Inter, bufera su Brozovic in Croazia: coro e saluto nazista VIDEO

Il centrocampista, insieme a Lovren, protagonista in negativo nella festa della nazionale balcanica dopo il terzo posto al mondiale: cos’è successo
Inter, bufera su Brozovic in Croazia: coro e saluto nazista VIDEO

Marcelo Brozovic e Dejan Lovren sono finiti al centro della bufera a causa di un coro intonato durante i festeggiamenti post Mondiale. Il centrocampista dell'Inter e il compagno di nazionale sono stati ripresi nel locale di Brozovic, a Velika Gorica, vicino Zagabria, mentre cantano le canzoni di Mark Perkovic Thompson, autore legato all'estrema destra e considerato filo-ustascia. Nello specifico i due giocatori avrebbero anche urlato la frase "Za dom spremni" ("Pronti per la patria"), con tanto di gesto con la mano che richiama uno slogan tipico del movimento ustascia alleato dei nazisti tedeschi e fascisti italiani nella Seconda Guerra mondiale.

Le reazioni al video

Il video che ritrae tra gli altri Brozovic mentre canta e alza il braccio teso a mo' del saluto ustascia è stato pubblicato su Facebook e Twitter, e ha suscitato numerose reazioni da parte del pubblico e degli atleti che condannano questa azione della stella della Croazia. Aleksandar Stankovic, uno dei giornalisti più famosi in Croazia e nella regione balcanica, conduttore del seguitissimo programma "Nedjeljom u 2" sulla televisione nazionale croata (HRT), ha pubblicato uno status sul suo profilo Facebook in cui afferma che i calciatori croati non sono i suoi ambasciatori. "Non ho bisogno di ambasciatori che si rilassano con la canzone fascista Za dom spremni", ha detto il giornalista. Brozovic e Lovren non hanno replicato, ne' sono apparsi in pubblico dal momento della pubblicazione del video. Alcuni giorni fa aveva suscitato polemica un altro video, dal ritiro della nazionale in Qatar, nel quale la squadra festeggiava la qualificazione alla semifinale intonando un'altra canzone di Thompson, stavolta inneggiante alla Repubblica croata di Bosnia, i cui dirigenti sono stati condannati per eccidi etnici.

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