Pagina 2 | Marocco pazzo di En-Nesyri, l’eroe che finiva in panchina

Prima l’Andalusia e subito dopo l’Algarve. Parole arabe, che si riferiscono ai territori meridionali dell’intera Penisola Iberica sotto il governo islamico dal 711 al 1492. Oltre 700 anni di dominio, fino alla sconfitta finale del Sultano Boabdil. Adesso, dicembre 2022, quelle terre sono state “riconquistate” in pochi giorni dal Marocco la cui Nazionale ha battuto ed eliminato la Spagna e poi il Portogallo nel primo Mondiale mediorientale nella storia del calcio. L’avversario in semifinale dei rossoverdi dalla stella pentagonale sarà, dopodomani ad Al Khwar, nientemeno che la Francia multietnica di Mbappé e Tchouaméni, Dembélé e Upamecano, Koundé e Varane. Ma i maghrebini non tremano e, anzi, sognano un leggendario tris contro gli ex colonizzatori francesi (il Protettorato del Governo di Parigi su Rabat è terminato nella primavera 1956). E in tutta la Francia, Corsica compresa, vivono oggigiorno quasi due milioni di marocchini, molti dei quali in possesso di doppio passaporto. Inoltre il tifo dello stadio Al Bayt sarà ancora una volta (quasi) tutto per loro, unica rappresentante dell’Africa e in particolar modo del mondo arabo rimasta in lizza. Ma soprattutto i circa 45 milioni di tifosi-sudditi del Regno “cherifien”, fra residenti in patria (poco meno di 40) ed espatriati, sanno bene che a guidare l’attacco del Marocco ci sarà il nuovo eroe nazionale Youssef En-Nesyri, autore della rete vincente (complice un errore del portiere lusitano Diogo Costa) che ha permesso alla Selezione di “monsieur” Ragragui di riscrivere la storia.

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Ha superato anche Ronaldo

Il 25enne centravanti del Siviglia, alto 189 centimetri, era già andato a segno precedentemente contro il Canada. In occasione del gol decisivo ai portoghesi, secondo le telemetrie del network tv beIN Sports, il bomber “andaluso” avrebbe superato con il nuovo record di 2,78 metri il colpo di testa di Cristiano Ronaldo in maglia Juve contro la Sampdoria (2,56) datato 18 dicembre 2019. «Ringrazio compagni e tifosi, dopo aver fallito ai Mondiali in Russia (ndr: Marocco ultimo nel Gruppo B proprio dietro Spagna e Portogallo nonché Iran) avevo detto nello spogliatoio che avremmo battuto spagnoli e portoghesi», ha rivelato En-Nesyri, al quale l’amico e compagno di club Yassine Bounou ha cavallerescamente ceduto il premio di “Man of the Match”. È stato il Málaga a puntare per primo su di lui quando, dopo aver mosso i primi passi nel vivaio del Maghreb di Fès, militava a Salé (città dove sorge l’aeroporto della capitale Rabat) nella “Académie Mohammed VI”, scuola calcio intitolata e promossa dall’attuale re del Marocco (figlio di Hassan II) per rimodellare lo sport nazionale facendo crescere e sviluppare i nuovi talenti del Paese. Una sorta di Clairefontaine araba diretta fino al 2014 dal franco-marocchino Nasser Larguet, oggi dt dell’Arabia Saudita targata Renard nonché ex responsabile del Centro di Formazione dell’Olympique Marsiglia. Con il passaggio ai “Boquerones” biancazzurri per 125.000 euro – aveva appena compiuto 18 anni – l’evoluzione di En-Nesyri è stata costante.

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La trafila di En-Nesyri

Rapidissima la trafila nel Málaga: inserito nella “Juvenil A”, passa subito all’Atlético Malagueño (in “Tercera División”, dove realizza 6 reti in altrettante partite) e nella stagione successiva scatta la promozione in prima squadra, allora guidata da Juande Ramos (ex Real Madrid e Tottenham), nella Liga. Debutta il 26 agosto a Barcellona contro l’Espanyol (2-2, entrando a 13’ dalla fine) e tre settimane dopo firma il suo primo gol alla Rosaleda segnando il 2-1 sull’Eibar a 14’ dall’epilogo che completa la rimonta interna dei biancoblù. È stato tuttavia al Leganés, squadra nella quale si è trasferito per 6 milioni nel 2018 dopo la retrocessione del Málaga in B, che En-Nesyri ha trovato lo spazio necessario per mettersi ancor più in mostra. Nove reti e due assist in 31 partite nella prima annata con i “Pepineros” in Liga e 4 nella metà della seconda, prima che a gennaio il Siviglia – su “input” del ds Monchi, ex Roma – decidesse di accaparrarsene le prestazioni pagando la clausola di 20 milioni al club che ha sede presso lo stadio “Municipal de Butarque”, una quindicina di chilometri a Sud-Ovest di Madrid.

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A Siviglia...

