Torino-Juve, Tosel chiede supplemento indagini

Il giudice sportivo chiede ulteriori informazioni agli inquirenti prima di deliberare sul caso della bomba carta
Torino-Juve, Tosel chiede supplemento indagini
TORINO - Il giudice sportivo della serie A, Gianpaolo Tosel, ha rinviato la decisione sui fatti di violenza di Torino-Juventus e ha chiesto un supplemento di indagine alla procura federale. «Letto il rituale rapporto dei collaboratori della Procura federale nel quale, tra l’altro, si riferisce che all’inizio della gara, dal settore dello stadio Olimpico occupato dai sostenitori della Società bianco-nera, era stata lanciata una “bomba-carta” n el settore denominato “Curva Primavera”, occupata dai sostenitori della squadra granata, con conseguenze lesive per nove persone, che erano ricorse in “codice verde” alle cure sanitarie presso il pronto soccorso di vari nosocomi cittadini; letta altresì la comunicazione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, trasmessa a questo Ufficio dalla Procura federale alle ore 14.15 odierne, in cui si precisa che “sono in corso accurate indagini per accertare se i l petardo esploso con evidenza nel settore granata sia stato lanciato dalla curva juventina ovvero confezionato e fatto esplodere dagli stessi tifosi torinisti”; P.Q.M. manda al Procuratore federale affinché voglia disporre, con massima cortese sollecitudine, l’acquisizione di ogni elemento probatorio (con particolare riferimento ad eventuali riprese televisive) utile per superare l’attuale radicale contraddittorietà tra le prospettate ipotesi investigative».

TAVECCHIO: CHIESTO INCONTRO CON ALFANO - "Lo Stato deve proteggere il calcio dai violenti con azioni deterrenti ed applicando pene severe. Per questo il Consiglio federale della Figc ha chiesto un incontro urgente col Ministro dell'Interno per cercare di capire attraverso un nuovo protocollo di intesa cosa proporre di nuovo o come applicare l'esistente in modo efficace". Sono le parole del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, all'indomani dei fatti avvenuti nel derby tra Torino e Juventus. "Bisogna investire sulla crescita della cultura sportiva del Paese perché il calcio è lo specchio, nel bene e nel male, delle frizioni esistenti nella società civile italiana - aggiunge Tavecchio a margine del Consiglio federale -. Sotto il profilo delle politiche di contrasto, il mondo del calcio ha l'obbligo di assumersi le proprie responsabilità, e lo farà nell'ambito delle proprie competenze, ma lo Stato dovrà proteggere il calcio dai violenti con azioni deterrenti ed applicando pene severe". "È troppo comodo dire che la Federcalcio deve prendere provvedimenti. La Figc non ha gli strumenti per fermare un'orda di barbari, altrimenti ci chiameremmo 'corpo di sicurezza' e non federazione" sottolinea Tavecchio prima di fare una riflessione personale: "In un paese che fa parte di una Comunità europea, che ha da almeno 8 anni una crisi economica notevole, le tensioni sociali e le questioni che creano fibrillazioni da un po' di tempo trovano sfogo non tanto nelle piazze ma negli stadi e negli anti-stadi. E questo è un problema che non può essere relegato alla Federcalcio come possibilità di sanarlo con mezzi propri. La Figc anzi in questi casi è anzi parte lesa, e quindi il calcio perde la sua etica per colpa di delinquenti".

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