Next Gen, Sekulov esclusivo: "Soulé clamoroso, l'Allianz esalta"

Il talento ventunenne della Juventus si rivela: "Sogno la Prima Squadra, la Serie A e la Champions. Che emozione Cristiano Ronaldo. A Barrenechea ho detto..."
Next Gen, Sekulov esclusivo: "Soulé clamoroso, l'Allianz esalta"

Il disco che questa sera all’Allianz Stadium diffonderà il proprio “lato A”, in attesa della gara di ritorno a Vicenza tra oltre un mese, contiene una dolce melodia per la Juventus. Nemmeno inedita, a dire il vero: per la Next Gen, infatti, si tratta della seconda finale di Coppa Italia di Serie C in tre anni, dopo quella vinta nel 2020. «Per spiegare il nostro cammino, prima di tutto, ci metto la mentalità vincente e la dedizione al lavoro di questo gruppo – esordisce Nikola Sekulov, veterano dello spogliatoio con i suoi 21 anni appena compiuti –. Brambilla ci sta dando serenità nei momenti giusti: ci striglia quando è necessario, altrimenti sa mantenerci calmi e lucidi».

Nikola Sekulov, in campionato contro il Vicenza avete raccolto una vittoria e una sconfitta: quale sarà il dettaglio decisivo?
«La loro è una squadra con grandi individualità. Ma noi siamo compatti e la partita arriva in un momento molto positivo: questo ci può aiutare a centrare l’obiettivo di sollevare il trofeo».

E poi ci sarà l’effetto Stadium: cosa significa poter giocare lì?
«È un onore enorme, non vediamo l’ora. Ma dobbiamo restare tranquilli e pensare sia una gara come le altre, così da mantenere sempre i nervi saldi».

Non sarà la prima volta, però: qual è il ricordo più forte che le ha lasciato la partita di novembre contro il Mantova?
«Il momento in cui sono entrato in campo la prima volta, per il riscaldamento. Ho pensato: “Wow, devo arrivare assolutamente a giocare qui tutte le partite con la prima squadra”».

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Il percorso in Next Gen aiuta anche a gestire momenti di maggiore pressione, come avverrà questa sera?
«Sicuramente, poi nel mio caso più c’è pubblico e meglio mi esprimo: come nella doppia semifinale di Coppa Italia contro il Foggia, di fronte a un tifo rovente».

La squadra è arrivata fino all’ultimo atto anche grazie a una sua prodezza, palla al piede da una metà campo all’altra, contro il Padova: quello è stato uno dei suoi gol più belli, ma qual è quello che vorrebbe realizzare un giorno?
«Non penso troppo a lungo termine: mi piacerebbe segnare questa sera il gol decisivo!».

Un gol, un assist, una giocata: cosa la appaga di più in campo, per la sua idea di calcio?
«In tanti direbbero il gol, ma per me conta la prestazione complessiva: l’obiettivo è disputare grandi partite con continuità».

Vincere significherebbe fare un salto direttamente alla fase nazionale dei playoff: ma un pensierino alla Serie B lo state facendo?
«Battere il Vicenza ci faciliterebbe la vita, anche se nel caso non molleremmo nulla in campionato. E sì, l’idea del salto di categoria è un obiettivo nelle nostre teste già da inizio stagione».

Lo strumento Next Gen le ha permesso di arrivare a 70 presenze tra i professionisti a 21 anni: quanto è lontano, oggi, il Sekulov dell’Under 19?
«Sono molto più maturo, anche se all’inizio non è stato semplice: Zauli mi ha aiutato molto. E quest’anno sono più sereno: ho maggiore esperienza e conosco meglio le avversarie».

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Quanto pesano nel percorso di crescita gli allenamenti alla Continassa con la prima squadra?
«L’emozione della prima volta è stata unica, avevo conosciuto Ronaldo e avevamo anche parlato un po’: non ci credevo quasi, tremavo dall’emozione. E ho capito che “fino alla fine” non è solo un motto, lo si vive proprio lì».

Quanto aiuta vedere i compagni approdare da Allegri, come capitato a Barrenechea nel derby?
«Ci stimola a cercare continuamente il salto di qualità. A Enzo ho chiesto se giocasse poco prima della partita: “Sì, hermano”. Gli ho risposto: “Stai tranquillo, perché sei forte: dimostra semplicemente quanto vali”».

A proposito di giovani: ha giocato con Miretti, Fagioli, Iling e Soulé, chi l’aveva impressionata di più?
«Con loro ho giocato tante partite in Primavera e ancora oggi ci chiediamo come abbiamo fatto a non vincere nemmeno un trofeo. Quello che mi ha colpito più di tutti è Soulé, la qualità del suo mancino è clamorosa».

Testa, fisico, tecnica: cosa le è servito di più per arrivare fino a qui?
«La mentalità è l’aspetto più importante. Madre natura mi ha dotato di velocità e forza fisica per poter stare ad alti livelli, ma io devo continuare a lavorarci su ogni giorno».

Dove si vede Sekulov tra un anno?
«Spero nella Juventus, in Serie A e in Champions League».

 

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Il disco che questa sera all’Allianz Stadium diffonderà il proprio “lato A”, in attesa della gara di ritorno a Vicenza tra oltre un mese, contiene una dolce melodia per la Juventus. Nemmeno inedita, a dire il vero: per la Next Gen, infatti, si tratta della seconda finale di Coppa Italia di Serie C in tre anni, dopo quella vinta nel 2020. «Per spiegare il nostro cammino, prima di tutto, ci metto la mentalità vincente e la dedizione al lavoro di questo gruppo – esordisce Nikola Sekulov, veterano dello spogliatoio con i suoi 21 anni appena compiuti –. Brambilla ci sta dando serenità nei momenti giusti: ci striglia quando è necessario, altrimenti sa mantenerci calmi e lucidi».

Nikola Sekulov, in campionato contro il Vicenza avete raccolto una vittoria e una sconfitta: quale sarà il dettaglio decisivo?
«La loro è una squadra con grandi individualità. Ma noi siamo compatti e la partita arriva in un momento molto positivo: questo ci può aiutare a centrare l’obiettivo di sollevare il trofeo».

E poi ci sarà l’effetto Stadium: cosa significa poter giocare lì?
«È un onore enorme, non vediamo l’ora. Ma dobbiamo restare tranquilli e pensare sia una gara come le altre, così da mantenere sempre i nervi saldi».

Non sarà la prima volta, però: qual è il ricordo più forte che le ha lasciato la partita di novembre contro il Mantova?
«Il momento in cui sono entrato in campo la prima volta, per il riscaldamento. Ho pensato: “Wow, devo arrivare assolutamente a giocare qui tutte le partite con la prima squadra”».

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