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© .Il calcio, a Capo Verde, non è solo un gioco: è un ponte culturale. Le isole sono piccole, i campi spesso polverosi, ma la diaspora ha portato il pallone ovunque: a Lisbona, a Rotterdam, a Parigi. Per i capoverdiani sparsi per il mondo la nazionale è un collante identitario, un’occasione per cantare in creolo sugli spalti o davanti a uno schermo, per sentirsi comunità. In un Paese segnato dalla musica di Cesária Évora
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