Parma, Beretta: «Serie A a 19 squadre? Aspettiamo a dirlo»

Il presidente della Lega A: «Genoa-Parma rinviata? Non ero d'accordo, la trasferta di Genova era pronta e non eravamo nella stessa situazione di Parma-Udinese»
ROMA - "Anche il soccorso economico sarà discusso dall'assemblea della Lega di venerdì". Ai microfoni di Radio Anch'io lo sport, il presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta, interviene sulla crisi del Parma. "È un campionato di fatto a 19 squadre? aspetterei a dirlo dobbiamo vedere la realtà delle cose". "La situazione - aggiunge Beretta - è molto molto complessa e va affrontata con lucidità senza cedere alle emozioni. Bisogna studiare bene la situazione e cercare di prendere le migliori decisioni possibili. La convocazione dell'assemblea di Lega venerdì è più che tempestiva. L'assemblea discuterà e valuterà se ci sono iniziative e quali iniziative possono essere prese in considerazione". Per Beretta la partita in programma la scorsa domenica tra Genoa e Parma si poteva giocare: "Sulla richiesta dell'Aic di rinviare la partita non ero d'accordo, la trasferta di Genova era pronta e non eravamo nella stessa situazione di Parma -Udinese".

«NESSUNA RESPONSABILITÀ» - "Lega e Federazione non hanno responsabilità: ci sono regole e organi che prevedono tempi di controllo, decisioni successive e sanzioni anche a stagione in corso. E il torneo è regolare". È quanto assicura detto Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Radio Uno a proposito della crisi versa il Parma calcio. "A fine giugno ci sono stati i controlli per l'iscrizione ai campionati, così ha fatto la Covisoc: evidentemente era tutto in linea con la parte sotto osservazione dal mondo sportivo. Poi c'è stata una ulteriore verifica il primo ottobre sulla parte residua di stipendi, tasse e contributi, il problema si è evidenziato e sono scattate le misure previste con le penalizzazioni". "Ho letto critiche ingenerose alla Lega e sulla convocazione della assemblea che se vogliamo dirla tutta è più che tempestiva - aggiunge Beretta -. Servirà e serve una assemblea regolarmente convocata per avere orientamenti precisi sulla situazione. Si discuterà su possibili iniziative da prendere in considerazione, ma poiché pende il ricorso per il fallimento presentato dal pubblico ministero di Parma, con un oggettivo stato di crisi, la Lega potrà assumere decisioni solo di concerto con la procura".

ABETE -"Va fatto l'impossibile, con ogni sforzo, per far proseguire il Parma in questo campionato, sia per garantire una conclusione naturale della stagione sia per non avere un danno d'immagine a livello internazionale". Parola di Giancarlo Abete, vicepresidente dell'Uefa e ex presidente della Figc, ospite questa mattina, con Luigi Apolloni ex difensore del Parma e della nazionale, della trasmissione "Pezzi da 90" sull'emittente umbra Radio Onda Libera. "Il problema del Parma in questo momento - aggiunge Abete - non è la massa debitoria, osservando che ci sono club in cui è superiore, ma i flussi di cassa con la totale assenza di risorse. Speriamo che in assemblea di Lega venerdì prossimo venga trovata una soluzione anche per le qualità tecniche e morali di Donadoni e dei giocatori". "La situazione è in itinere e - prosegue l'ex presidente della Federcalcio - va seguita con grandissima attenzione. Il campanello d'allarme c'era stato con la vicenda dell'esclusione dall'Europa League, nonostante tutti i tentativi che il Parma ha fatto per essere ammesso con un problema di scadenze non rispettate. La Federcalcio ha prospettato interventi per determinare condizioni diverse sui requisiti per le iscrizioni facendo contare di più i flussi economici e i budget previsionali".

MALAGÒ TUONA -"Sul Parma aspettiamo l'assemblea di Lega venerdì, poi mi confronterò col sottosegretario Delrio, anche ufficialmente": il presidente del Coni, Giovanni Malagò, prospetta un intervento sul caso del club emiliano: "Se nessuno si prende le responsabilità, allora sarà responsabilità delle istituzioni individuare di chi è la colpa". "Non è accettabile che nessuno abbia detto 'è colpa mia' - aggiunge Malagò, oggi all'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport all'Acqua Acetosa -. Non c'è nessuno che finora si sia assunto la responsabilità. Se nessuno se la prende, allora sarà responsabilità delle istituzioni individuare di chi è la colpa: questo è sicuro perché non è più accettabile". "Questo nel 2015, nello sport in Italia, non è accettabile - ribadisce il capo dello sport italiano in merito al caso Parma -. Questo scarico di responsabilità l'uno con l'altro io non lo accetto, quindi aspettiamo questa assemblea di lega venerdì e vediamo cosa emerge. Poi è chiaro che con il sottosegretario Delrio ci confronteremo non solo ufficiosamente ma anche ufficialmente""Ci sono delle regole iniziali di ingaggio che sono totalmente sbagliate, ingiuste e inattuali. Queste regole vanno cambiate. Mi stupisce che come al solito ci dobbiamo imbattere in un problema così e non ci si è pensato prima". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito al caso Parma. "La società si può salvare? L'auspicio è enorme - aggiunge il capo dello sport italiano oggi all'Acqua Acetosa -, ma sinceramente non sono assolutamente ottimista. Per la squadra mi auguro si trovi una soluzione per salvare il calendario, mi sembra il minimo indispensabile". Sulle regole d'ingaggio, invece: "È strano che nessuno si sia accorto che invece c'erano cose che potevano consentire una situazione così difficile da spiegare e raccontare - prosegue -. Quando ci fu il ricorso al Coni da parte del Parma, ricordo che a livello personale e umano ero dispiaciuto per chi aveva acquisito sul campo per giocare l'Europa League. Ora posso dire complimenti a Franco Frattini e al suo gruppo di lavoro perché in epoca non sospetta per 300mila euro non fu riconosciuta la licenza Uefa e fece molto scalpore. Questo per capire quanto siamo stati rigorosi". Malagò quindi cita l'esempio inglese: "Qui si è capito che chiunque era ed è in condizione di comprare una società di calcio. In Inghilterra il signor Cellino per Iva evasa per l'acquisto di una barca a vela dopo avere rilevato il Leeds lo hanno messo in condizione di dimettersi dalla carica, mi dovete spiegare perché in Italia chiunque può comprare una società di calcio".

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