Dopo le prime buone stagioni, quest’anno è incappato in una brutto periodo. Prima il Covid (persistente), poi un infortunio muscolare (con ricaduta) e infine il Ramadan ne hanno ridotto sensibilmente il potenziale. Criticato dai tifosi, i due tecnici che sinora si sono alternati sulla panchina andalusa (Lopetegui e poi Sampaoli) lo hanno utilizzato come rincalzo. Partendo da panchinaro. Ma Monchi lo ha sempre difeso, unitamente al portiere e connazionale Bounou. Curioso il raffronto: Youssef ha segnato 2 gol nelle prime 5 gare di questo Mondiale, gli stessi (entrambi nella fase a gironi di Champions League) che ha realizzato in 15 partite col Siviglia nel corso dell’attuale stagione. Il ct marocchino Walid Ragragoui l’ha completamente rigenerato. In Spagna e in gran parte del mondo pronunciano il suo nome e soprattutto cognome semplicemente leggendo le lettere trascritte in caratteri latini. Ma in puro arabo la dizione corretta è “Iùsuf (’n) Nàsri” (tradotto in italiano suonerebbe tipo Giuseppe Il Vittorioso...), come l’ex centrocampista franco-algerino di Marsiglia, Arsenal, Manchester City e dello stesso Siviglia: Samir Nasri, già ritiratosi.

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Il retroscena sull’agente

Sebbene sia il personaggio del momento (il suo profilo Instagram è schizzato a quasi 1,5 milioni di followers), Youssef non si avvale, almeno per ora, di un procuratore che va per la maggiore, un impresario dal nome conosciuto o magari altisonante. Il suo agente, marocchino come lui, si chiama Anass Ouzifi, ha solo 34 anni, è nato a Casablanca e risiede a Coslada (una dozzina di chilometri a oriente di Madrid) dove ha creato l’agenzia “Futbol Entreprise SL”. Parrebbe una persona semi-anonima o quanto meno un giovane manager che prova a far fortuna nel calcio, come tanti altri. Invece ha uno... sponsor d’eccezione. Un amico che si chiama addirittura Cristiano Ronaldo. Ouzifi appare in dozzine d’immagini pubblicate dalla star di Funchal sui suoi profili sociali. C’è anche una piccola collaborazione fra i due per quanto concerne eventuali presenze del madeirense a manifestazioni pubblicitarie in Marocco. Un’amicizia nata a Madrid circa sette anni fa quando CR7 giocava nel Real. È stato proprio Anass a presentare al portoghese l’impressionante e controverso campione di kickboxing olandese d’origine marocchina Badr Hari, classe 1984, 197 centimetri d’altezza per 110 chili di muscoli, 106 vittorie su 121 match disputati nella categoria dei pesi massimi K-1. Soprannominato “Bad Boy” per i suoi atteggiamenti rissosi fuori ring e antisportivi in combattimento. Anche incarcerato in passato sia ad Amsterdam che a Dubai per aver massacrato di botte chi non gli andava a genio... Per questo la stessa dirigenza del Real Madrid consigliò vivamente Ronaldo a ridurre il più possibile, meglio a cancellare del tutto, i (frequenti) viaggi a bordo del suo jet privato a Marrakech per salutare il gigantesco (e manesco...) amicone Badr. Cosa che CR7 fece, anche per troncare sul nascere strane voci sul loro rapporto molto speciale.

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Ha superato anche Ronaldo

Il 25enne centravanti del Siviglia, alto 189 centimetri, era già andato a segno precedentemente contro il Canada. In occasione del gol decisivo ai portoghesi, secondo le telemetrie del network tv beIN Sports, il bomber “andaluso” avrebbe superato con il nuovo record di 2,78 metri il colpo di testa di Cristiano Ronaldo in maglia Juve contro la Sampdoria (2,56) datato 18 dicembre 2019. «Ringrazio compagni e tifosi, dopo aver fallito ai Mondiali in Russia (ndr: Marocco ultimo nel Gruppo B proprio dietro Spagna e Portogallo nonché Iran) avevo detto nello spogliatoio che avremmo battuto spagnoli e portoghesi», ha rivelato En-Nesyri, al quale l’amico e compagno di club Yassine Bounou ha cavallerescamente ceduto il premio di “Man of the Match”. È stato il Málaga a puntare per primo su di lui quando, dopo aver mosso i primi passi nel vivaio del Maghreb di Fès, militava a Salé (città dove sorge l’aeroporto della capitale Rabat) nella “Académie Mohammed VI”, scuola calcio intitolata e promossa dall’attuale re del Marocco (figlio di Hassan II) per rimodellare lo sport nazionale facendo crescere e sviluppare i nuovi talenti del Paese. Una sorta di Clairefontaine araba diretta fino al 2014 dal franco-marocchino Nasser Larguet, oggi dt dell’Arabia Saudita targata Renard nonché ex responsabile del Centro di Formazione dell’Olympique Marsiglia. Con il passaggio ai “Boquerones” biancazzurri per 125.000 euro – aveva appena compiuto 18 anni – l’evoluzione di En-Nesyri è stata costante.

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