Serie A, Torino, Martinez: «Al Toro se molli un po' perdi il posto.»

«Che concorrenza in attacco con Quagliarella, Maxi e Amauri. Ma così miglioro»
TORINO - Mille facce granata, un solo protagonista: il Toro che va con il vento in poppa da nove giornate di campionato (Cairo dixit). Logico voler sfruttare al massimo la situazione, con convinzione, ma al tempo stesso con umiltà. Perché i record ingolosiscono i giocatori, i tifosi, i dirigenti. E domenica contro il Cagliari, all’Olimpico, ci sarebbe la possibilità di allungare fino al pokerissimo. Sì, vincenti come ai tempi dello scudetto. Ok, non è il caso di correre... Martingol Mille facce granata: una, nuova, è quella di Josef Martinez. Ha appena 21 anni ma è già un idolo del Venezuela. Per lui fin qui 799 minuti in serie A e 13 partite giocate, 10 di queste da titolare con il Torino. Con la storica maglia ha segnato in tutte le competizioni: preliminari, Europa League, Coppa Italia e campionato. Come normale che sia, ci ha messo qualche mese a capire in che mondo fosse sbarcato. Obbligatorio adattarsi a un torneo così impegnativo, dentro e fuori dal campo. «Ho avuto la possibilità di guadagnarmi il posto. Con il duro lavoro. E non è stato facile perché sono arrivati nuovi giocatori. Nel mercato, infatti, il club ha preso Maxi Lopez e la concorrenza interna è altissima. Tutti gli attaccanti sono molto esperti e di prestigio. Oltre a Maxi ci sono pure Quagliarella e Amauri. Così, la lotta per il posto è quotidiana, giorno dopo giorno, non bisogna mai mollare un centimetro. E’ chiaro che se allenti un attimo la tensione perdi il posto in squadra, la maglia da titolare. Questa situazione mi impegna sempre di più e mi spinge a continuare a dare il massimo e progredire continuamente a livello personale». A scuola da Ventura Mille facce granata e una guida: Giampiero Ventura. Il tecnico spesso ha messo Martingol al centro delle operazioni. Lui ha obbedito, non senza qualche - inevitabile - sbandamento iniziale. «Mi sono dovuto abituare a giocare da prima punta. Imparando a leggere la partita, in modo da prendere il tempo ai difensori, crearmi spazio e propiziare gli attacchi». A Verona, un esempio della metamorfosi applicata alle sue indubbie qualità tecnico-velocistiche. Detta il passaggio in profondità, entra in area, con rapidità di pensiero e azione sfrutta la carambola di Benassi. E sul rigore è semplicemente imprendibile, va il doppio rispetto a Marques e lo costringe al fallo. E’ questo il Martinez che fa sognare il Venezuela e anche i tifosi granata. E’ questo il Martinez che ha capito in fretta come sopravvivere nell’italica giungla pallonara. Qui non si facevano sconti a un certo Ronaldo, tanto per dire, figuratevi se i difensori si fanno problemi con il ragazzo. 

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