Un punto in otto partite. O due in nove. Ma anche tre in dieci e quattro in dodici. Bisogna necessariamente partire da questi numeri per capire il momento che sta attraversando la Juventus Next Gen. Che non è neanche più un momento: è proprio un periodaccio, e può farsi pericolosissimo trend. Anche in casa del Foggia, in uno scontro salvezza che avrebbe potuto tirare fuori dalle sabbie mobili i bianconeri, è arrivata una sconfitta da immagine della stagione: 1-0 con gol di Orlando su incertezza di Daffara, uscito per smanacciare un cross e finito per concedere il più facile degli assist. Dalla rete, arrivata al 28', la reazione è stata poca roba. O comunque, non è parsa dettata dalla rabbia che dovrebbe contraddistinguere una squadra in piena lotta per salvare la categoria, e non solo. Così, ieri è arrivata la settima sconfitta nelle otto partite più recenti, la nona nelle quattordici gare disputate finora.
Next Gen, Montero e la crisi
Per il resto, lo score è di quattro pareggi e una sola vittoria, ma era fine agosto e con la Casertana. Un'altra vita. Un altro orizzonte. Soprattutto per Paolo Montero, adesso assediato dalle insicurezze sul suo futuro e in generale da quelle di una squadra incapace di reagire alle difficoltà e agli imprevisti. Tanti, questi ultimi. E pure nelle ultime ore: hanno privato l'allenatore uruguaiano di Faticanti e Afena Gyan, il primo out per gastroenterite, il secondo per un leggero risentimento muscolare. A poco è servito poi l'apporto di Rouhi, di nuovo «giù» dalla prima squadra; ancor meno hanno prodotto i guizzi di Guerra, Anghelé, un ritrovato Semedo. Niente: le poche reazioni come scritte sulla sabbia, il risultato è stato alta marea.