essere sul campo! Quando l'ho vista a Buenos Aires sono stato fermo quasi tutta la partita e mi sono stancato molto. Tornare alla pasticceria era impossibile".

Carlos e la partita tra Olanda e Argentina vista con i poliziotti

Ecco quindi la decisione di sedersi davanti a quella vetrina. Il "battesimo di fuoco" agli ottavi contro l'Australia, poi l'Olanda: "Quel giorno è passata una pattuglia e i poliziotti sono rimasti un po' a guardare la partita con me - racconta -. Poi altre due persone, uno dei ragazzi era piuttosto ubriaco, ma non hanno fatto niente. E con la polizia abbiamo guardato la partita e gridato ai gol. La stessa cosa è successa contro la Croazia, quindi è anche una mia cabala vederla lì". Ora manca solo l'ultimo tassello per riportare a Buenos Aires la Coppa del Mondo dopo i trionfi nel 1978 e nel 1986. Carlos sarà regolarmente al suo posto: “Domenica rivedrò la partita sullo stesso marciapiede. Mi hanno promesso che mi avrebbero regalato una nuova televisione, ma per me vederla lì e prendere la mia sedia è ormai una cabala, e non ho intenzione di cambiare proprio il giorno della finale". Poi chiosa: “Ho fiducia in questa squadra! Ho già visto l'Argentina campione nel 1978 e nel 1986. Sono uscito per festeggiare i Mondiali del '90 e quello in Brasile, nel 2014, perché siamo arrivati ??secondi. Dopo aver vinto la Copa América ho molta fiducia nei ragazzi, sono i migliori. Quindi coloro che vogliono unirsi a me sono i benvenuti. Certo, vado prima e io resto al mio posto”.

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A volte la passione può portare a fare davvero di tutto. Il calcio, poi, è in grado di smuovere le anime e spinge i tifosi a far qualsiasi cosa pur di seguire la propria squadra. In questo caso sarebbe più corretto dire la propria nazionale. Sì, perché la storia di Carlos Bejar, 82enne pensionato di Entre Ríos, sta facendo il giro del web. L'uomo, dopo aver assistito alla prima partita di Qatar 2022 dell'Argentina, quella persa contro l'Arabia Saudita, a Buenos Aires, ha deciso di guardare le sfide contro Messico e Polonia in un bar per godersi anche l'aria condizionata che, visto il caldo, non dispiace. I continui commenti e le urla degli altri tifosi, però, hanno portato Carlos ha prendere una decisione piuttosto singolare, dato che dall'ottavo di finale in poi ha seguito le gesta di Messi e compagni in maniera differente.

Argentina, l'incredibile storia di "nonno" Carlos

L'uomo, a Infobae, racconta: "Ho detto a mio figlio che avrei guardato le partite davanti a quei mostruosi televisori e siccome ho una protesi all'anca, mi ha detto di portarmi qualcosa su cui sedermi e stare comodo, quindi ho preso tutto e sono andato lì". Carlos, dunque, si è posizionato sul marciapiede davanti all'enorme Smart TV del negozio di elettrodomestici e da li non si è più schiodato fino al termine del match. Quell'immagine catturata da Ariel Bello, giornalista di Reporte 100.7, è diventata virale e in tantissimi hanno chiesto di regalare all'uomo una televisione. Il "nonnino", infatti, spiega: "Ne ho una in casa, ma è vecchia, di quelle che hanno le manopole per cambiare canale". In quel quartiere Carlos ci vive da sempre e qui ha trascorso tutta la sua vita circondato da tessuti e vestiti a La Preferida: “Sono cresciuto in questo posto. Questo negozio di abbigliamento è il più antico di tutto il Paraná ed è stato fondato da mio padre quando arrivò da Buenos Aires, nel 1940, e vi sono rimasto".

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